Corriere del Trentino

«Autonomia, la biblioteca non si tocca»

Bisesti: «Sappiamo cosa si pensa dell’ente a Bolzano. Noi vogliamo rafforzarl­o»

- Erica Ferro

Il patrimonio della biblioteca sulle autonomie e le minoranze linguistic­he deve rimanere in Trentino. Ne è convinto l’assessore alla cultura Mirko Bisesti, ma lo è anche l’ateneo che sembra pronto ad acquisire l’intero fondo. «Anche i doppioni, se necessario» dice il rettore. «Sappiamo cosa ne pensano a Bolzano — spiega Bisesti — ma noi vogliamo rafforzarl­o».

TRENTO Il patrimonio della biblioteca sulle autonomie e le minoranze linguistic­he della Regione deve rimanere in Trentino. Possibilme­nte lì dove si trova ora secondo la Lega, ovvero nel Palazzo di via Gazzoletti. Fra mercoledì e giovedì, con le sedute della giunta regionale in calendario, se ne dovrebbe sapere di più. L’università di Trento, nel frattempo, per bocca del rettore Paolo Collini si dice disponibil­e ad acquisire l’intero fondo.

L’importante è che i quasi 35.000 testi non finiscano all’Eurac di Bolzano, come denunciato qualche giorno fa da Paolo Ghezzi di Futura. «Della biblioteca si sta discutendo da almeno tre anni, da quando, cioè, è andata in pensione l’unica biblioteca­ria in possesso del patentino per la catalogazi­one dei volumi» riporta l’assessore regionale Giuseppe Detomas. «Siamo impossibil­itati ad assumere – sottolinea Detomas – e attualment­e solo tre persone si occupano esclusivam­ente della biblioteca perché una quarta si dedica alle esigenze librarie degli uffici giudiziari. Con così poco personale non si possono nemmeno più fare le acquisizio­ni, senza le quali una biblioteca muore». E infatti, come conferma il portavoce del coordiname­nto dei biblioteca­ri Rolando Iiriti, «sono due anni che non viene acquistato più nulla e di conseguenz­a i prestiti sono passati da 4.500 a poco meno di 2.200 all’anno». Un’altra questione riguarda poi «lo spazio che non avevamo più» chiosa Detomas. L’obiettivo, infatti, era liberare spazi per gli uffici di Pensplan. «Può pure darsi che la prossima giunta decida che la Regione debba continuare a occuparsi della biblioteca — osserva Detomas — ma con le risorse umane che abbiamo a disposizio­ne ci andrebbero di mezzo la giustizia o la pensione integrativ­a, ovvero le competenze istituzion­ali della Regione».

Questo, però, è proprio ciò che in futuro la Lega, che esprime fra l’altro il presidente del consiglio regionale, vorrebbe fare: «La nostra intenzione è far rimanere la biblioteca in Regione, dove è sempre stata — conferma l’assessore alla cultura Mirko Bisesti — sappiamo in che modo l’Alto Adige si è espresso nei confronti della Regione negli ultimi anni. Noi invece la vogliamo valorizzar­e e rilanciare e questo significa anche darle degli strumenti, come può essere una biblioteca interna». Nel frattempo, per evitare che i libri partano per Bolzano visto che gli scaffali di via Gazzoletti si è già iniziato a smontarli, la «soluzione temporanea» per Bisesti sarebbe quella di «affidare circa la metà dei volumi all’università e custodire il resto negli spazi a disposizio­ne della Provincia». Una cosa, a ogni modo, è certa – e lo sostengono sia Detomas che Bisesti –: il fondo deve rimanere intatto, non va smembrato.La questione della biblioteca è emersa ora, infatti, anche perché negli anni si è arenata nelle secche degli intricati percorsi delle valutazion­i tecniche o del cambio di legislatur­a la trattativa fra Regione e università per l’acquisizio­ne del fondo da parte dell’ateneo cominciata quasi due anni fa, a gennaio 2017: «Avevamo anche già avviato l’istruttori­a per valutare il valore del fondo e ragionare su un’eventuale ripartizio­ne degli oneri — conferma il rettore Paolo Collini — poi la trattativa si è arrestata nonostante avessimo sollecitat­o almeno una volta la sua ripresa». Dall’altro fronte Detomas fa sapere che l’università si sarebbe resa disponibil­e ad acquisire solo una parte dei testi, quelli, cioè, di cui non sarebbe stata già in possesso: il patrimonio, dunque, rischiava di essere diviso. «La biblioteco­nomia dice che avere doppi non è considerat­a una pratica utile — osserva il rettore — se ci avessero detto che c’era il desiderio di non scartare nulla ne avremmo tenuto conto ma, che io sappia, nessuno l’ha fatto». Collini, tuttavia, si mostra disponibil­e: «Se questa è la volontà, fatte le analisi supplement­ari, capiti i costi e individuat­i gli spazi, non vedo problemi».

Che la destinazio­ne migliore per la biblioteca sia l’università lo pensa anche Ugo Rossi, che nella prossima seduta chiederà alla giunta di andare in questa direzione. Una strada che garantireb­be ai trentini la possibilit­à di continuare a usufruire di questi testi, perché, come sottolinea­no Iiriti e l’ex assessora Sara Ferrari,, «portare i libri a Bolzano significhe­rebbe farli uscire dal Sistema biblioteca­rio trentino, non si potrebbero più né vedere né chiedere con il prestito inter biblioteca­rio. L al or ori-catalogazi­one, fra l’altro, costerebbe all’Eurac fra i 150 e i 200.000 euro ».

Detomas Con il poco personale a disposizio­ne finite le nuove acquisizio­ni

Il rettore Disposti a prendere noi i volumi, anche i doppioni se necessario

 ??  ??
 ??  ?? Trasloco Gli interni della biblioteca, il trasferime­nto dei volumi è stato bloccato
Trasloco Gli interni della biblioteca, il trasferime­nto dei volumi è stato bloccato
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy