Erika Jorger, la miss dei divi «Vive segregata»
L’amica si batte per l’ex attrice Jorger. Per la giustizia è «manipolatrice»
La storia di Erika Jorger, 79 anni, attrice e concorrente di Miss Universo rimbalza da Chi l’ha visto alla cronaca. Ospite della casa di riposo Villa Eden di Merano, per l’amica Anita «vive sequestrata, liberatela».
MERANO La storia di Erika Jorger attrice e concorrente di Miss Universo, nell’ormai lontano 1965, rimbalza dalla trasmissione «Chi l’ha visto» di Rai3, alle cronache locali. La donna di 79 anni è ospite dal 2012 della casa di riposo Villa Eden di Merano città dove viveva in un lussuoso appartamento di 300 metri quadrati a Villa Beatrice di Maia Alta, dopo aver viaggiato tra Stati Uniti, Panama, Londra, Ginevra e Milano, quale moglie di un facoltoso persiano di nome Jack Razagnia morto nel 2005.
La sua storia è raccontata con dovizie di particolari in un profilo Facebook creato dalla sua amica del cuore Anita Zani Rocca che l’ha riproposta nella trasmissione condotta da Federica Sciarelli. Nella sua vita film con Walter Chiari e Carlo Giuffè e amicizie famose come quella di Frank Sinatra, che le fu testimone di nozze e Ronald Regan, ma anche la convivenza con un disturbo di salute (distonia bipolare): una malattia latente che Erika tiene a bada usando dei farmaci specifici. Qualche tempo dopo la morte del marito Erika ha una relazione con un facoltoso barone svizzero al termine della quale la Jorger ha una forte crisi e viene ricoverata in psichiatria. Ne esce riabilitata, ma con la necessità di una badante che soprattutto assicuri la regolare assunzione dei medicinali prescritti e con la nomina di un amministratore di sostegno nella persona dell’avvocato Karl Ladurner di Merano.
Nel 2012 cominciano le sue traversie giudiziarie quando, a detta dell’amica Anita Zani Rocca, viene temporaneamente ricoverata presso la Clinica Fonte San Martino per l’assentarsi della badante per alcuni giorni. La badante viene invece licenziata dall’amministratore di sostegno e Erika Jorger trasferita a Villa Eden dove risiede tutt’ora, il tutto, secondo l’amica, contro la sua volontà. «Ci sono le lettere autografe che parlano — dice Anita che risiede a Milano — in cui in maniera molto lucida Erika dice di essere trattenuta contro la sua volontà e di voler tornare nella propria casa e di voler riavere il proprio cellulare per poter comunicare con i propri amici. Erika le scriveva a me, ma anche al giudice». L’amministratore di sostegno agendo di concerto con il giudice tutelare decide di vendere la casa per far fronte alle spese di soggiorno della sua assistita. L’avvocato meranese sostiene che non vi siano irregolarità di sorta, ma la battaglia portata avanti da Anita Rocca è proseguita fino al 2014 con denunce contro di lui, la giudice tutelare Margarethe Gufler e lo psichiatra dottor Luigi Giannuzzi, viceprimario a Merano, che, sempre a detta di Anita Rocca, ha fornito informazioni e documentazioni non veritiere sullo stato di salute della sua amica dichiarandone un repentino aggravamento. «Ci sono pareri di illustri altri psichiatri — afferma Anita Rocca — che confutano le tesi di Giannuzzi».
Le vicende giudiziarie che hanno riguardato il caso si sono concluse nel 2014 senza che Erika Jorger abbia potuto riacquistare la propria autonomia, ma restano quelle lettere accorate che gettano un’ombra sulla sua storia che poteva — almeno secondo l’amica — prendere altre strade e un provvedimento del tribunale che, considerando Anita Rocca una manipolatrice di Erika, le impedisce di contattarla. «Il tempo ha fatto il suo corso — ammette sconsolata Anita — e oggi Erika che non vedo da cinque anni, non sarà più la stessa e forse non ricorda più niente del suo passato. Lotto — conclude — perché mi sia data la possibilità di rivedere a riabbracciare la mia amica revocando il provvedimento che ha disposto il mio allontanamento da lei. Anche questa è una forma di violenza contro le donne per la quale dobbiamo chiedere giustizia».
La tesi
Anita Rocca: «È malata ma lucida; ho le sue lettere, non vuole stare in casa di riposo»
I beni L’amministratore aveva venduto la casa della donna