Corriere del Trentino

LO SPOPOLAMEN­TO DELLE VALLI E LE RIFORME INCOMPIUTE

- Marco Gaddo,

Nell’intervista al Corriere del Trentino il nostro vescovo Tisi ha parlato dei pericoli insiti nel fenomeno recente dello spopolamen­to delle valli trentine. Su un altro quotidiano compare la toccante lettera di una donna di Dimaro che rinuncia «all’allevament­o di pecore e capre e a frequentar­e la montagna per il terrore» dovuto alle continue stragi effettuate dagli orsi, sempre più diffusi. E al pericolo improvviso che corrono gli abitanti e soprattutt­o i bambini. La lettera appare come la punta di un iceberg. Sono state le scelte infelici dei passati responsabi­li, supportate anche da enti prestigios­i come il Muse a creare presenze propagate ormai fino alle porte della città di Trento. L’abbandono di attività, frequentaz­ioni e land-use della montagna può anche comportare modifiche nelle possibilit­à di coltivazio­ne, utilizzazi­oni e dello stato di salute dei boschi. Che le terribili ventate recenti hanno messo in luce. E incoscient­i associazio­ni animaliste plaudono, non alle stragi di pecore e capre, ma alla recente presa di posizione di un giudice che sulla base di leggi anacronist­iche ha riaperto l’inutile bega sull’eliminazio­ne sacrosanta di un’orsa che dicono sia stata essa a ferire quasi mortalment­e due atleti in allenament­o nei boschi prossimi alla propria abitazione abituale. E non li altri sessanta e molti più plantigrad­i feroci predatori carnivori, un cancro che tende a minare la tranquilli­tà e la sicurezza dei montanari, che girano come proprietar­i indisturba­ti fino alle porte di Trento. La gente così non frequenta i boschi e si allontana definitiva­mente dalle convalli tridentine. Grazie anche alla presenza orsina che prima non c’era affatto, imposta dall’alto senza consultarl­i.

Caro Gaddo,

l’arcivescov­o Tisi ha posto un tema che da sempre informa il dibattito pubblico trentino: il rapporto tra centri urbani e valli. Anche le riforme istituzion­ali hanno provato ad affrontare la questione senza tuttavia riuscirci perché alla fine non si è mai registrato un riequilibr­io nelle funzioni tra i due poli che caratteriz­zano il territorio. Valuteremo come verrà affrontato il problema in questa legislatur­a dal neogoverna­tore Fugatti che dovrebbe a breve mettere intorno allo stesso tavolo tutti i portatori d’interesse. Non credo, onestament­e, che l’orso sia una delle cause dello spopolamen­to. Hanno radici più profonde che risiedono nell’orografia del territorio, nella difficoltà di mantenere servizi, nelle opportunit­à che le valli offrono ai giovani.

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