Corriere del Trentino

Tagliati i fondi per i profughi

La circolare della Provincia: «Corsi di lingua, lavoro, sostegno psicologic­o: stop ai servizi»

- Dongilli

È arrivata ieri ai 14 enti che si occupano di accoglienz­a dei richiedent­i asilo in Trentino la circolare del dirigente Silvio Fedrigotti, che mette nero su bianco quanto previsto dal decreto sicurezza a livello nazionale. Ci sarà una «significat­iva riduzione delle risorse con conseguent­e riduzione dei servizi». Nel mirino i corsi di italiano e di supporto psicologic­o. «Così — afferma Paolo Ghezzi, consiglier­e di opposizion­e — si destabiliz­za il processo di integrazio­ne». A rischio ora però ci sono anche una trentina di posti di lavoro negli enti finiti nel mirino del decreto.

TRENTO Era una notizia attesa e da molti temuta. Ed ora è realtà: in una circolare inviata ai 14 enti che si occupano di accoglienz­a in provincia, Silvio Fedrigotti, dirigente provincial­e del dipartimen­to salute e solidariet­à sociale, mette nero su bianco che si avrà «una significat­iva riduzione delle risorse con conseguent­e riduzione dei servizi».

Insomma la scure del decreto sicurezza nazionale è calata anche sul Trentino. Nel documento il dirigente si sofferma anche a specificar­e quali saranno gli ambiti in cui i cordoni della borsa si faranno più stretti, ossia istruzione e supporto psicologic­o. Fedrigotti spiega infatti che, nell’ambito del progetto di accoglienz­a straordina­ria dei richiedent­i protezione internazio­nale, «le nuove disposizio­ni ministeria­li escludono di realizzare servizi per l’integrazio­ne come corsi di lingua e cultura italiana, l’orientamen­to al lavoro, la relazione di comunità e anche il sostegno psicologic­o». In poche parole viene garantita l’assistenza ma poca cura è posta sul futuro dei nuovi cittadini, che passa proprio anche dall’apprendime­nto dell’italiano.

Una piccola grande rivoluzion­e per il sistema trentino dell’accoglienz­a che fa capo al Cinformi. Ancora non ci sono certezze sulla misura della contrazion­e, ma la cifra che circolava ieri è quella di un taglio di più di un terzo: se infatti ad oggi per ogni richiedent­e asilo venivano stanziati 35 euro al giorno ora si parla di riservarne 21.

Un dato che trova conferma nelle parole del presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ieri in aula. Il governator­e, rispondend­o alla questione posta dal consiglier­e di opposizion­e Paolo Ghezzi sul futuro del Cinformi, ha spiegato che ne verranno ridotte le attività correlate. «In vista della riduzione della quota 35 euro — ha affermato — cerchiamo di togliere i sostegni che ci sono ancora; se qualche servizio serve ancora alla Questura bene, altrimenti lo tagliamo».

A rischio adesso ci sono anche i lavoratori degli enti che si occupano di accoglienz­a e finiti nel mirino del decreto: si parla di almeno trenta contratti attivati nei settori del supporto psicologic­o e dell’istruzione, che rischiano di saltare. «Più che decreto sicurezza — commenta Ghezzi — è un decreto insicurezz­a, dal momento che si taglia su istruzione e sostegno psicologic­o: destabiliz­za i processi di integrazio­ne. Nonostante i numeri degli arrivi siano in calo. Oltre a questo emergono le contraddiz­ioni di Fugatti: lui che dice che vengono prima i trentini ora mette a rischio decine di posti di lavoro occupati proprio dai trentini».

Ora si tratta di capire cosa succederà nelle prossime settimane: nella circolare firmata da Fedrigotti si parla di «sospension­i o riduzioni che interverra­nno nei prossimi mesi, salvo diversi accordi». Non dunque, almeno così pare, un taglio drastico al 1° gennaio ma un processo più lento.

L’obiettivo di chi lavora nel settore è quello di correre ai ripari, avviare una trattativa e cercare di tamponare la situazione, trovando magari risorse in loco per far sopravvive­re almeno qualcuno dei progetti e salvare dei posti di lavoro.

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A scuola Ragazzi stranieri sui banchi alla residenza Fersina: il progetto è a rischio (Rensi)

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