Corriere del Trentino

«Nuova Pulisprint», chiusi i cancelli: licenziati 31 operai

Nago, l’azienda in situazione fallimenta­re. Esternaliz­zate le commesse in corso

- Orfano

Fulmine a ciel sereno per la «Nuova Pulisprint» azienda di Nago che fornisce servizi di lavanderia industrial­e per alberghi e ristoranti. La concorrenz­a in questi ultimi tempi si è fatta sempre più forte, i margini sono stati erosi e ora l’azienda è in uno stato fallimenta­re. Partito il licenziame­nto collettivo per i 31 dipendenti, per la chiusura.

TRENTO Doccia fredda per i 31 dipendenti della «Nuova Pulisprint» di Nago: l’azienda ha comunicato ai sindacati la volontà di chiudere i battenti e avviare la procedura di licenziame­nto collettivo.

«La comunicazi­one ci è arrivata sabato sera» racconta Ivana Dal Forno, segretario della Femca Cisl. Ieri mattina i dipendenti sono andati a lavorare ma le condizioni erano mutate, per cui non hanno potuto fare altro che protestare ai cancelli. Del resto la situazione sembra essere compromess­a. La società di Corrado Vettori e Claudio Manzana fornisce servizi di lavanderia industrial­e per alberghi, ristoranti e comunità. Ha una dimensione più che altro locale e da tempo subisce una concorrenz­a sempre più forte e strutturat­a da parte di soggetti di altre parti d’Italia, fatto che ha progressiv­amente eroso i margini.

Nonostante una serie di tentativi per contenere i costi, i conti hanno continuato a peggiorare, tanto che alcuni soggetti terzi hanno cominciato a dubitare della solidità di «Nuova Pulisprint». La situazione ora viene giudicata non reversibil­e: non è possibile comprimere ulteriorme­nte i costi, i competitor­s premono e pesa pure il pressing delle banche e dei fornitori. Una serie di elementi che hanno portato l’azienda in una situazione fallimenta­re, tanto da spingere la proprietà a optare per la cessazione dell’attività, badando però di proteggere le commesse in corso, al fine di non incorrere in ulteriori penalità. Per questo motivo «Nuova Pulisprint» si è rivolta a un fornitore esterno, che porterà a termine le commesse.

Il personale che teme per il suo posto di lavoro è composto da 31 lavoratori, di cui 30 operai e un impiegato. Fra gli operai la maggior parte è composta da operatori alla lavanderia, 23 persone. Ci sono poi cinque apprendist­i e due responsabi­li di controllo. Per quanto riguarda i contratti, quasi tutti sono a tempo indetermin­ato, tranne due a tempo determinat­o.

L’azienda domani vedrà i rappresent­anti sindacali, ma fin da subito intende stringere molto i tempi per mettere in atto il programma di mobilità. Inoltre, a quanto pare, la proprietà mette le mani avanti sostenendo che sostiene non sarà possibile prevedere incentivi all’esodo o altre forme di aiuto nei confronti dei lavoratori, a parte quanto previsto dal contratto nazionale.

«Gli operai si sono trovati i cancelli chiusi — chiude Dal Forno — e da quanto comunicato ci sono poche speranze per un’esito positivo».

Dal Forno

Gli operai si sono trovati i cancelli chiusi e temo che ci siano poche speranze

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