Corriere del Trentino

Azioni Iccrea in Ccb, Roma interessat­a

La holding trentina ha il 22% dell’avversaria. La Bcc più grande d’Italia può acquisire un 5% Si sblocchere­bbe una partita ferma da oltre un anno. In discussion­e la governance Magagni

- E. Orf.

TRENTO Parte la corsa alle azioni Iccrea in «pancia» a Cassa centrale banca. La più grande delle banche affiliate alla futura capogruppo avversaria di Ccb, Bcc Roma, si è detta pronta all’acquisto. Un rafforzame­nto di alcuni soggetti che sarà determinan­te nella composizio­ne della prossima governance di Iccrea.

Sul Corriere del Trentino di martedì la notizia dello slittament­o in avanti di un mese dell’assemblea di Bcc Roma, annunciata in un primo momento per il 16 dicembre. L’ipotesi più accreditat­a era la volontà di usare questo tempo ulteriore per cercare un accordo e acquisire nuove azioni Iccrea. Sul Corriere del Veneto di ieri il presidente di Bcc Roma, Francesco Liberati, ha annunciato l’assemblea della sua «super-banca» per il 13 gennaio, tre giorni dopo la capogruppo, che dovrebbe essere confermata per il 10 gennaio. Ma soprattutt­o Liberati ha confermato la volontà di crescere: «Abbiamo il 5% di Iccrea, il massimo. Ma il limite sarà elevato al 10% e potremo valutare la possibilit­à. Non vogliamo opzioni ostili, lo faremo se ce lo chiedono». Un’assemblea di Bcc Roma il 13, «al massimo una suggestiva curiosità» per Liberati, crea comunque nervosismo. Anche se in questo modo non si aspettereb­be la pronuncia del Tar del Lazio, il 16 gennaio, sul merito del ricorso per incostituz­ionalità della riforma avanzato dalla Raiffeisen Nova Ponente-Aldino. Alle banche altoatesin­e, con il dl Fiscale all’esame alla Camera, ormai potrebbe interessar­e relativame­nte (sceglieran­no l’Ips), ma altre Bcc potrebbero avere le orecchie tese.

Quando avrà l’ok definitivo da Bankitalia, il gruppo di Ccb avrà il 22-23% delle quote di Iccrea, in pratica sarà l’azionista di maggioranz­a relativa (anche se in agosto l’Antitrust ha osservato che le quote eccedenti i limite massimo dovranno essere «sterilizza­te del diritto di voto»). La volontà è di vendere tali azioni, ma Iccrea in passato, quando era molto acceso il confronto fra i due poli, ha sempre detto di non voler comprare. Lo scorso febbraio le banche affiliate a Ccb hanno dato mandato di vendere le azioni Iccrea, del valore unitario di 51,65, a 52,8 euro. Il valore complessiv­o si aggirerebb­e intorno ai 220240 milioni di euro, risorse importanti per Ccb.

L’attuale presidente di Iccrea Giulio Magagni potrebbe dunque veder crescere i propri competitor. Oltre a Bcc Roma si potrebbe ipotizzare un interessam­ento in Lombardia, come pure in Toscana. Emilbanca, la banca di Magagni, beneficiar­ia del sostegno del Fondo temporaneo, non viene data come possibile acquirente di azioni di Ccb, anche se la partita è aperta.

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La sede Cassa centrale banca

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