«Autonomia, la biblioteca non si tocca»
Bisesti: «Sappiamo cosa si pensa dell’ente a Bolzano. Noi vogliamo rafforzarlo»
Il patrimonio della biblioteca sulle autonomie e le minoranze linguistiche deve rimanere in Trentino. Ne è convinto l’assessore alla cultura Mirko Bisesti, ma lo è anche l’ateneo che sembra pronto ad acquisire l’intero fondo. «Anche i doppioni, se necessario» dice il rettore. «Sappiamo cosa ne pensano a Bolzano — spiega Bisesti — ma noi vogliamo rafforzarlo».
TRENTO Il patrimonio della biblioteca sulle autonomie e le minoranze linguistiche della Regione deve rimanere in Trentino. Possibilmente lì dove si trova ora secondo la Lega, ovvero nel Palazzo di via Gazzoletti. Fra mercoledì e giovedì, con le sedute della giunta regionale in calendario, se ne dovrebbe sapere di più. L’università di Trento, nel frattempo, per bocca del rettore Paolo Collini si dice disponibile ad acquisire l’intero fondo.
L’importante è che i quasi 35.000 testi non finiscano all’Eurac di Bolzano, come denunciato qualche giorno fa da Paolo Ghezzi di Futura. «Della biblioteca si sta discutendo da almeno tre anni, da quando, cioè, è andata in pensione l’unica bibliotecaria in possesso del patentino per la catalogazione dei volumi» riporta l’assessore regionale Giuseppe Detomas. «Siamo impossibilitati ad assumere – sottolinea Detomas – e attualmente solo tre persone si occupano esclusivamente della biblioteca perché una quarta si dedica alle esigenze librarie degli uffici giudiziari. Con così poco personale non si possono nemmeno più fare le acquisizioni, senza le quali una biblioteca muore». E infatti, come conferma il portavoce del coordinamento dei bibliotecari Rolando Iiriti, «sono due anni che non viene acquistato più nulla e di conseguenza i prestiti sono passati da 4.500 a poco meno di 2.200 all’anno». Un’altra questione riguarda poi «lo spazio che non avevamo più» chiosa Detomas. L’obiettivo, infatti, era liberare spazi per gli uffici di Pensplan. «Può pure darsi che la prossima giunta decida che la Regione debba continuare a occuparsi della biblioteca — osserva Detomas — ma con le risorse umane che abbiamo a disposizione ci andrebbero di mezzo la giustizia o la pensione integrativa, ovvero le competenze istituzionali della Regione».
Questo, però, è proprio ciò che in futuro la Lega, che esprime fra l’altro il presidente del consiglio regionale, vorrebbe fare: «La nostra intenzione è far rimanere la biblioteca in Regione, dove è sempre stata — conferma l’assessore alla cultura Mirko Bisesti — sappiamo in che modo l’Alto Adige si è espresso nei confronti della Regione negli ultimi anni. Noi invece la vogliamo valorizzare e rilanciare e questo significa anche darle degli strumenti, come può essere una biblioteca interna». Nel frattempo, per evitare che i libri partano per Bolzano visto che gli scaffali di via Gazzoletti si è già iniziato a smontarli, la «soluzione temporanea» per Bisesti sarebbe quella di «affidare circa la metà dei volumi all’università e custodire il resto negli spazi a disposizione della Provincia». Una cosa, a ogni modo, è certa – e lo sostengono sia Detomas che Bisesti –: il fondo deve rimanere intatto, non va smembrato.La questione della biblioteca è emersa ora, infatti, anche perché negli anni si è arenata nelle secche degli intricati percorsi delle valutazioni tecniche o del cambio di legislatura la trattativa fra Regione e università per l’acquisizione del fondo da parte dell’ateneo cominciata quasi due anni fa, a gennaio 2017: «Avevamo anche già avviato l’istruttoria per valutare il valore del fondo e ragionare su un’eventuale ripartizione degli oneri — conferma il rettore Paolo Collini — poi la trattativa si è arrestata nonostante avessimo sollecitato almeno una volta la sua ripresa». Dall’altro fronte Detomas fa sapere che l’università si sarebbe resa disponibile ad acquisire solo una parte dei testi, quelli, cioè, di cui non sarebbe stata già in possesso: il patrimonio, dunque, rischiava di essere diviso. «La biblioteconomia dice che avere doppi non è considerata una pratica utile — osserva il rettore — se ci avessero detto che c’era il desiderio di non scartare nulla ne avremmo tenuto conto ma, che io sappia, nessuno l’ha fatto». Collini, tuttavia, si mostra disponibile: «Se questa è la volontà, fatte le analisi supplementari, capiti i costi e individuati gli spazi, non vedo problemi».
Che la destinazione migliore per la biblioteca sia l’università lo pensa anche Ugo Rossi, che nella prossima seduta chiederà alla giunta di andare in questa direzione. Una strada che garantirebbe ai trentini la possibilità di continuare a usufruire di questi testi, perché, come sottolineano Iiriti e l’ex assessora Sara Ferrari,, «portare i libri a Bolzano significherebbe farli uscire dal Sistema bibliotecario trentino, non si potrebbero più né vedere né chiedere con il prestito inter bibliotecario. L al or ori-catalogazione, fra l’altro, costerebbe all’Eurac fra i 150 e i 200.000 euro ».
Detomas Con il poco personale a disposizione finite le nuove acquisizioni
Il rettore Disposti a prendere noi i volumi, anche i doppioni se necessario