Radicalizzati, carcere monitorato
TRENTO È noto ormai a tutti che uno dei luoghi dove avviene il maggior numero di radicalizzazioni è il carcare. Per questo oltre al controllo costante del territorio, i monitoraggi da parte degli organi di polizia avvengono anche in carcere. La solitudine, la reclusione spesso contribuiscono ad alimentare comportamenti e convinzioni sempre più radicali. «C’è un lavoro costante in sinergia con la polizia penitenziaria» spiega il questore Giuseppe Garramone. Avere contezza a livello di numeri di quante persone in Trentino vengono monitorate perché a rischio di radicalizzazione o segnalate come simpatizzanti dell’Isis è difficile. È inutile nasconderlo però: qualcuno ci sarà sicuramente anche in Trentino e in Alto Adige, basta pensare alla cellula meranese smantellata dai carabinieri del Ros di Trento. Il processo a Bolzano è ancora in corso.
Sul tema, però, il questore taglia corto: «Siamo in costante contatto con l’anti terrorismo nazionale, tutte le persone segnalate come possibili radicalizzati vengono monitorate. C’è un’attività di intelligence e scambio di informazioni anche con i carabinieri quotidiano».
Intanto per martedì è stato fissato un comitato per la sicurezza al Commissariato dal Governo. Sul tavolo c’è il piano di sicurezza in vista del Capodanno, ma ovviamente anche la strage di Strasburgo. In realtà un piano dettagliato di sicurezza per i mercatini di Natale è già stato fatto — fanno sapere da via Piave — è stato predisposto, considerate anche le caratteristiche della città, prima dell’inizio. Intanto considerato il massiccio afflusso di turisti italiani ai mercatini di Innsbruck è stato concordato l’invio in Austria di due agenti della polizia e due unità dei carabinieri.