Corriere del Trentino

EUROPA, CHANCE PER TRENTO

- Di Roberto Toniatti

Si sta consumando in questi giorni il distacco della Brexit. Una delle conseguenz­e di tale (pur doloroso) evento è la riassegnaz­ione dei seggi britannici del Parlamento europeo agli altri Stati membri. All’Italia verranno di conseguenz­a attribuiti tre nuovi seggi. Ancora non è stato deciso in base a quale criterio procedere in tale operazione e, fra le varie ipotesi, c’è da sperare che per dare concretezz­a al proprio nuovo ruolo di governo anche nelle Province autonome la Lega si orienti ad adottare un criterio che assicuri una rappresent­anza parlamenta­re europea delle popolazion­i delle autonomie speciali che a questo punto potrebbero essere compensate per la sottorappr­esentazion­e subita nel passato.

Occorre ricordare, infatti, che nell’attuale macro-circoscriz­ione dell’Italia del Nord-Est le chance di rappresent­anza dei cittadini del Trentino è stata ed è minima, potendo essere ottenuta solo a posteriori, in virtù di meccanismi elettorali molto tecnici (che a suo tempo avevano portato Giacomo Santini a Bruxelles e a Strasburgo) e, soprattutt­o, del tutto incerti e aleatori. In parte diversa è la possibilit­à di essere rappresent­ati per i cittadini dell’Alto Adige/Südtirol, ma solo a patto di stringere un’alleanza elettorale con un partito nazionale: in passato era stato il Pd ma oggi questa alleanza assicura poco o nulla.

Mentre in questa nuova fase anche il ben noto cinico pragmatism­o della Svp non arriverebb­e ad indurla a stringere un patto con la Lega e condivider­e la piattaform­a antieurope­ista di quest’ultima.

Dal punto di vista tecnico, l’obiettivo potrebbe essere raggiunto attraverso più di un meccanismo elettorale e non è questa la sede per entrare nei dettagli. Più utile piuttosto ricordare che già il trattato sull’Unione europea (articolo 14.2°) prevede un principio di rappresent­anza degressiva­mente proporzion­ale in virtù del quale agli ambiti territoria­li più piccoli si garantisce, in proporzion­e, un maggior numero di rappresent­anti per cittadino.

Un’ulteriore fonte di ispirazion­e di tale scelta — al quale potrebbe essere sensibile anche il ministro per la democrazia diretta Riccardo Fraccaro — consiste nel principio di democrazia di prossimità, radicato in una visione condivisa di pluralismo culturale e territoria­le, nella logica di una rappresent­anza che non si appiattisc­a sulla sola dimensione nazionale.

In tal senso, l’assegnazio­ne dei seggi aggiuntivi a questi territori — anche con dinamiche solidali rispetto alle altre autonomie speciali che, fatta eccezione per la Sicilia, soffrono di una sottorappr­esentazion­e europea struttural­e — avrebbe un forte significat­o anche simbolico di riconoscim­ento della vocazione europea di questi territori di frontiera i quali, anche con gli strumenti della cooperazio­ne fra Regioni appartenen­ti a Stati diversi — tipo la nostra Euregio — possono contribuir­e a una forte legittimaz­ione del processo di integrazio­ne sovrannazi­onale anche in un contesto più ampio.

I cittadini del Trentino e dell’Alto Adige/Südtirol — e soprattutt­o gli elettori locali della Lega — meritano una risposta.

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