Corriere del Trentino

«Ti promettiam­o di realizzare un po’ di te nei nostri sogni»

I compagni della Scuola di studi internazio­nali ricordano Antonio «Ci batteremo per l’Europa»

- Tommaso Di Giannanton­io

TRENTO Come ogni giorno, i compagni di corso di Antonio si sono ritrovati in facoltà ieri mattina, alla Scuola di studi internazio­nale. Non c’erano però lezioni da seguire né esami da sostenere. Erano lì per salutare Antonio, nei corridoi della facoltà, dove in molti lo avevano visto per l’ultima volta. Appendendo lettere, foto e pensieri ad una bacheca hanno voluto ricordare il loro amico. «Ciao Antonio o, come ti salutavo sempre io, ciao Direttore: per me hai sempre avuto quell’aria da persona importante, e ho sempre ammirato il tuo darti da fare, il tuo essere sempre propositiv­o e attivo in tantissimi progetti. “Ma come fa?” mi chiedevo sempre. Non so se provo più rabbia o tristezza… non è giusto. Viviamo in un mondo senza Antonio Megalizzi ora, e non riesco a capire come sia possibile. Non riesco a capire come fa il mondo ad andare avanti, come fanno le persone a proseguire con le loro vite… una parte di me vorrebbe fermare gli estranei per strada e chiedere loro “vi rendete conto di cosa è successo? Ma voi lo sapete chi abbiamo perso? Chi ci hanno portato via?”. Perché non penso che davvero lo sappiano. Sento persone qualsiasi parlare di te e penso tra me e me che non ne avrebbero il diritto. Hai fatto parlare tutta l’Italia di te… ovunque tu sia, ti starai sicurament­e gongolando. Anche se non eri spesso a lezione, tutti sapevano con certezza chi eri e tutti noi ti vogliamo bene. Tutti noi abbiamo ricordi e aneddoti legati a te e tutti noi abbiamo sperato fino alla fine che tornassi tra noi. Ricordo che qualche settimana fa, un prof ci ha fatto scrivere su un foglio la nostra paura più grande. Poi a fine lezione qualcuno ti ha chiesto: “Allora? Qual è la paura più grande di Antonio Megalizzi?” e tu, con quel tuo solito sorriso, hai risposto “l’agenzia delle entrate” e ci hai fatto ridere tutti come hai sempre fatto. Io ho scritto che la mia paura più grande è perdere qualcuno a me caro. Tu, col senno di poi, a qualcuno la tua vera paura l’hai rivelata: la morte. Le nostre paure si sono avverate, amico mio. E piango al pensiero che tu non potrai mai realizzare i tuoi sogni. Avevi una vita meraviglio­sa davanti a te, piena di ambizioni e di successi. Avevi un cuore enorme e una voglia di vivere che travolgeva tutti quanti. Avevi tutto questo e te l’hanno portato via. Ma una parte di te resta in ognuno di noi, dentro questa classe. Ti promettiam­o di realizzare un po’ di te in tutti i nostri sogni. Ti promettiam­o di ricordarti per sempre e di fare in modo che tutti conoscano il tuo nome e la persona incredibil­e che eri. Lunga vita ai ricordi che ci legano a te. Siamo fortunati ad averti avuto nelle nostre vite».

Gli ideali di Antonio sono scolpiti nel cuore di ognuno dei suoi amici. Nonostante la giovane età, aveva soltanto 29 anni, ha lasciato dietro di sé molti insegnamen­ti. «Noi due, del nichilismo, ne avevamo fatto la nostra bandiera. Ma in realtà, tu la vita l’amavi. Sei la persona più intelligen­te, brillante, arguta e sagace che io abbia mai conosciuto, di un livello così alto che ogni tanto faticavo a starti dietro. Ci hai insegnato tanto, e noi, ognuno dei tuoi compagni, non possiamo fare altro che portare avanti i tuoi ideali. Sei dentro di noi, e faremo del nostro meglio per far sì che la tua splendida voce sia riflessa nelle nostre azioni. Ti vogliamo bene». Ne parla così una sua compagna di corso. «Non riesco ancora a credere che a gennaio tu non sarai qui con noi a dare gli esami. Ti parlo di esami (anche se non dovrei) perché mi viene in mente un evento successo l’anno scorso durante la sessione. Stavo rientrando a Trento nella sessione quando ti incontrai sul treno. Una volta arrivati in stazione, tu hai insistito, nonostante le mie ripetitive proteste, di portare la mia pesantissi­ma valigia su e giù per le scale. Anche se lì non hai avuto il coraggio di battere ciglio, qualche giorno dopo, mentre eravamo a chiacchier­are mi hai chiesto “ma ci nascondevi i cadaveri nel trolley?”. Mi fa anche molto incazzare che non riuscirai ad andare in Erasmus il prossimo semestre. Spero di riuscire a prendere un po’ della tua determinaz­ione per il futuro e di riuscire a finire tutte le serie e film che mi avevi consigliat­o. Grazie di tutto». Da ieri mattina, le bandiere ufficiali sulla sede del rettorato sono state li-

Una compagna di corso

Mi fa molto incazzare che non andrai in Erasmus. Spero di riuscire a prendere la tua determinaz­ione e di finire i film che mi avevi consigliat­o

state a lutto e esposte a mezz’asta per ricordare Antonio Megalizzi. Nei prossimi giorni, sarà aperto anche uno spazio sul sito dell’Università di Trento dove raccoglier­e i messaggi di cordoglio che la comunità accademica e studentesc­a vorrà dedicargli.

Per molti compagni di corso, Antonio Megalizzi resterà un punto di riferiment­o nel futuro. «C’è che io non mi capacito che sia potuto succedere a te, a te che due settimane fa seduto davanti a me a lezione mi hai chiesto come stavo con il tuo fare premuroso. E se io l’avessi saputo, te l’avrei detto che i tuoi sogni sono troppo grandi e troppo belli. Te l’avrei detto che quella che mi hai dedicato Angels in radio mi sono commossa e ti avrei detto della tua intraprend­enza e della tua mente brillante. Ma se queste frasi dette da me non valgono, sappi che siamo tanti e tutti insieme saremo la bocca che esprime le tue idee, le mani che realizzano i tuoi progetti e il cuore che si batte per la tua Europa. Ciao Antonio ti voglio solo dire grazie».

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 ?? (Rensi) ?? Fiori sotto casaUn mazzo di fiori lasciato ieri sotto la casa dei genitori di Antonio in via di Centa a Trento
(Rensi) Fiori sotto casaUn mazzo di fiori lasciato ieri sotto la casa dei genitori di Antonio in via di Centa a Trento
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Nella foto grande la bacheca che la Scuola di studi internazio­nali ha dedicato ieri ad Antonio Megalizzi, il 29enne ucciso a Strasburgo. In alto la laurea della sorella Federica, insieme ai genitori e alla fidanzata Luana. Quindi un cartello di ricordo che Europhonic­a (Foto Rensi)
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