Valanghe, la grande paura Quattromila fronti a rischio
Vertice in Provincia: al vaglio le aree di potenziale distacco
Sono quasi quattromila i fronti di potenziale distacco di valanghe dopo l’ondata di maltempo che ha investito il Trentino. Di questi, 1.250 sono considerati significativi. I dati sono emersi ieri durante un incontro in Provincia: ora si lavora per verificare la situazione prima dell’arrivo della neve.
TRENTO Quasi quattromila aree di «potenziale distacco» di valanghe, 1.250 delle quali considerate «significative».
In un territorio completamente trasformato dall’ondata di maltempo che a fine ottobre ha letteralmente cancellato interi ettari di bosco, la Provincia è al lavoro per cercare di tracciare il quadro della situazione e verificare ogni potenziale situazione di rischio prima dell’arrivo delle prime nevicate importanti. Che potrebbero, in alcune zone, diventare motivo di preoccupazione.
Ieri mattina la delicata questione è stata al centro di un incontro convocato dal dirigente generale del dipartimento protezione civile Stefano De Vigili e al quale hanno partecipato i presidenti delle Commissioni locali valanghe oltre al presidente della Provincia Maurizio Fugatti.
«I recenti eventi meteorologici — ha spiegato De Vigili — hanno messo a dura prova il territorio e impegnato duramente il dipartimento e non solo. Superate le fasi dell’emergenza, ci aspetta ancora molto lavoro da fare con la collaborazione di tutti».
Sul tavolo, i numeri legati all’ondata di maltempo. In primo luogo quelli relativi agli alberi caduti, illustrati dal direttore dell’ufficio pianificazione, selvicoltura ed economia forestale Alessandro Walynski. In sostanza, si stimano 2.800.000 metri cubi di alberi caduti, a fronte di un prelievo annuale che, in periodi «normali», in tutto il Trentino non supera i 500.000 metri cubi. Le zone più colpite, come è noto, sono state le valli di Fiemme e Fassa, la Valsugana e il Tesino, ma anche il Primiero e l’Alta Valsugana, l’altopiano di Pinè, il territorio degli Altipiani. E ancora: Folgaria, Terragnolo, val di Ledro, Giudicarie e Rendena. La Provincia — ha ricordato Wolynski — è al lavoro per elaborare (entro il mese di gennaio) un piano di intervento che comprenda recuperi e ripristini, tenuto conto che un bosco si considera efficiente per la trattenuta della neve se ha un grado di copertura di almeno il 50 per cento. Ed è proprio questo il punto che ieri ha catalizzato l’attenzione: considerando gli alberi caduti e le pendenze naturali del territorio, le potenziali aree di distacco di valanghe comprendono un territorio vasto, di circa 4.900 ettari. Le aree di potenziali distacco sono 3.950 e di queste 1.250 sono significative.
«Quello che si è abbattuto sul Trentino, per intensità delle raffiche di vento e per quantità di precipitazioni, è l’evento meteorologico più pesante degli ultimi 150 anni» ha sottolineato Alberto Trenti, direttore di MeteoTrentino. Mentre Fugatti, rivolgendosi ai responsabili delle Commissioni locali valanghe, li ha ringraziati per l’impegno passato e futuro: «L’esperienza che avete accumulato in anni di attività sul campo sarà particolarmente utile per tutta la comunità anche in questa fase».