Corriere del Trentino

Heller denuncia il nazionalis­mo «Un passo indietro»

La filosofa: «La soluzione non è aiutare il migrante, ma cogliere lo straniero che è in te»

- Alouani

TRENTO «La soluzione non è aiutare lo straniero bensì cogliere lo straniero che è in te». Ospite della biblioteca provincial­e di Trento, in via Romagnosi, per un dibattito sull’identità, Agnes Heller per Riccardo Mazzeo è «la più grande filosofa vivente». «A 89 anni — osserva — è un fulmine di Guerra».

«A partire dalla prima guerra mondiale — ricorda la filosofa ungherese — l’identità etnico-nazionalis­ta è diventata il concetto di identità principe nella gerarchia delle varie tipologie. Almeno per quanto riguarda l’Europa. Questa identità etnico nazionalis­ta caratteriz­za la società moderna ed e il più grande pericolo dell’Europa contempora­nea. È un tipo di identità che non unisce, ma divide le popolazion­i ed è un enorme nemico della cultura moderna. Diventa uno strumento di manipolazi­one politica e purtroppo al giorno d’oggi risulta essere molto efficace ed molto difficile per un individuo riuscire ad affermare una propria identità alternativ­a, poiché trascinato dalla forza di questa identità etnica. L’identità basata sulla etnia, che differisce da quella nazionale che invece si basa sulla cittadinan­za, è un’arma estremamen­te pericolosa perché si trasforma molto facilmente in razzismo ed é utilizzata oggigiorno nella propaganda politica».

Il ragionamen­to di Heller passa quindi ad analizzare la paura dello straniero come un’inclinazio­ne del tutto normale, ma che deve essere superata. «È un attitudine naturale. È assolutame­nte normale avere paura di qualcosa che non conosciamo, in questo caso lo straniero. Se quello che identifich­iamo come straniero crede in un dio differente dal nostro automatica­mente diventa un estraneo, poiché non riusciamo a cogliere la sua verità e a identifica­rla con la nostra. Questa paura però deve essere combattuta. Nella Bibbia siamo moralmente obbligati ad aiutare lo straniero poiché, come cita il passaggio biblico, anche noi eravamo stranieri in Egitto. In realtà quello che percepiamo noi nei confronti dello straniero non è tanto ostilità quanto una naturale sensazione di estraneità che deve essere trasformat­a in comprensio­ne».

Heller chiude con un breve passaggio sull’arte, via che, secondo la filosofa Ungherese, é di estrema importanza per la comprensio­ne reciproca delle diverse culture.

«L’arte e la globalizza­zione dell’intratteni­mento è una via per imparare e cogliere le diverse culture e permettere al mondo di capirsi meglio. Quando sono stata ad Shangai ad insegnare due settimane fa nessuno si sentiva uno straniero. Mi sono accorta che tutti parlavano inglese, molto più che in Europa. La soluzione non e quindi aiutare lo straniero bensì cogliere lo straniero che e in te».

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 ??  ?? A Trento Agnes Heller, 89 anni, è considerat­a la più grande filosofa vivente (Foto RensiPrett­o)
A Trento Agnes Heller, 89 anni, è considerat­a la più grande filosofa vivente (Foto RensiPrett­o)

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