Energia Ghemon «Ora non sono più soltanto un rapper»
In scena mercoledì tra successi vecchi e nuovi
Il talento poliedrico di Ghemon è in arrivo mercoledì al Teatro Sanbapolis di Trento (ore 20).
Il cantautore irpino, che con gli ultimi due album si è ormai svincolato dal rap in senso stretto, è l’atteso ospite della finale di «Suoni Universitari», il concorso organizzato dall’Opera Universitaria in collaborazione con UniTin, Udu, Sanbaradio, Centro Musica e Centro Servizi Culturali Santa Chiara.
Giovanni Luca Picariello è nato ad Avellino nel 1982 e con lo pseudonimo di Ghemon ha voluto rendere omaggio al samurai silenzioso del cartone animato giapponese Lupin III.
Dopo l’esordio in proprio con “La rivincita dei buoni” (2007) è diventato il punto di riferimento di una scena in continua evoluzione: le sue rime si muovono eleganti in equilibrio tra canto e rap, spaziando tra soul, funky e musica d’autore.
Il suo stile inconfondibile, che ricorda la vocalità di Neffa, uno dei suoi punti di riferimento artistici, è diventato ancora più maturo con la pubblicazione di “Orchidee” (2014) e “Mezzanotte” (2017), i dischi più rappresentativi dell’evoluzione da rapper a cantautore a tutto tondo.
A marzo è uscita per Harper Collins l’autobiografia “Io sono. Diario anticonformista di tutte le volte che ho cambiato pelle”, in cui Ghemon rivela i problemi di depressione e attacchi di panico che lo hanno attanagliato alla soglia dei trent’anni e che si riflettono in alcuni dei testi più sofferti dell’ultimo album “Mezzanotte”.
L’ingresso al concerto di Trento è libero e dopo l’esibizione dei quattro gruppi finalisti sarà la volta di Ghemon, accompagnato dalla sua
band.
Ghemon che differenze ci sono a livello compositivo tra «Orchidee» e «Mezzanotte»?
«“Mezzanotte” viene da uno stato d’animo diverso che ha influito sulla parte di scrittura della musica e delle parole. Tra l’altro a differenza di “Orchidee”, ho iniziato a comporre in prima persona e a dirigere la produzione dei brani».
Tra i brani del suo ultimo disco spiccano «Dopo la medicina» e «Magia nera»: come sono nate?
«“Magia Nera” è uno di quei brani che vengono in poche ore e sono già pronti e finiti per far parte di un disco. Io, il bassista Roberto Dragonetti e il chitarrista dei Selton Ramiro Levy stavamo improvvisando e poi in poche ore era pronto. “Dopo la Medicina” è lo sfogo molto intimo di un periodo umanamente difficile e, invece, ci ha messo più tempo a trovare la forma definitiva». Che repertorio presenterà nel concerto a Trento?
«Un miscuglio molto vario delle cose più recenti e anche di canzoni degli anni scorsi, quando ero soltanto un rapper».
Che ricordo ha della sua partecipazione al Festival delle Resistenze di Bolzano
la scorsa primavera?
«Un bellissimo pomeriggio in cui ho parlato in un contesto vario, di fronte a un pubblico attento e di tante età: una cosa diversa rispetto a un concerto o alla presentazione di un libro».
Nel 2014 ha collaborato con il trentino Anansi duettando nel brano «Inshallah»: che ricordo conserva?
«Anansi è un gran talento e una splendida persona, lo conoscevo già da diversi anni personalmente ed è venuto spontaneo collaborare, per una canzone che penso sia riuscitissima» Come definirebbe il suo genere?
«Ora come ora non lo definirei o forse direi che è tutto tranne che pop» Cosa ne pensa della scena trap italiana?
«La guardo con curiosità ma anche con occhio critico. Tendo a comprendere meglio chi ha le qualità per fare una carriera lunga, chi ha una forte presenza artistica e vado oltre il semplice cumulo dei numeri e delle visualizzazioni sui social. Quelle sono come i voti a scuola: servono ma non sono l’unica cosa che garantisce una carriera di successo».
Bolzano nel cuore
Ho un bellissimo
ricordo del Festival delle resistenze a Bolzano: pubblico attento, di tutte le età. Indimenticabile, molto diverso rispetto ai soliti concerti o presentazioni di libri
Il duetto con Anansi
Nel brano Inshallah ho cantato con il trentino Anansi: un grande talento e una splendida persona. Lo conoscevo già da tempo, mi è venuto spontaneo coinvolgerlo per una canzone, riuscitissima