Corriere del Trentino

«Chi metto nel presepe? Prima i nostri trentini»

Fugatti e la presa di distanza della Chiesa: «I preti delle valli stanno con me»

- Marika Giovannini

«Anche nel mio presepe ci sono gli ultimi. Ma sono i trentini in difficoltà». Così il presidente della Provincia Maurizio Fugatti risponde alla presa di distanza della Chiesa su crocefissi e presepi nelle scuole. «Ho parlato con tanti sacerdoti — sottolinea il governator­e — e ho ricevuto molti compliment­i per le mie dichiarazi­oni. Sono i preti di periferia».

TRENTO «La Chiesa critica le mie parole su crocefissi e presepi nelle scuole? In realtà, i sacerdoti che ho incontrato mi hanno fatto i compliment­i. Si vede che non sono gli stessi che hanno parlato con i giornalist­i». Maurizio Fugatti non si scompone nemmeno: le numerose prese di distanza arrivate in questi giorni dal mondo della Chiesa sul passaggio della sua relazione programmat­ica che invoca la presenza di presepi e crocefissi negli uffici pubblici e negli istituti scolastici della provincia non sembrano turbare il governator­e trentino («Anche avvicinand­oci alle feste natalizie — ha detto in Aula la scorsa settimana l’esponente leghista — non possiamo non fare presente ai responsabi­li delle scuole trentine che il Natale dovrebbe essere ricordato nelle scuole con l’allestimen­to dei presepi, simbolo della nostra millenaria storia cristiana, e che nelle classi scolastich­e, come in tutti gli uffici pubblici, non dovrebbe mancare il crocefisso»). Fugatti non alza i toni nei confronti di chi ha criticato la sua posizione (dai parroci a padre Alex Zanotelli, fino al quotidiano dei vescovi Avvenire). Ma mette l’accento su chi, invece, ha fatto capire di aver gradito le sue parole.

Presidente Fugatti, molti esponenti della Chiesa, trentini ma non solo, hanno preso le distanze dalle sue parole su presepi e crocefissi. Cosa risponde?

«In realtà, io ho avuto giudizi diversi. In questi giorni ho incontrato tanti sacerdoti. E da loro ho ricevuto compliment­i per le mie dichiarazi­oni. Si vede che i sacerdoti che ho incontrato io non sono quelli che si sono espressi pubblicame­nte. Io frequento più i sacerdoti di periferia».

Il quotidiano dei vescovi Avvenire, non più tardi di due giorni fa, ha ripreso la questione, accusando la Lega di incoerenza: secondo Avvenire, il Carroccio difende il presepe, ma con il decreto sicurezza respinge i migranti.

«Non voglio entrare nel merito delle questioni relative alla Chiesa. Noi facciamo il nostro lavoro, loro fanno il loro. Sono due ambiti diversi. Dopodiché, mettere in relazione il presepe e l’accoglienz­a è di fatto una strumental­izzazione politica della questione».

Le critiche di questi giorni hanno puntato il dito anche sul crocefisso. La Lega viene tacciata di strumental­izzazione. Qual è la sua replica?

«Che i sacerdoti con cui parlo io la pensano esattament­e come me».

Padre Alex Zanotelli ha ricordato che nel presepe ci sono gli ultimi.

«Ha ragione. La penso anch’io così».

Ma gli ultimi di padre Alex sono i poveri, i migranti. Anche per lei è così?

«No, nel mio presepe ci sono i nostri trentini, gli italiani in difficoltà. Dobbiamo pensare prima a loro e poi, nel caso, rivolgere lo sguardo altrove. Per troppo tempo si è preferito pensare prima a chi non era originario della nostra terra. Per quanto ci riguarda, la priorità deve essere data agli ultimi trentini».

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 ??  ?? NataleA sinistra il presepe allestito lo scorso anno in piazza Duomo A destra Fugatti
NataleA sinistra il presepe allestito lo scorso anno in piazza Duomo A destra Fugatti

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