Marangoni, partnership con Vipal
Sarà il primo operatore per i pneumatici ricostruiti. «Rimarremo a Rovereto»
Ancora non si parla di fusione, ma Marangoni e la brasiliana Vipal si sono accordate per creare «il principale player mondiale indipendente nel settore della ricostruzione degli pneumatici». Vittorio Marangoni conferma che si tratta di un «accordo per arrivare a definire un progetto globale». I sindacati ancora aspettavano di parlare con la proprietà. Sono stati convocati dalla Provincia e dal neoassessore Achille Spinelli per lunedì 10 dicembre.
TRENTO Marangoni e la brasiliana Vipal si accordano per creare «il principale player mondiale indipendente nel settore della ricostruzione degli pneumatici». E chi ha orecchie per intendere intenda. Il presidente Vittorio Marangoni, figlio del patron Mario, non può allo stato attuale dire che le due società vanno verso la fusione, ma conferma che si tratta di un «accordo per arrivare a definire un progetto globale». I sindacati ancora aspettavano di parlare con la proprietà dopo le dimissioni dell’ad Dino Maggioni — che a questo punto assumono un significato particolare — e ieri, dieci minuti dopo la diffusione della notizia di Vipal, sono stati convocati dalla Provincia e dal neoassessore Achille Spinelli per lunedì 10 dicembre.
Marangoni è attivo da 70 anni ed è uno dei leader nella ricostruzione di pneumatici, oltre che nella costruzione di macchinari per lo stesso settore. Oltre al quartier generale di Rovereto, è presente con strutture commerciali e industriali in Germania, Turchia, Regno Unito, Cina, Brasile, Russia e Sudafrica, con 1100 collaboratori. Solo a Rovereto ha 366 dipendenti complessivi. Il presidente mette subito le mani avanti: «Non delocalizzeremo». Quindi nel nuovo piano Rovereto non dovrebbe temere, anche se gli ultimi anni sono stati travagliati: un lease-back della Provincia di circa 40 milioni, sacrifici contrattuali nel corso della crisi economica e 46 licenziamenti più di recente.
Borrachas Vipal è «leader assoluto» in America Latina nella ricostruzione pneumatici. Fondato nel 1973 a Nova Prata, il gruppo ha 3 stabilimenti in Brasile. Ha 3000 collaboratori. Entrambe le società hanno un giro d’affari fra i 200 e i 250 milioni di euro; entrambe sono operatori indipendenti, nel senso che fanno ricostruzione e non sono legati a un brand di produttori di gomme. «In questo settore siamo i più grossi» chiarisce il presidente.
Le due società «annunciano la definizione di una partnership volta a massimizzare le sinergie e la produttività, rafforzando le strutture industriali e commerciali dei rispettivi gruppi». «Questo porterà alla creazione del principale player mondiale indipendente nel settore ricostruzione. Il progetto si svilupperà nel 2019. La prima fase interesserà le attività nelle Americhe». «Per ora rimangono due strutture indipendenti — aggiunge il presidente —. Siamo complementari come posizionamento e come prodotto». Ma ci sarà un cda unico? «Per ora no — prosegue Vittorio —, c’è l’accordo per definire un progetto globale. Il processo sarà lungo e delicato. Facciamo tutto ciò per rafforzarci». A conferma del cambio di paradigma, dopo l’uscita di Maggioni, il presidente nella nota ufficiale sottolinea che la decisione «rappresenta il primo risultato delle nuove linee strategiche di sviluppo recentemente adottate».
La società sta trattando anche per l’insediamento di Dmack a Rovereto, dove dovrebbe essere installata una produzione di pneumatici per rally. «Interpreto la loro uscita con la volontà un accordo» commenta Marangoni, notando che il progetto si era un po’ arenato, ma a breve dovrebbe arrivare in porto.
«Avremmo piacere di avere delle comunicazioni. Con il silenzio la tendenza è di pensare male» nota Ivana Dal Forno, segretaria della Femca Cisl. Dopo l’addio di Maggioni i sindacati avevano fatto un po’ di rumore, così M5s aveva sponsorizzato l’apertura di un tavolo nazionale, sulla spinta dei Cobas. Poi però è stato bloccato. Fra una decina di giorni il nuovo assessore Spinelli si farà vivo.