Consiglio, Kaswalder eletto «Sarò il garante di tutti»
Aula, via libera alla presidenza: accordo trovato su un organismo per il maltempo
TRENTO La «svolta» è arrivata quando ormai molti si preparavano alla quarta fumata nera. Alle 11.30 di ieri, dopo il terzo stop alla nomina di Walter Kaswalder a presidente del consiglio, a sbloccare la situazione è stata un’ulteriore sospensione dei lavori. Chiesta prima dallo stesso Kaswalder e rilanciata dall’ex governatore Ugo Rossi. Che ha indicato la possibile via d’uscita per riportare l’opposizione in Aula e garantire il numero legale di 24 consiglieri necessario per l’elezione. Di fatto, la condizione per il lasciapassare all’ex Patt: vale a dire, la costituzione di «una commissione speciale di studio sui danni legati al maltempo, che possa lavorare in parallelo con la giunta e che possa condividere le informazioni anche sul bilancio». Una proposta che il governatore Maurizio Fugatti ha accolto. Spianando così la strada all’elezione del leader degli Autonomisti popolari a presidente del consiglio.
Eppure solo due ore prima, all’inizio della seduta, il clima sembrava ancora quello del muro contro muro. «Non abbiamo ricevuto alcun segnale di novità» ha spiegato Giorgio Tonini (Pd), prima di prendere — con l’intera minoranza — la direzione dell’uscita dall’Aula facendo mancare il numero legale anche per la terza votazione, la prima della giornata (accompagnato dai «vergogna» del leghista Alessandro Savoi). Fuori, nei corridoi, strade separate per gli schieramenti («Faccio incontri con tutta la minoranza, non con una parte sola» ha ripetuto a tutti Fugatti). Anche se l’ora di sospensione avrebbe potuto essere utilizzata — ha fatto notare la presidente pro-tempore Lucia Coppola — per provare almeno a parlarsi. Un tentativo che ha invocato quindi Kaswalder al rientro in Aula, proponendo «dieci minuti di sospensione per incontrare i rappresentanti dei gruppi e cercare di sbloccare una situazione inopportuna». «Finora — è stato quindi l’intervento di Rossi — non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di incontro da parte della maggioranza. È irrituale che a proporre un confronto sia lo stesso candidato presidente. Ma parlarsi va bene». Quindi la proposta della commissione sul maltempo, diventata di fatto la contropartita per sbloccare la questione: dopo l’incontro, infatti, Patt, Pd e Futura hanno annunciato l’intenzione di rimanere in Aula durante la quarta votazione senza però un appoggio pieno a Kaswalder (scheda bianca per loro), mentre i 5 Stelle hanno deciso di dare il voto all’autonomista. Non senza qualche battuta al veleno del Patt nei confronti dell’ex compagno di partito. «L’importanza del ruolo di presidente del consiglio — ha detto Rossi — permetterà a Kaswalder di capire che queste non sono poltrone o careghe». E Tonini: «La nostra ambizione era più grande. Volevamo costruire una convergenza su un nome. Così non è stato. Ma apprezziamo le garanzie di terzietà espresse dal presidente». Più netto Paolo Ghezzi (Futura): «Ci siamo adeguati non molto volentieri». Ghezzi ha definito lo stile di Fugatti «da proconsole di Salvini» e a Kaswalder ha chiesto «di essere il rappresentante di tutti i trentini, considerato che 73 su 100 non hanno votato Lega» (parole che hanno scatenato le ire di Savoi).
«La situazione si è sbloccata per la responsabilità delle minoranze» ha fatto notare Filippo Degasperi (5 Stelle), che ha parlato di «metodo sbagliato» e ha chiesto al neo presidente del consiglio di «rispettare il tricolore, non come succede in consiglio regionale». «Finalmente termina il mio ruolo da piano B» ha stemperato i toni Claudio Cia (Agire). Alla fine, Kaswalder ha ottenuto 22 voti (quelli della maggioranza più i 5 Stelle). Vicepresidenza ad Alessandro Olivi, mentre nell’ufficio di presidenza siederanno Mara Dalzocchio (Lega), Michele Dallapiccola (Patt) e Degasperi.
Gli altri incarichi Vicepresidenza all’esponente pd Olivi Nell’ufficio Degasperi e Dallapiccola