Scelte pericolose
Ogni giorno che passa si moltiplicano gli allarmi, in tutto il mondo, sulla crescente accelerazione del cambiamento climatico, con tutte le sue davvero spaventose conseguenze. Ho letto le parole del nuovo governatore della Provincia, Maurizio Fugatti. Il fardello delle opere stradali promesse è davvero imponente: Pirubi, Valsugana, SS 12 del Brennero e probabilmente altro. Come afferma Fugatti, la Valdastico ridurrà l’inquinamento in Valsugana. Sempre il presidente Fugatti, disquisendo di Valdastico, lamenta che si sarebbero sprecati decenni in sterili dibattiti. Contesto fermamente l’asserzione: dibattiti, serate, tavole rotonde hanno apportato utili elementi di valutazione, e certo non possono definirsi una sterile perdita di tempo. Vorrei qui fissare alcuni punti fermi: il Trentino non è isolato e non è neppure un’isola. Condivide in pieno, come si è potuto vedere a novembre, le criticità e i pericoli che caratterizzano il resto del pianeta, e che tutti portano il segno del cambiamento climatico. A questo cambiamento le automobili, mosse tuttora da combustibili fossili, contribuiscono in modo
rilevante. Soprattutto la valle dell’Adige è interessata dalla cattiva qualità dell’aria. Più strade, e particolarmente più autostrade, portano con sé inevitabilmente più traffico. Accade però che il nostro Trentino sia già abbondantemente intasato e che la situazione, particolarmente in diverse zone critiche, denunci la
mancanza di spazio. Gli «sterili» dibattiti hanno da tempo posto in chiaro la necessità di trasferire il traffico dalla strada alla rotaia. Un caso esemplare lo offre il tratto Rovereto-Riva, dove un collegamento ferroviario, pur largamente tardivo ma almeno progettato con cura e senza percorsi in tunnel, gioverebbe non poco al turismo
e alla ipercongestionata «busa». È stato invece in questi giorni sottolineato come uno sbocco della Valdastico a Rovereto aggraverebbe senza rimedio una situazione già caotica. Il prezzo che già stiamo pagando al cambiamento climatico è ormai molto alto, le prospettive mettono spavento: innalzamento del mare (Venezia), tifoni, siccità, alluvioni, desertificazione di vaste regioni con conseguenti migrazioni di popoli. Come accade, per non vedere si chiudono gli occhi e si procede sulle strade consuete. La situazione mi ricorda il quadro, se non erro di Brugel, sul tema «Ciechi come guidano altri ciechi».
Francesco Borzaga, TRENTO