«Saremo il cuore della tua Europa»
Università, gli amici raccolgono l’eredità di Antonio. Bandiere a mezz’asta in segno di lutto
«Saremo il cuore della tua Europa». Gli amici dell’università raccolgono l’eredità di Antonio Megalizzi, il giovane reporter ucciso dal terrorismo. Domani si svolgerò l’autopsia sul corpo del giovane e mercoledì o giovedì ci saranno i funerali in Duomo celebrati dal vescovo Tisi. Bandiere a mezz’asta in segno di lutto.
TRENTO Il sogno di Antonio Megalizzi, come quello di molti suoi coetanei, era un’Europa compresa a fondo e apprezzata dai tutti i suoi cittadini. Un’Europa che lui si impegnava a raccontare, attraverso la radio, nella sua architettura istituzionale e politica. Lo stava facendo con la radio Europhonica anche a Strasburgo, l’11 dicembre, quando il suo sogno di è stato spento dall’attentatore Cherif Chekatt, suo coetaneo.
L’amico e collega giornalista Andrea Fioravanti ricorda «come preparava con professionalità, lucidità, con amore da artigiano della parola le dirette e le interviste agli eurodeputati», che riusciva sempre a «ad alleggerire, a semplificare», scrive. Andrea e Antonio condividevano l’interesse per il giornalismo e da tre anni dedicavano tutte le loro energie alla costruzione di una radio europea che raccontasse l’Europa e la sua politica con un linguaggio che tutti i giovani potessero capire. Andrea raccoglie in poche righe su Facebook alcuni momenti di un’amicizia nata a Strasburgo e coltivata in giro per l’Europa. I «discorsi a occhi aperti in un Parlamento europeo vuoto», le interviste del giorno dopo preparate fino a tardi, «quella corsa divertita per intervistare Farage», i «pranzi e cene in mezza Europa, davanti a una mensa, un piatto di canederli o un panino di autogrill prima di partire verso la diretta successiva». Ricorda l’entusiasmo di contagioso di Antonio, «anche quando non c’erano i soldi ma solo la passione». Le parole che Andrea dedica all’amico sono una promessa all’Europa per il futuro. «Sognavi un’Europa diversa e io non lascerò morire quell’idea. Noi di Europhonica non permetteremo che tutto sia vano. Nec flere, nec ridere, sed intelligere. Sarà difficile ma lo farò per te, con la tua ironia». Antonio Megalizzi era anche uno studente alla Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento. Frequentava il secondo anno, e questo semestre aveva scelto di frequentare il corso «Democratizzare la sicurezza: diritti umani, democrazia, Stato di diritto in un’età di incertezza». Il docente del corso, Michele Nicoletti, lo ricorda come uno studente «curioso di capire», «protagonista costante, con il suo acume intellettuale, il fiuto politico, la profonda sensibilità civile». «In classe — scrive Nicoletti — ci siamo interrogati nello sforzo di capire che cosa voglia dire sicurezza e ragionato sull’assurda violenza del terrorismo contem- poraneo che colpisce gli inermi, scelti a caso tra la folla. Non vi sono cosiddetti “ideali” che possano giustificare questo disperato cinismo». Nella casella di posta elettronica del professore, rimane l’ennesima, ultima dimostrazione dell’impegno del giornalista trentino, che domenica scorsa aveva scritto un’email a Nicoletti per programmare la discussione del paper di fine corso. «Lo avevamo fissato la settimana prossima. Questa settimana, si era scusato, non poteva, era via per lavoro».
Intanto ieri Sanbaradio ha celebrato la sua festa natalizia nel ricordo di Antonio. «È stata una decisione sulla quale abbiamo meditato per due giorni — spiega Giovanni Melchiori — La nostra decisione vuole essere un affronto alle aspirazioni di chi commette questi attacchi terroristici. Dimostriamo che nonostante questi criminali provino a dividerci e impaurirci noi rimaniamo uniti».
Michele Nicoletti
«Era curioso di capire. Mi aveva scritto domenica per fissare la discussione di un paper. Questa settimana era via per lavoro»