«Antonio è in coma, sono distrutto»
Il giornalista trentino colpito a Strasburgo, il padre in lacrime. «Proiettile alla base del cranio»
Ha la voce rotta dal pianto Domenico Megalizzi, Mimmo per gli amici, il papà di Antonio, colpito alla testa da un proiettile durante l’attacco ai mercatini di Strasburgo. Lui e sua moglie erano nel loro appartamento di Trento, quando è arrivata la telefonata della Farnesina. Da quel momento per loro è cominciato l’incubo.
TRENTO «È in coma. Come posso reagire a una cosa simile? Non riesco a parlare dal dolore». Ha la voce rotta dal pianto Domenico Megalizzi, Mimmo per gli amici, il papà di Antonio, colpito alla testa da un proiettile durante l’attacco ai mercatini di Strasburgo.
Domenico e la moglie Anna Maria Cutrupi erano nel loro appartamento di via Centa a Trento ieri quando martedì sera sono stati raggiunti dalla telefonata della Farnesina. Come sprofondare in un incubo. «Nei primi momenti – racconta Danilo Moresco, noto ristoratore della Rotaliana e padre di Luana, la fidanzata di Antonio – sembrava non fosse così grave, si diceva che era ferito ma abbiamo pensato, sperato, che magari si fosse fatto male scappando».
I genitori di Antonio però sono partiti subito alla volta della città europea. Con loro anche Federica, la sorella della vittima e Luana. «Poi verso le 4 di notte — prosegue Moresco — hanno iniziato a dirci che era grave. E la situazione è andata peggiorando. Il punto è la posizione del proiettile, che sarebbe, da quanto ci dicono, alla base del cranio vicino alla colonna vertebrale». Una collocazione che ha reso fino a ora inoperabile il giovane, finito nel giro di poche ore in coma. In serata si parlava di morte cerebrale.
Il papà Domenico, ferroviere, ha la voce a pezzi. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente in ospedale, nel reparto di rianimazione dove è ricoverato il figlio. Le parole sono macigni, la voce si inciampa perché dirlo, che Antonio è appeso a un filo, fa ancora più male probabilmente, è come scontrarsi di nuovo e ancora con una realtà inaccettabile: «Come si può essere forti in un frangente così? È durissima, è in coma, Antonio è in coma. Non riesco nemmeno a parlare dal dolore».
Anche Danilo Moresco, durante il suo viaggio verso Strasburgo ieri aveva la voce incrinata. «Non sono riuscito a trovare un biglietto aereo che mi portasse lì prima dell’una di notte, così ho deciso di andare in auto. Voglio stare con mia figlia, ora è lì con lui, vuole stargli vicino, è distrutta». Una relazione importante quella tra i due giovani, accomunati dalla passione per la politica e per l’Europa. Ma non solo. «Vede, Antonio è un ragazzo bravo, di quelli con la B maiuscola. Non è retorica la mia. È uno di quelli che non ti dice mai di no. Mai. Anche quando avevo qualche lavoretto da fare in azienda lui c’era sempre».
Sconvolti anche i vicini di casa, che abitano due piani sotto ai genitori della vittima, in via Centa 2 a Trento. «Antonio — raccontano — lo abbiamo visto crescere qui sotto, nel cortile, insieme ai nostri figli. Siamo sconvolti ovviamente e stiamo seguendo con apprensione quello che sta accadendo. Ho scritto un messaggio a Mimmo (padre di Antonio, ndr) mi ha detto solo che è grave e nulla di più. Antonio è un ragazzo positivo, lo vediamo sempre in giro con le cuffiette, sempre a parlare con qualcuno». Sempre connesso, verrebbe da dire, come i giovani europei di oggi.