POLITICA, PRESEPI E CROCEFISSI IL VERO SIGNIFICATO DEL NATALE
Noi sottoscritti, che ci riconosciamo nella Comunità di S. Francesco Saverio di Trento, in merito alle proposte fatte da chi governa oggi la Provincia di introdurre in ogni scuola il presepe e nei luoghi pubblici il crocefisso, vorremmo sottolineare che il Natale non è una favoletta di comete, angeli, pastori, mercatini e regali, ma l’inizio della vita di un «Uomo» che ha vissuto costantemente con e per gli ultimi, senza privilegi, sempre teso a realizzare giustizia e pace per il bene dell’ umanità, seguendo lo spirito divino in lui incarnato.
Poi, dopo trent’anni passati a insegnarci come è una vita donata, sentendo vicina la propria fine, ha indossato la veste di servo per lavare i piedi agli amici più cari (Giovanni 13 v.12) per insegnare loro, prima della Cena dell’ addio, che la vita è soprattutto servizio.
Infine per volere del potere politico religioso che non accettava il suo messaggio di perdono anche del nemico, di accoglienza e servizio verso gli ultimi, di vita donata in umiltà, è stato crocefisso come malfattore. Ha perdonato i suoi persecutori per poi risorgere e aprire la strada a chi segue il suo esempio. Questo è il vero significato del presepe e del crocefisso: una festosa accoglienza del Salvatore, non un’ occasione per il folclore e il mercato o un segno identitario da sfruttare per l’affermazione di sé e del proprio potere. Se vogliamo mantenere le tradizioni, pur belle, perdendone l’ autentico significato, tradiamo le persone e la Storia.
Carmen Malacarne Faes, Marco Faes, Maria Rosa Svaldi, Luisa Marchesan Fronza, Marco Fronza, Raffaela Periotto, Maria Luisa Drigo Fontanari, Valerio Fontanari, Lorenzo Detassis, Paola Morini, Maria Dibello, Emma Rossi Avi, Mauro Avi, Ornella Granchi, Miriam Gottardi, Fabio Miori, Rosetta Testini Miori, Iole Gregori, Serena Rauzi, Laura Morini
Gentilissime signore, cari signori,
Ha fatto molto discutere l’intervento del nuovo governo provinciale in tema di presepi e crocefissi. Inevitabile che ciò accadesse, visto che queste sono questioni delicate che a mio parere dovrebbero rimanere fuori dal contesto politico. Anche se fatto con uno spirito non coercitivo, il messaggio uscito da Piazza Dante è stato interpretato come un’intrusione, un modo di voler forzare una libertà di scelta. Un voler creare, insomma, una divisione tra favorevoli e contrari che alimenta solo uno sterile dibattito. E bene avete fatto, pertanto, attraverso questa lettera a focalizzare la vera simbologia del Natale, troppo spesso relegata in secondo piano.