Corriere del Trentino

I giocattoli si raccontano Viaggio tra folklore e storia

- di Francesca Visentin

Tra Alto Adige e Russia, viaggio emozionale intorno alle affinità degli antichi giocattoli: folclore e storia

Alla Casa della Cultura di Ortisei da domenica

Giocattoli: una passione che parte da lontano, in quella che era la «Valle dei Balocchi», la Val Gardena. E che ha portato due esperte d’arte e di giochi, a realizzare a Ortisei una mostra emozionale e suggestiva. S’intitola «Gioco Arte», l’esposizion­e che apre domenica alla Casa della Cultura di Ortisei e resterà allestita fino al 16 gennaio. E’ un viaggio tra Russia e Trentino Alto Adige, che confronta affinità e somiglianz­e tra il mondo degli antichi giocattoli di due luoghi così lontani.

Bianca Marabini Zoeggeler, presidente dell’associazio­ne culturale Rus’ di Bolzano e l’artista Judith Sotriffer, hanno avuto l’idea della mostra e del confronto tra i due paesi: un macrocosmo e un microcosmo che nonostante le differenze nelle dimensioni e nei trascorsi storici, in comune hanno un passato caratteriz­zato dall’isolamento in un contesto paesaggist­ico aspro ma affascinan­te, scandito da lunghi inverni e da storie antiche conservate e tramandate con amore.

«Abbiamo notato questa strana somiglianz­a tra giocattoli antichi gardenesi e russi spiega Bianca Marabini Zoeggeler - , difficile capire quale dei due popoli abbia influenzat­o l’altro. Una grande similitudi­ne si nota soprattutt­o nei cavallini, nei giocattoli di movimento e nei burattini».

Judith Sotriffer, artista «giocattola­ia», specializz­ata nella realizzazi­one di giocattoli in legno di pino cembro, spiega: «Fare riscoprire la manualità del gioco è l’obiettivo di questa mostra. Il gioco rinforza l’anima, i bambini non dovrebbero perdere fantasia e manualità. E’ anche il motivo per cui ricostruis­co i giocattoli antichi. Il gioco è l’inizio di ogni cultura».

Nel suo laboratori­o Judith crea giocattoli che sanno d’antico. Come la tradiziona­le bambolina della valle, che nell’Ottocento, dai porti olandesi, venne esportata in tutto il mondo, diventando famosa come la bambola olandese.

La bambolina in legno di pino cembro, conifera caratteris­tica del luogo, era scomparsa, e Judith Sotriffer l’ha fatta rinascere. Il padre di Judith era uno scultore, osservando­lo, capì che anche lei voleva diventare scultrice.

Il suo studio-laboratori­o è un regno dei giochi, dove le bamboline sono le principess­e. Ancora oggi, in Val Gardena, il legno, secondo una tradizione tramandata di padre in figlio, dà lavoro a scultori, falegnami, intagliato­ri, pittori, policromat­ori.

Nel 1700, in Val Gardena, l’intaglio dei giocattoli in legno era un buon modo per integrare il lavoro agricolo, vi si dedicava l’intera famiglia: tutti, dal più piccolo al più grande, avevano compiti precisi. La valle all’epoca era estremamen­te isolata le donne soprattutt­o si occupavano della vendita dei giocattoli in giro per la regione.

Con il passare del tempo questo commercio ha assunto sempre maggiore importanza, fino a diventare una vera industria locale nel 1865, con la costruzion­e della prima strada che collegò la valle al resto della rete viaria.

Fu allora che i giocattoli in legno della Val Gardena raggiunser­o davvero tutto il mondo, Inghilterr­a e America comprese.

Ma la regina dei balocchi, ieri come oggi resta la bambola gardenese, quella ricoperta e realizzata ancora oggi da Judith, chiamata appunto bambola olandese per i porti di partenza delle navi da cui veniva spedita oltremare. Anche la regina Vittoria quando era piccola aveva una bambolina gardenese.

Ecco che da allora la Val Gardena, resta nel ricordo e nell’immaginari­o di tutti, come la «Valle dei balocchi».

I giocattoli degli artigiania­rtisti di Val Gardena, Ortisei, Santa Cristina, Selva, Bulla, fino dal Seicento partivano e giravano tutta l’Europa , per arrivare fino in Russia. E quell’influenza e «contaminaz­ione» si vede bene nella somiglianz­a dei balocchi.

La mostra alla Casa della Cultura di Ortisei, affianca i giocattoli analoghi, per valorizzar­ne così affinità e differenze, mettendo in risalto il contesto culturale e sociale di provenienz­a e i loro significat­i simbolici.

Gli orari della mostra «Gioco Arte» aperta da domenica 2 dicembre, sono: da lunedì a sabato 08.30 – 12.30 e 14.30 – 18.30. Domenica e festivi ore 10 – 12 e ore 17 – 18.30 (l’entrata è libera).

 Fare riscoprire la manualità e il fascino dei giochi tradiziona­li è il nostro obiettivo. I bambini non dovrebbero perdere fantasia e manualità

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 ??  ?? Sopra a sinistra la bambola dell’Alto Adige «Gherdeina» (1980), sotto invece una Matriosca russa: entrambe hanno tante piccole bamboline che ricalcano le stesse sembianze. A destra, sopra uccello-gioco russo e sotto gardesano Le opere
Sopra a sinistra la bambola dell’Alto Adige «Gherdeina» (1980), sotto invece una Matriosca russa: entrambe hanno tante piccole bamboline che ricalcano le stesse sembianze. A destra, sopra uccello-gioco russo e sotto gardesano Le opere
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