Case, il mercato rallenta: pesa l’incertezza politica
Rigotti (Fimaa): ma dopo dieci anni vediamo uno spiraglio di ripresa
Il mercato immobiliare in Trentino torna a rallentare, secondo la Fimaa di Severino Rigotti, che dice: «Pesa l’incertezza politica».
TRENTO Il mercato immobiliare frena bruscamente dopo l’inattesa accelerazione che aveva avuto nei primi otto mesi dell’anno. Secondo quanto riportato dall’Osservatorio dell’Agenzia delle entrate, la crescita del mercato degli immobili residenziali nei primi dieci mesi del 2018 si è arrestata infatti al 3%. Un dato positivo ma decisamente sotto le aspettative rispetto al trend che si era registrato fino ad agosto (3.623 atti, quasi il 18% in più rispetto ai 3.071 dello stesso periodo del 2017).
«Complice di questa battuta d’arresto è stata quasi sicuramente l’incertezza politica a livello nazionale. Si ha infatti lo stesso sentimento anche per il mercato immobiliare nel resto del Paese» spiega Severino Rigotti, presidente della Federazione italiana mediatori agenti d’affari (Fimaa). «Nonostante ciò — continua Rigotti — possiamo dire che dopo dieci anni non dico che rivediamo la luce, ma almeno che c’è uno spiraglio di ripresa stabile». Inoltre, i nuovi dati in riferimento a gennaio-ottobre 2018 sono stati calcolati con un sistema più preciso rispetto a quello utilizzato lo scorso anno per lo stesso periodo. L’Osservatorio del mercato immobiliare si è dotato infatti di un nuovo e più efficace strumento per la conservazione, la selezione e l’elaborazione dei dati (il software Spss Modeler), oltre ad aver disposto di una qualità superiore degli atti ricevuti dai notai. «Per questo motivo sono dati da prendere con le pinze — spiega il referente provinciale dell’Osservatorio Paolo Borzaga —. In ogni caso, il mercato rimane sempre positivo e assistiamo ad una stabilizzazione dei prezzi». Insomma, nonostante il rallentamento di settembre e ottobre, il mercato immobiliare riprende a crescere con continuità come non faceva dagli anni precedenti alla crisi.
Traino del mercato sono sicuramente gli immobili nelle zone turistiche del Trentino. Si chiude infatti l’anno con un buon segno positivo, sopratutto nella compravendita delle seconde case. La media dei valori degli immobili oscilla tra gli 80.000 e i 150.000 euro. A ciò si aggiunge l’incidenza degli affitti delle case vacanze e, in misura maggiore, la locazione ai lavoratori stagionali. Altra molla sono i terreni edificabili, tornati ad essere oggetto di desiderio degli imprenditori. Nonostante comunque il valore a metro cubo edificabile sia sceso di molto rispetto agli anni precedenti al 2007-2008: da 600-700 a 200-300 euro. Scende invece il valore dell’usato (alloggi di tipo civile con finiture di media qualità usati con un massimo di 15 anni), circa il 50% in meno rispetto al periodo pre crisi. Così come si riduce il numero dei locali affittati ai commercianti, soltanto 17 nel 2018 rispetto ai 24 del 2017. Si riscontra un leggero aumento soltanto in centro storico a Trento, ma dovuto principalmente al dominio dei grandi marchi del franchising. «Negli anni precedenti si è mantenuto un canone d’affitto mensile fisso ai valori pre crisi, circa 5.000 euro. Abbiamo fatto continue richieste di riduzione del canone — osserva Severino Rigotti — ma non si riesce a cambiare la mentalità dei proprietari». Per quanto riguarda il mercato degli immobili residenziali — è stata presentata ieri la «Guida casa 2019» — si assiste ad una stabilizzazione dei prezzi, con un leggero aumento del 2-3% in alcune zone del Trentino. Il prezzo degli immobili nella zona di Trento e dintorni è compreso mediamente tra i 150.000 e i 250.000 euro, rispetto ai 100-200.000 euro nelle altre zone. Le case residenziali rappresentano inoltre il 90% della compravendita degli immobili. Per i capannoni industriali soltanto una leggera crescita dopo lunghi anni di crisi.
Il report gennaio-ottobre 2018 rivela infine il mancato apporto del ceto medio, la classe sociale che dal dopoguerra fino alla crisi del 20072008 ha costituito il volano totale del mercato immobiliare. Si passa infatti dall’acquisto della prima casa ad un valore di 150-200.000 euro a quello di immobili residenziali con un prezzo nettamente più alto.
L’andamento
Sul fronte residenziale si è assistito a una stabilizzazione dei prezzi