Breigheche favorevole «Nessun disagio, il problema è dei laici»
Aboulkheir Breigheche, imam di Trento, è favorevole alla presenza dei crocefissi nelle scuole: «Non ci danno alcun fastidio, se qualcuno li ha tolti sono le famiglie autoctone, laiche. Rappresentano dei valori che condividiamo. Ciò che non ci convince — ragiona il religioso — è che simili iniziative vengano imposte dall’alto e per legge.
TRENTO C’è un filo rosso che lega le religioni monoteistiche come Cristianesimo e Islam. È il filo dei valori, della spiritualità, della fede. Ed è per questo che, come spiega l’imam di Trento Aboulkheir Breigheche, «il crocefisso nelle scuole non ci dà fastidio. Ciò che non ci piace è che venga imposto dall’alto o per legge».
Non si può fare la guerra alle famiglie non tradizionali: la legge le tutela
Imam, la Lega ha ribadito la necessità che nelle scuole trentine non manchino crocefissi e presepi. Come valuta questa iniziativa? Ferisce in qualche modo la vostra sensibilità?
«Per noi non c’è niente di nuovo, non siamo mai stati noi a chiedere eventualmente di togliere il crocefisso dalle aule delle scuole. Sono state famiglie italiane, autoctone, laiche, cristiane o meno per una loro visione del mondo. Noi ci troviamo d’accordo in moltissimi punti con i valori cristiani, molti sono anche i nostri valori e non c’è alcun contrasto. Del resto collaboriamo da anni con la chiesa nell’ambito del dialogo interreligioso. Non è certo il crocefisso a darci fastidio, anzi ci fa ricordare la storia di Gesù. E i nostri bambini partecipano nelle scuole alle feste natalizie, cantano le canzoni che quasi sempre non hanno contenuti religiosi ma si richiamano a valori comuni. Semmai è un altro l’aspetto che non ci convince».
Ossia?
«I valori e il ritorno dei simboli non devono essere imposti dall’alto o per legge. Certo, siamo in un Paese a maggioranza cristiana, e va rispettata
ma l’Italia è uno Stato laico, non è l’Arabia Saudita né il Vaticano. Sarebbe bello che istanze di questo tipo venissero dal basso, dai cittadini».
Nel suo discorso programmatico Fugatti ha richiamato anche l’attenzione sulla centralità della famiglia tradizionale fatta da uomo e donna e sull’importanza di sostenere la natalità attraverso misure ad hoc, come la gratuità dei nidi e gli assegni per i figli anche dopo il primo anno. Sono posizioni che condivide?
«Ripeto quanto detto prima: questa visione della famiglia concorda con il nostro punto di vista. Lo dice oggi Fugatti, ma avrebbe potuto dirlo ieri un politico di centrosinistra e per noi non cambiava nulla. La nostra è una posizione religiosa, non certo politica. Ma nello stesso tempo è necessario che vengano rispettate la Costituzione e le leggi dello Stato Italiano. Non si può fare la guerra a altre forme di famiglia se la Costituzione lo permette e le leggi italiane lo hanno sancito»
Quanto al presepe, spesso viene considerato solo un simbolo cristiano ma forse può veicolare altri messaggi. I pastori di allora oggi sono probabilmente altre persone, gli ultimi, i migranti, i disoccupati.
«È vero, sarebbe utile fare anche qui, come è stato fatto anche altrove, più tipi di presepe. È sicuramente vero che il presepe rappresenta la storia di Gesù e questo non va dimenticato. Ma nel presepe sono rappresentati dei valori, i valori che Gesù professava. Quindi se al presepe tradizionale si affiancassero altri presepi con queste figure, i migranti o i poveri di oggi, potrebbe essere una bella idea».