Caterina chiusa nel dolore Amici distrutti: siamo annullati
Lutto in ateneo. «La sua memoria vivrà»
Al civico numero 6 di TRENTO vicolo Bortolotti non c’è molta voglia di parlare. Nella casa abbarbicata lungo le ripide salite di Vigo Meano la porta si apre velocemente, quei pochi secondi necessari a far uscire una zia giunta in visita e a far sapere che né Caterina Moser né la sua famiglia se la sentono di rilasciare dichiarazioni: «Preghiamo per Antonio» ci dice la sorella maggiore Giulia, che vive nelle Marche. Un’invocazione che purtroppo, nel tardo pomeriggio di ieri, non sarebbe più servita a tenerlo in vita, ma ad accompagnare la sua anima e a sperare di sollevare il dolore dei suoi familiari, della fidanzata, degli amici, di tutti quelli che lo conoscevano.
Compresa Caterina Moser, che era con lui martedì sera al mercatino di Natale di place Kléber a Strasburgo quando Cherif Chekatt ha fatto fuoco sulla folla e, come lei e Clara Rita Stevanato hanno raccontato all’eurodeputato del Pd Daniele Viotti, «ha preso la mira». Chekatt «si è appoggiato al muro e ci ha puntato la pistola alla fronte» è la frase che le due studentesse che insieme ad Antonio Megalizzi lavorano per il network di radio universitarie Europhonica hanno ripetuto mimando il gesto dello sparo con il pollice e l’indice alzati. La ventiquattrenne di Vigo Meano ha fatto ritorno a casa giovedì in tarda serata ma ieri mattina non se l’è sentita di rilasciare alcuna dichiarazione. Troppo forte lo stato di shock, troppo grave il peso della preoccupazione per l’amico e collega che non è riuscito a fuggire alla follia omicida di un giovane della sua stessa età.
«Sono annullato». Due parole, lapidarie. È pietrificato Maurizio de Jorio. Soltanto fino a pochi giorni fa era insieme a Antonio alla Radio 80 forever young, a Rovereto. Poi martedì è successo l’impensabile. Antonio ha perso la vita nel cuore dell’Europa, nel luogo per cui batteva forte il suo.
«Poi, ho iniziato l’avventura di Europhonica, un programma radio che trasmette dal parlamento europeo a Strasburgo. È stato in quel momento che mi sono letteralmente innamorato dell’Unione europea». Con queste parole Antonio si era presentato nella domanda di iscrizione alla laurea magistrale Meis. «Io garantisco che, come sempre, non mi arrenderò mai. Posso promettere di portare attenzione, entusiasmo, impegno e dedizione», continuava nella lettera di presentazione.
Da oggi le bandiere ufficiali sulla sede del rettorato saranno listate a lutto e esposte a mezz’asta. Il preside della Scuola di studi internazionali Andrea Fracasso lo ha voluto ricordare così. «Antonio rappresenta per noi una generazione di giovani che studiano e lavorano in tutto il mondo per realizzare qualche cosa che va oltre il solo conseguimento del titolo di studio, dando corpo e sostanza a principi e ideali che fondano la società moderna, giusta e inclusiva in cui aspiriamo a vivere. Vittima di un atto crudele e insensato, Antonio non potrà portare a termine il lavoro che si era prefisso. Il nostro impegno sarà a tenere la memoria di Antonio viva».
Sul fronte politico unanime è stato il cordoglio. Il consiglio comunale di Trento si è fermato per un minuto di silenzio, altrettanto farà il consiglio provinciale di martedì «in omaggio alla memoria di questo giovane — scrive il presidente Walter Kaswalder —, perfetto rappresentante di quanto di meglio sta crescendo nel nostro Trentino». Il ministro trentino Fraccaro parla di «tragedia straziante», per l’ex premier Silvio Berlusconi «c’è solo da piangere». Per la senatrice di Forza Italia, Elena Testor, «il suo inno alla gioia di essere cittadino d’Europa deve restare nel cuore e nella mente di chi gli ha voluto bene», mentre Piergiorgio Cattani (Futura 2018) scrive che «Antonio sarà un esempio da seguire».
Fraccaro
È una tragedia straziante, stroncata una vita innocente
Testor
Il suo inno alla gioia di essere europeo resterà nel cuore
L’inedito
La domanda di iscrizione al Meis: «Garantisco che non mi arrenderò mai»