Scuole bilingui, appello ai consiglieri
Palermo e Mariani: «Garantire alle famiglie un’istruzione adeguata» L’allarme: troppo pochi studenti sanno parlare la seconda lingua
BOLZANO Dire «scuole bilingui» in Alto Adige equivale a scoperchiare il vaso di Pandora. Le intenzioni sono le migliori e l’obiettivo è formare le nuove generazioni rendendole più competitive sul piano professionale. Il tema, però, riapre ferite mai cicatrizzate, divisioni e visioni contrapposte su cui è difficile trovare terreno comune.
E così anche ieri, nell’incontro organizzato a Bolzano dal Forum Democratico, la proposta di integrazione all’articolo 19 dello Statuto di Autonomia per prevedere l’offerta di classi bilingui si è trasformata in un dibattito che ha palesato la complessità dell’argomento. La presidente Barbara Repetto, l’ex ispettore dell’intendenza scolastica italiana per la seconda lingua Marco Mariani e il docente universitario, costituzionalista ed ex senatore Francesco Palermo hanno presentato quella che in una terra plurilingue dovrebbe essere una realtà consolidata e invece, ad oggi, è solo una proposta.
«Non vogliamo modificare l’assetto istituzionale della scuola — tranquillizza Mariani — ma proporre un’integrazione per offrire il diritto dell’istruzione plurima a famiglie che chiedono un ventaglio più ricco di quello attuale».
La proposta era già arrivata in Parlamento con il disegno di legge costituzionale presentato lo scorso anno dall’ex senatore Palermo. Un documento che «non è stato discusso». La questione, però, spiccava nei programmi elettorali di molte forze politiche alle Provinciali. «Ci hanno sostenuto in molti, soprattutto la Lega che ora si è tirata indietro. — spiega, deluso, Mariani — D’altronde nella Svp non ci sono interlocutori sensibili al tema. Interessava ai Verdi e a Paul Köllensperger».
La richiesta del gruppo linguistico tedesco di imparare l’italiano, ammette Repetto, «non è così forte e per questo la questione non viene affrontata». Ma l’onorevole Palermo ammonisce: «È bene togliere un po’ di pressione dalla pentola prima che scoppi». I dati sono catastrofici: «Solo il 24% dei ragazzi tedeschi esce dalla maturità con un italiano paragonabile a un discreto B2, mentre è bassissima la percentuale degli italiani che raggiunge un livello di tedesco delle scuole elementari».
Quello che il Forum persegue è «un cambio di mentalità» e sa che «occorre tempo, ma non si può continuare a trattare l’articolo 19 dello Statuto come un oggetto di culto intoccabile».