Tenta di adescare un minore contattandolo su Facebook «Offriva soldi in cambio di sesso»
BOLZANO Una banale richiesta di contatto via facebook, qualche messaggio innocuo, un primo incontro e lo scambio dei numeri di telefono. Sembrerebbe l’inizio di un’amicizia come tante, che invece devia dal corso di una storia già scritta fino ad arrivare sulla scrivania del giudice di Bolzano Stefan Tappeiner racchiusa in un fascicolo per il reato di «tentativo di adescamento di minore».
Un episodio avvenuto in un piccolo paese del tranquillo Alto Adige dove risiedono sia la vittima di questa vicenda, un ragazzino all’epoca dei fatti 14enne, sia il suo aguzzino, un uomo di dieci anni più grande ora imputato con la pesante accusa, alleggerita solo dalla mancata conclusione del suo progetto per motivi spiegati dai magistrati. «Il 24enne (ora 27enne ndr) tentava di adescare il minore offrendogli denaro per incontrarlo e avere rapporti sessuali con lui, non riuscendo nel suo intento per cause indipendenti dalla sua volontà, ossia perché il minore si rifiutava».
Una storia emersa grazie all’intervento incrociato dei genitori e degli insegnanti, insospettiti dai campanelli d’allarme riscontrati nel ragazzino. Nel 2015, all’epoca dei fatti, la mamma del minorenne si era accorta che il figlio aveva comportamenti insoliti e il suo rendimento scolastico era crollato. Contestualmente, a scuola, i professori avevano evidenziato un disagio emotivo, riferendo alla famiglia che in classe l’alunno piangeva.
La madre ha così scoperto i numerosi tagli che il figlio si era autoinferto al braccio, un autolesionismo apparentemente ingiustificato, e temendo un gesto estremo ha voluto andare a fondo della questione. Frugando nel cellulare del ragazzino ha così intercettato la chat via whatsapp con contenuti di chiara natura sessuale e profferte esplicite dell’uomo che, dopo aver abbordato il ragazzo online e averlo incontrato in paese, si era spinto a offrirgli denaro, cifre oscillanti tra i 20 e i 50 euro, per incontri proibiti con il 14enne.
Di qui la denuncia, le indagini, l’individuazione dell’uomo e il sequestro dei suoi strumenti digitali sottoposti a perizia dalla polizia postale. Pare che l’adulto, incensurato, si sia intrattenuto in discorsi scabrosi solo con il giovane protagonista di questa vicenda.
Nell’incidente probatorio il ragazzino, ora 17enne, ha ammesso l’accaduto e ha riconosciuto nell’imputato l’autore di quelle proposte spinte per le quali ora rischia una condanna compresa tra 1 e 3 anni. L’uomo, però, ha seguito un programma di trattamento e, non essendo recidivo, ora chiede la messa in prova per sostituire la pena con un periodo equivalente di lavori socialmente utili. Giovedì, nel corso dell’udienza, il giudice dovrà esprimersi in proposito.