Mölgg: «Qui lotterò con tutte le mie forze»
«Pista a due passi da casa, ho tanta voglia di stupire»
La coppa del mondo sbarca in Alta Badia e domenica si consacra in uno dei suoi templi, la Gran Risa di La Villa, insieme ad Adelboden uno dei due atenei del gigante. Lunedì sera andrà in scena lo spettacolo del gigante parallelo. C’è un vecchio leone che ha ancora tanta voglia di ruggire, soprattutto se le nevi son quelle a due passi dalla sua casa di San Vigilio di Marebbe. Manfred Mölgg, 36 inverni, è il capofila per curriculum e carta d’identità di una squadra azzurra che prepara il futuro.
Mölgg, in Alta Badia respira aria di casa. Tra tanti podi, uno che le manca...
«Ci sono andato vicino. La Gran Risa è una pista che mi piace, è molto tecnica e va tirata dall’inizio alla fine. L’importante è far correre gli sci e portare velocità al traguardo giù dal muro finale. Detto questo, prima o poi sul podio voglio salirci. Se sto bene, sono ancora lì».
A 36 anni lei è il capofila per curriculum e carta d’identità di una squadra azzurra che in una fase di ricambio generazionale prepara il futuro. Come lo interpreta questo tuo ruolo?
«Finché sto bene e posso battermi, ho ancora voglia di dire la mia. E poi in squadra, davanti ci sono ancora io eh...
(ride). Il gigante di Alta Badia è una grande classica, una festa dello sci che attira ogni anno tanta gente. Troverò molti amici. Io sono tranquillo, non sento troppo la pressione. Penso solo a star bene e fare una buona gara».
Una gran prima manche nel gigante di Beaver Creek. Peccato per gli errori nella seconda. Lei è ancora lì con i migliori, l’unico italiano partire nei primi quindici...
«Devo ripartire da quella prima manche quando ero quinto a ridosso dei primi. Purtroppo sto combattendo con una fastidiosa influenza che mi accompagna da un po’. Siamo stati ad allenarci sulla neve di casa mia a San Vigilio, ma son dovuto rimaner fermo e non ho potuto mettere gli sci, ma magari col riposo a domenica arrivo fresco anziché cotto dagli allenamenti (altra risata). Questa influenza non ci voleva. Sono sotto antibiotici, ma lotterò con tutte le mie forze per essere al meglio. Ho ancora tanta voglia. Ci attende una settimana intensa, cinque gare in sei giorni tra alta Badia, Saalbach e Madonna di Campiglio».
Da cinque anni l’Alta Badia è un regno sovrano di Marcel Hirscher. Un fenomeno davvero imbattibile?
«Sta facendo qualcosa d’incredibile. È in stato di grazia, tranquillo, sereno e soprattutto sicuro dei suoi mezzi. Batterlo è molto difficile. Quando qualcuno lo insidia, lui riesce a dare sempre qualcosa in più. Mostruoso».
Oltre al solito Kristoffersen, chi può dargli fastidio?
«Kristoffersen gli è vicino, sebbene più in slalom che in gigante. Poi ci sono tanti outsider da Pinturault a Meillard, da Luitz (vincitore a Beaver Creek, tra le polemiche legate all’utilizzo dell’ossigeno, ndr) a Meillard, da Haugen a Ford, Olsson e Kranjec. Tutti possono dire la loro».
E la squadra azzurra?
«Nel gruppo c’è un bel clima. Sulla Gran Risa, oltre a Riccardo Tonetti che ha già colto due piazzamenti nei dieci e Luca De Aliprandini, troveremo anche Giovanni Borsotti, Roberto Nani e Giulio Bosca. In più, c’è un plotone di giovani altoatesini che stanno stanno lavorando molto bene. Maurberger vince in Coppa Europa, Vinatzer, Hofer e Bacher in allenamento li vedo in palla. Devono crederci e convincersi del loro valore. È ora di dimostrarlo. È un gruppo che sta crescendo giorno dopo giorno. In gigante siamo un po’ più indietro rispetto allo slalom, ma questi ragazzi arriveranno. Bisogna solo avere un po’ di pazienza. Questa è una buona squadra. Credo che anche noi possiamo dire la nostra». (l. f.)
La Gran Risa mi piace, è molto tecnica. L’importante è far correre gli sci e portare velocità al traguardo giù dal muro finale