Corriere del Trentino

Corsi di italiano, le associazio­ni si mettono in rete

I volontari reagiscono al decreto Salvini. Parte anche la raccolta fondi: #primalital­iano

- Tristano Scarpetta

TRENTO Il decreto Salvini cancella i corsi di italiano per i richiedent­i asilo e le associazio­ni rispondono costituend­o una rete che possa garantire in futuro questo basilare strumento di integrazio­ne. «Ci stiamo organizzan­do — conferma Sandra Aschieri, presidente di Atas — ma non si può chiedere al volontaria­to, da solo, di fare ciò che dovrebbe garantire lo Stato».

Senza italiano, non c’è lavoro, né qualsiasi forma di integrazio­ne, compresa la basilare comprensio­ne delle regole da rispettare. Eppure, il decreto Salvini prevede che, per risparmiar­e, non si possano più dare lezioni di italiano ai richiedent­i asilo. Per Aschieri «è sempliceme­nte un modo di ignorare, di rimuovere la realtà: queste persone esistono, ci piaccia, o meno, sono qui, come si può pensare di gestire questo fenomeno senza nemmeno capirsi?». La reazione di vecchie e nuove associazio­ni è stata immediata, ma non è facile da organizzar­e. I bisogni linguistic­i sono dei più vari, si va dall’analfabeta al dottore di ricerca e offrire un servizio efficace non è semplice quando ognuno agisce in autonomia. «Siamo tanti, ma un po’ polverizza­ti» riconosce Aschieri.

Una delle realtà che si occupa proprio di insegnare l’italiano è la scuola Penny Wirton, che ha aperto la sua sezione trentina ad aprile. «Non siamo ancora nemmeno un’associazio­ne — riferisce il responsabi­le, Luca Bronzini — Siamo un gruppo di venti persone. La casa editrice Il Margine ci offre gli spazi, noi compriamo penne e quaderni. Abbiamo tenuto degli incontri con il centro Astalli che ci ha illustrato queste novità normative e che sta cercando di coordinare un po’ le attività. In questi sei mesi, abbiamo fatto lezione a 110 persone provenient­i da 40 nazioni diverse. Siamo consapevol­i di essere una goccia nel mare, ma davvero non capiamo come, anche dimentican­dosi degli aspetti umani, non si capisca l’utilità di integrare queste persone, di non esporle alla criminalit­à e di ringiovani­re una società, la nostra, che ha nell’invecchiam­ento uno dei suoi problemi».

L’associazio­ne Demo, presieduta da Mattia Civico, sta cercando di raccoglier­e anche un po’ di fondi. «Non si può pensare — sottolinea l’ex consiglier­e — che il volontaria­to possa bastare, occorre un supporto profession­ale». La campagna #primalital­iano è chiarament­e la parodia del leghista «prima gli italiani» e chiede di «regalare a Natale un’ora di italiano» dal costo di 20 euro. Meglio se si decide di «adottare una lezione di italiano al mese». I particolar­i dell’iniziativa su demotrento.com.

Non si tratta delle uniche iniziative. Si sono, o si stanno attivando tra gli altri anche l’associazio­ne Gioco degli specchi, la cooperativ­a Samuele, Caleidosco­pio e il centro sociale Bruno.

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ParodiaLa campagna di Demo ironizza sul leghista «prima gli italiani» indicando la necessità di insegnare la lingua

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