La curia: siamo pronti al confronto Il frate: la polizia c’è
Non c’è molta voglia di parlare della questione sicurezza fra parroci ed esponenti del clero trentino.
Lo stesso don Marco Saiani, vicario generale del vescovo, usa i guanti di velluto per maneggiare un tema delicato. Il monito lanciato dall’arcivescovo don Lauro Tisi domenica riecheggia ancora negli ambiti ecclesiastici e non solo. «Niente strumentalizzazioni» aveva detto don Lauro. Invitando tutti a tenere basso il profilo. «Noi siamo fermi alle parole del vescovo — spiega don Saiani — vale quanto ha detto lui». Eppure oggi il sindaco Alessandro Andreatta ha teso la mano alla diocesi, sottolineando la necessità di coinvolgere anche l’istituzione religiosa nel progetto «Se dall’incontro — ragiona — emerge la volontà di coinvolgerci prendiamo atto di questo contatto e aspettiamo di confrontarci».
Ma che la chiesa di Santa Maria e le altre chiese del capoluogo abbiano davvero bisogno di un rafforzamento dei presidi di sicurezza è possibile. Don Saiani non si sbilancia, ma si limita a notare che «mi pare, i quartieri, le parrocchie, le persone stesse che vivono la città qualche osservazione l’abbiano fatta e penso che il sindaco e le persone che si occupano di questa questione possano risolvere al meglio il problema».
Il sindaco Alessandro Andreatta ha citato, oltre a Santa Maria, anche altre chiese bisognose, a suo dire, di attenzioni e sorveglianza, fra cui l’abbazia di San Lorenzo, posta tra le stazioni dei treni e delle corriere, gestita dai frati Cappuccini. Dal convento fra Mariano spiega che la situazione, in chiesa e fuori, non è particolarmente preoccupante. «Certo, qualche bicchiere rotto, un po’ di disordine lo troviamo ogni tanto. In passato c’erano due cancelli sempre chiusi, ora rimangono sempre aperti, forse si potrebbe intervenire aggiustandoli»; ma brutti ceffi o pericoli reali per chi si reca alla messa e frequenta l’abbazia secondo il frate, non ce ne sarebbero. «Va detto — precisa — che ogni tanto passano delle pattuglie, sia della polizia che dei carabinieri, sostano davanti alla chiesa per un po’ e così ci fanno un servizio». Il potere deterrente delle auto delle forze armate, insomma, sarebbe già efficace.