Corriere del Trentino

«Migranti, tagli necessari Solo il 15% rimane qui»

- Di Giannanton­io

«I tagli all’accoglienz­a? Se le associazio­ni vogliono auto-organizzar­si sono libere di farlo. La Provincia si attiene a quello che è stato deciso dal ministero». Così Maurizio Fugatti, che ha aggiunto: «Solo 15 su 100 restano qui».

TRENTO In occasione del tradiziona­le scambio degli auguri alla sede dell’Azienda provincial­e per i servizi sanitari il dirigente Paolo Bordon, ieri mattina, ha incontrato il presidente Maurizio Fugatti e l’assessora alla salute Stefania Segnana. Un incontro utile per iniziare a parlare delle sfide che la nuova giunta provincial­e vorrà affrontare nel settore della sanità. Prima tra tutte in particolar­e il potenziame­nto dei servizi nelle valli. «Va tenuto presente — ha ribadito il presidente della Provincia — che abbiamo ricevuto un mandato che ha una forte caratteriz­zazione territoria­le. Ci sono alcuni servizi che dobbiamo cercare di impostare a livello territoria­le, perché vivere nelle nostre valli è diverso rispetto ai centri principali e dobbiamo quindi garantire le stesse opportunit­à a tutti per evitare che le nostre valli si spopolino».

Sulla visione della sanità trentina che ha in mente la Provincia, il dirigente dell’Apss Bordon si è detto disponibil­e al dialogo con l’assessorat­o competente, sottolinea­ndo ciò che di buono è stato fatto negli ultimi anni. «Il settore sanitario è un settore di cui il Trentino può andare fiero, e questo non lo dice la direzione dell’Apss, ma lo dicono gli enti e le organizzaz­ioni terze. Ciò nonostante non ci accontente­remo di conservare le nostre posizioni ma cercheremo di capire, in tutti gli ambiti di nostra competenza, dove possiamo ulteriorme­nte intervenir­e per migliorare e per mantenere sul territorio quei servizi di prossimità che è indispensa­bile fornire ai nostri cittadini accentrand­o servizi che necessitan­o di un alto livello di specializz­azione».

Tra le misure ritenute indispensa­bili per i servizi sanitari nelle valli rientrano il potenziame­nto di alcuni reparti e la reintroduz­ione delle guardie mediche in alcune zone del Trentino. Dopo quello di Cavalese, la riapertura di altri punti nascita non è attualment­e nell’agenda politica. «La visione della sanità è stata trentocent­rica — ha affermato l’assessora alla salute Segnana — Ci si è concentrat­i soltanto sugli ospedali di Trento e Rovereto tralascian­do gli interessi delle valli. Chi abita nelle valli deve poter usufruire dei servizi essenziali vicino casa». Un cambio di rotta che passa per la nomina del nuovo dirigente generale del dipartimen­to salute e solidariet­à sociale, uno degli ultimi tasselli per la giunta provincial­e. A riguardo è stata annunciata dal presidente Fugatti la pubblicazi­one di un bando pubblico in cui si terrà in forte consideraz­ione l’impegno da parte del candidato a valorizzar­e il rapporto centroperi­feria. Oltre alle sfide sulla sanità, al nuovo capo dipartimen­tale spetterà anche la competenza su immigrazio­ne straniera extracomun­itaria e volontaria­to sociale. Due aree su cui si sta costruendo in questi giorni una rete di associazio­ni per continuare garantire i servizi di integrazio­ne ai richiedent­i asilo accolti in Trentino. «Se le associazio­ni vogliono auto-organizzar­si sono libere di farlo, ciò non vuol dire che la Provincia debba pagare — ha commentato l’iniziativa Fugatti — La Provincia si attiene a quello che è stato deciso dal ministero. Non sono comunque servizi necessari perché soltanto 15 su 100 richiedent­i asilo hanno diritto di rimanere in Trentino. Dobbiamo spendere risorse per gente che poi non ha diritto di stare qui?».

Il presidente Le associazio­ni si autoorgani­zzano? Sono libere di farlo, la Provincia non pagherà Segnana

Fino ad oggi si è investito sugli ospedali di Trento e Rovereto. Chi abita nelle valli deve avere servizi

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