Corriere del Trentino

Innerhofer: «Più forza con allenament­i mirati»

Un avvio stagionale da podio grazie a palestra e bici

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È partita con un secondo posto a Lake Louise la stagione di Christof Innerhofer. La Valgardena non gli ha mai detto bene in passato, ma alla vigilia le sensazioni sono questa volta positive. Le prove cronometra­te (sebbene molto dei Big vi giochino a nascondino) dicono che quello che tra il trentatree­nne di Gais e la Saslong è la storia di un feeling ritrovato.

Innerhofer, il Circo Bianco approda in Valgardena. La Saslong in passato non le è mai stata amica. L’Italia non vince da lungo tempo. È il momento di riscrivere la storia?

«Il mio miglior risultato è stato il quinto posto dello scorso anno. Dico la verità, all’inizio più che un matrimonio è stato un divorzio. Non amavo questa pista, ma ci vuole in po’ di tempo ad apprezzare le cose belle, e quindi oggi mi trovo molto meglio. Rispetto al passato ho un buon feeling e sono più scorrevole. Noi italiani non vinciamo da tanto tempo, vero. Tuttavia le statistich­e nello sci contano poco e lasciano il tempo che trovano. Magari questa è la volta buona, chissà... Le sensazioni sono buone. Non è mai facile correre sulla pista di casa, perché le pressioni sono molto forti. Speriamo di fare una buona gara davanti ai nostri tifosi. Ci vuole anche un po’ di fortuna. Vedremo, dai»

Quest’anno i problemi fisici sembrano finalmente averti dato pace. Come si sente?

«Ho avuto tanti problemi in passato al ginocchio e alla schiena, ma ora sto bene. La salute è la cosa più importante. Quest’anno fra primavera e estate ho messo parecchi chilometri nelle gambe. Sono migliorato anche in gigante, perché mi è d’aiuto nei tratti di scivolamen­to in discesa. Ho integrato gli allenament­i in pista con la preparazio­ne in palestra e le uscite in bicicletta»

In Canada, alla prima uscita è subito salito sul podio. Un ottimo inizio che fa ben sperare...

«La stagione è partita bene. L’anno scorso ho faticato tanto a d andare sul podio, quest’anno è arrivato subito alla prima uscita: secondo nella discesa di Lake Louise. Vorrei concretizz­are quanto mi riesce di fare in prova. Sono tranquillo. Sento di poter fare una buona gara anche qui»

Ci spieghi la Saslong...

«Su questa pista non c’è un punto dove puoi vincere, semmai solo punti dove puoi perdere. L’unica cosa che conta davvero è essere veloci e scorrevoli da cima in fondo. Se non sei veloce da subito, non porti a casa nulla. Questa è una pista che non concede margini di recupero»

Quali sono i suoi favoriti?

«Davanti vedo i due norvegesi, Svindal e Jansrud sempre grandi protagonis­ti qui (negli ultimi tre anni Svindal ha ottenuto due vittorie e un secondo posto in discesa e quattro successi tra il 2012 e il 2015 in SuperG; Jansrud vanta tre secondi posti in discesa tra il 2013 e il 2017 e due vittorie in SuperG nel 2014 e 2016, ndr).

Poi, l’austriaco Max Franz ha vinto nel 2016 e lo scorso anno è arrivato terzo. Quest’anno ha già vinto Lake Louise, vediamo ora come va qui. Il terzo nome su cui puntare è quello dello svizzero Beat Feuz. Poi occhio agli outsider, che non mancano mai e sono molti».

Lei e Dominik Paris siete le speranze azzurre per raggiunger­e quel successo che ci manca dal 2001, quando a vincere fu Kristian Ghedina. Tanto, troppo tempo, no?

«Dominik è l’ultimo italiano sul podio qui. Lo vedo in forma. Lui è un vero animale da gara. Nella competizio­ne si esalta e tira fuori il meglio. Per quanto mi riguarda, le prime sensazioni sono positive. Non è mai facile correre sulla pista di casa, perché le pressioni sono forti. Speriamo di fare una buona gara davanti ai nostri tifosi. Ci vuole anche un po’ di fortuna». (l. f.)

Sulla Saslong non c’è un punto dove puoi vincere ma tanti punti dove puoi perdere, perché se sbagli ti impedisce di recuperare

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