UNA REGIONE EUROPEA NEL SOLCO DI LANGER
Strategia Coinvolgere scuola e università
Corrono vent’anni dalla nascita della Fondazione che di quel profeta porta il nome, ed è tempo che le sue intuizioni trovino gambe per camminare. Il percorso da seguire, l’ utopia concreta di Alexander Langer, la ritroviamo nelle seguenti parole, da lui usate nel 1985, alla scomparsa del suo maestro Claus Gatterer: «Ha lasciato una piccola eredità “materiale”: documenti, appunti, libri, studi incompiuti, carteggi, tutte cose che andranno a costituire un fondo affidato alla “Gaismair-Gessellschaft” di Innsbruck e Bolzano. Forse potrà essere il nucleo di partenza, l’accumulazione originaria di un istituto, un archivio intitolato al nome di Gatterer e potenziale embrione di un organismo di ricerca e di alta cultura sui problemi del Sudtirolo, delle minoranze, delle autonomie, del pluri-culturalismo, del federalismo, dei rapporti fra trentini e tirolesi, tra Austria e Italia».
Un’eredità «materiale» della quale sono entrate a far parte oggi le opere frutto dell’impegno civile di Langer stesso. Ma riprendiamo ancora le parole del “viaggiatore leggero”: «Nel nome di Gatterer e a partire dal suo lascito è forse possibile che finalmente si rompa il monopolio selettivo e partigiano che finora ottenebra la storiografia e la produzione culturale sudtirolese in nome di una onniprevalente ragion di stato, e si uniscano forze ed intelligenze che insieme molto potrebbero contribuire ad una più profonda conoscenza storica di temi ed argomenti finora solo poco esplorati da alcuni pionieri».
Quindi una conoscenza patrimonio non di pochi ma dell’intera comunità. Oggi, unire i patrimoni di Gatterer e Langer, anche solo virtualmente, ai lasciti dei maggiori protagonisti tirolesi e trentini del Novecento, creando una rete comune fra le maggiori biblioteche e le istituzioni di ricerca storica di Innsbruck, Trento e Bolzano, vorrebbe dire continuare in ciò che Langer riteneva giusto: usare la leva della conoscenza critica della storia per dare concretezza alla regione europea delle Dolomiti, uno spiraglio di luce in tempi di sovranismi, dando così piena sostanza, abbattendo muri e costruendo ponti, a una fra le utopie concrete che Langer seppe tenere vive, da vero pastore errante per terre martoriate. Cruciale il coinvolgimento del mondo della scuola e dell’università in tutte le sue componenti. Anche il trasferimento, che ha suscitato allarmi, della biblioteca della Regione all’Eurac di Bolzano, se inserita in un progetto di rete culturale potenziata e ben coordinata fra i capoluoghi, andrebbe vissuto non come una «spoliazione» ma come un aiuto, nel momento in cui Trento ha in agenda progetti (le sedi della Fondazione Museo storico e della casa degli archivi) che attendono da tempo di essere realizzati.
Scelta
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