Corriere del Trentino

Codice di buona condotta, no di Salvini

Consulto fra il vicepremie­r e Calderoli: «Non firmeremo pre-accordi. Possiamo stare all’opposizion­e» E intanto a Roma dialogo difficile con l’Svp sui profughi. Kompatsche­r: «Sprar, strumento essenziale»

- Luigi Ruggera

BOLZANO Quel che sembrava scontato — cioè l’accettazio­ne, da parte della Lega, del «codice di condotta» voluto dalla Svp come condizione per l’ingresso in giunta — non lo è più. La Lega ha deciso ieri sera di non firmare la «lista dei valori»: il problema non è il suo contenuto, bensì il fatto stesso di dover sottoscriv­ere un elenco di condizioni.

«A Salvini questo sistema non piace» ha spiegato ieri Roberto Calderoli al commissari­o locale Massimo Bessone. L’ex ministro è stato incaricato da Salvini di seguire le trattative per la formazione della giunta e ieri ha avvisato Bessone che il codice di condotta non va firmato: «Sia a Salvini che a Calderoli — riferisce Bessone — non piace questa metodologi­a, è insolita. Noi della Lega non abbiamo mai dovuto sottoscriv­ere alcun codice prima di stringere degli accordi politici. E non lo faremo nemmeno questa volta. Un conto è firmare insieme ad un alleato un programma condiviso, un altro è dover sottostare a delle pre-condizioni. È quindi una questione di principio. Possiamo anche restare all’opposizion­e». Proprio perché si tratta di una questione di principio, e non di sostanza, la soluzione non sembra essere a portata di mano. «Vedremo, non dobbiamo andare per forza in giunta» risponde Bessone, lasciando comunque intendere che la regia della trattativa è in mano ai vertici nazionali del partito. Oggi pomeriggio intanto Bessone chiamerà a raccolta la base della Lega altoatesin­a, per illustrare la situazione.

Gli eletti in consiglio, fino a ieri, spingevano comunque per l’accordo: «Solo entrando in giunta potremmo attuare i nostri programmi» ricorda infatti Carlo Vettori. Ieri, intanto, Svp e Lega si sono confrontat­i anche su un altro tapatscher volo, quello romano della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, per discutere del decreto sicurezza con il ministro dell’Interno Salvini. Il presidente Kompatsche­r — che nell’occasione non ha affrontato il tema delle trattative della giunta provincial­e — al termine dell’incontro si è detto critico: «La strada che è stata intrapresa non consentirà di raggiunger­e gli obiettivi di maggiore chiarezza e sicurezza» ha affermato Kompatsche­r, che già in di ottobre, assieme ai governator­i di altre regioni, aveva espresso le proprie perplessit­à a Salvini. Durante l’incontro, ieri Kompatsche­r ha osservato: «Il decreto sicurezza porterà ad avere ancora più richiedent­i asilo costretti a vivere per strada, con le conseguenz­e che si possono immaginare. L’esperienza maturata in Alto Adige, invece, dimostra che nelle forme attuate il programma Sprar possa funzionare. L’impegno che abbiamo dimostrato, e i risultati ottenuti, non possono comportare una redistribu­zione sul territorio che vada a nostro svantaggio».

A proposito di equa distribuzi­one sul territorio, Kom-

 Biancofior­e «Bessone e compagni non devono lasciarsi umiliare: staranno in giunta non per grazia ricevuta ma per volontà degli elettori»

ha ricordato l’importanza di comprender­e anche quelle persone che raggiungon­o via terra l’Italia, da altri paesi europei, oppure si spostano da una regione all’altra. «Soprattutt­o per le zone di confine come l’Alto Adige questo rappresent­a un problema» ha spiegato Kompatsche­r, secondo cui il diniego alla richiesta di asilo da parte di altri paesi Ue dovrebbe essere automatica­mente riconosciu­to anche in Italia: «L’unica soluzione è quella di un sistema unico a livello europeo per le procedure di richiesta di asilo, per ridurre il fenomeno della migrazione interna all’Europa da parte dei richiedent­i asilo».

Infine da segnalare la presa di posizione di Michaela Biancofior­e: «La consueta conditio sine qua non sottoposta alla Lega, che è un partito democratic­o dell’arco costituzio­nale italiano, non depone in favore. Mi auguro che gli alleati della Lega facciano sentire la loro voce senza lasciarsi umiliare, magari lasciandos­i sfuggire anche la delega più importante per gli italiani che è l’edilizia agevolata». La Lega sarà in giunta non per grazia ricevuta , ma per la volontà degli elettori».

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