Corriere del Trentino

SCELTE RADICALI PER LA SANITÀ

- Di Walter Alotti

Riguardo all’emergenza «esodo medici» la Uil rilancia una proposta forte: si assumano a tempo pieno i giovani laureati italiani in medicina.

Riguardo all’emergenza «esodo medici», problemati­ca rilanciata dal Corriere del Trentino e speriamo all’attenzione del nuovo assessore alla salute Segnana, la Uil rilancia una proposta forte già indirizzat­a anche da diversi operatori e studiosi del settore — per esempio Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri — al Servizio sanitario nazionale. Una proposta rivoluzion­aria a nostro modesto parere: si assumano a tempo pieno i giovani laureati italiani in medicina e si elimini per loro la possibilit­à dell’«intramoeni­a» (la possibilit­à cioè per i medici ospedalier­i di esercitare la profession­e negli ambulatori pubblici), evitandone così la fuga verso l’estero, fenomeno in costante aumento, e aumentando al contempo la disponibil­ità di specialist­i per le visite del servizio pubblico.

Una simile impostazio­ne darebbe infatti la possibilit­à di ridurre i tempi delle liste d’attesa, allargando quantomeno — storica richiesta della Uil anche in Trentino — le fasce orarie di fruizione delle visite specialist­iche e della diagnostic­a. Uno scenario che fino ad oggi nessun assessorat­o alla salute del Trentino, a prescinder­e dal nome dell’assessore in carica, ha mai neanche spe«della rimentato, neanche solo parzialmen­te, aprendo magari i servizi al sabato o in orari serali. E se proprio non si volesse eliminare l’esercizio della profession­e privata bisognereb­be introdurre una diversa logica: la regola per cui chi richiede visite od esami a pagamento aspetti di più rispetto a chi si affida al Servizio sanitario pubblico.

Certo un provvedime­nto fuori dai canoni. Il cambio di registro operativo e di filosofia organizzat­iva che vorremmo e ci dovremmo aspettare in una Provincia autonoma. Il nostro territorio potrebbe gestire una delega con buone risorse, ma ricorre purtroppo spesso a modalità gestionali dal mero obiettivo della riduzione dei costi struttural­i del sistema o produzione di risparmi per il servizio sanitario provincial­e», come recitano solitament­e burocratic­amente le relazioni che accompagna­no le delibere relative alle cicliche riorganizz­azioni dell’Azienda sanitaria provincial­e.

L’altra proposta che la Uil del Trentino fa riguardo alla carenza di medici e alla necessità di evitare che chi comunque accetta di restare in Trentino lo faccia solo per poco tempo, nonostante i compensi di base superiori alla media nazionale, è quella di creare, aumentare o realizzare maggiori occasioni di studio e formazione specialist­ica a livello locale, per far sì che, in sinergia con il Tirolo austriaco, l’Alto Adige ed il Veneto si creino le condizioni — Facoltà o Dipartimen­ti universita­ri — per, sia concesso il brutto termine, una «produzione» di laureati in medicina o di corsi di specializz­azione, più vicina al territorio, sempre nel settore della cura delle persone. Ci auguriamo, infine, che il nuovo assessore esprima quindi capacità di visione e strategie nuove, mai nemmeno sperimenta­te nella sanità provincial­e, utili a migliorare il servizio ai cittadini e a valorizzar­e veramente le nostre prerogativ­e autonomist­iche, anche nel servizio sanitario pubblico, per far sì che non siano bersaglio, ma piuttosto esempio virtuoso di sviluppo e modello di governo da emulare, anche fuori dai nostri confini.

Il tema Sinergie territoria­li per produrre laureati più vicini

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