Religione, storia e simbologia Il Natale e l’arrivo del presepe
Se andiamo ad esaminare la più simbolica delle rappresentazioni del Natale ci troviamo certamente ad ammirare il presepe che ricrea, dal vivo, il momento della nascita del divino bambino e l’adorazione che il popolo fedele gli riserva.
La tradizione popolare, alla quale il presepe come simbolo del Natale è tanto caro, vuole tutto il creato ad onorare la nascita del Cristo. Tutto il creato cominciando dal cielo, stellato nell’ora della nascita divina, alla terra rappresentata ora come deserto, ora come villaggio e, soprattutto, alla grotta, il punto focale dove nacque il Redentore.
Grotta come imago mundi, luogo di culto ed iniziazione, che dal buio di un antro appartato, raccolto, ma nascosto, si illumina d’immenso alla nascita del Cristo. Ma non solo. Nel presepe si manifesta la coralità di tutto il creato alla nascita del Signore. Ecco quindi tutti gli uomini e le donne e i bambini, ma anche gli animali. Così vediamo le miti pecorelle, le oche del laghetto, e, in onore dell’Oriente, i maestosi cammelli e il pavone simbolo dell’immortalità. Ma gli animali che più ci intrigano nella presentazione del Natale sono senz’altro il bue e l’asino presenti accanto alla figura del Divino Bambino.
Nel Vangelo dello Pseudo Matteo del VI secolo sta scritto: «Il terzo giorno dopo la nascita del Signore, Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla: mise il bimbo nella mangiatoia, e il bue e l’asino l’adorarono».
Probabilmente, San Francesco, nella sua prima ricostruzione del Natale come presepe, a Greggio nel 1223, si riferì a questo testo.
Nella letteratura cristiana o meglio nei Bestiari cristiani, i due animali hanno suscitato molte interpretazioni. Secondo San Girolamo, l’asino starebbe a significare l’Antico Testamento e il bue il Nuovo.
Le varie e diverse interpretazioni sono dovute ai differenti contesti culturali che le hanno maturate. Il bue, sempre considerato simbolo positivo, è, nelle tradizioni precristiane, considerato animale sacrificale.
Più difficile, e in parte contraddittoria, la simbologia dell’asino, anche se nei Vangeli è difficile attribuirgli una valenza negativa. Le immagini che ne abbiamo sono quelle della paziente presenza nel presepe, nella cavalcatura della fuga in Egitto e dell’entrata in Gerusalemme la
La grotta È vista come luogo e di culto e iniziazione cristiana
domenica delle Palme.
Anche nelle tradizioni asiatiche l’asino è simbolo regale-sapienziale.
E per finire, Marius Schneider, il famoso etnomusicologo, risale al simbolismo dell’asino attraverso l’interpretazione del suo raglio, considerato un suono originario che contiene tutti gli archetipi del cosmo. Il suo grido duplice, in ascesa e in discesa, indica il principio e la fine, la nascita e la morte. E il simbolo di colui che porta con sé ogni principio ed ogni fine, è la luce che passa dal crepuscolo invernale alla aurora primaverile.
Sacrificio, umiltà, pazienza e vigilanza sono dunque le virtù rappresentate dal bue e dall’asino, gli animali principali di ogni presepe.