Corriere del Trentino

COSTITUZIO­NE VIOLATA DAL DECRETO SICUREZZA

Atteggiame­nto passivo sbagliato

- Di Pietro Chiaro * * Ex magistrato

passato.

Orbene in quegli undici «principi fondamenta­li» viene sancito, in sintesi, nelle sue linee essenziali, che la Repubblica democratic­a è fondata su: il lavoro, con il diritto allo stesso e il dovere di esercitarl­o; l’inviolabil­ità dei diritti di ogni uomo; l’uguaglianz­a di ogni essere umano, senza alcuna distinzion­e; la parità delle confession­i religiose; la promozione della cultura e della ricerca scientific­a; la tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico; il rispetto dei trattati internazio­nali; il diritto d’asilo per lo straniero in determinat­e circostanz­e e infine il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà.

Ho ritenuto necessaria questa breve introduzio­ne, perché francament­e non riesco a darmi pace a fronte di questa sorta di assuefazio­ne del Paese, che avverto a ogni livello, innanzi all’offesa di tali principi — frutto, voglio ancora ricordarlo, delle lotte e del sangue di quelli, che per essi si immolarono — che continuame­nte negli ultimi tempi dobbiamo lamentare; in attesa, e con i danni che intanto vengono prodotti, che la Corte Costituzio­nale intervenga e faccia la pulizia che le compete.

Infatti a me pare che la Costituzio­ne venga palesement­e violata a fronte di questa vergognosa legislazio­ne, di stampo elettorale, varata da ultimo con decreto sicurezza che, oltre ad aumentare paradossal­mente l’irregolari­tà della posizione di alcuni migranti, viola palesement­e il diritto di difesa, sancendo la possibilit­à di espulsione dopo la prima sentenza di condanna.

Per me resta incomprens­ibile che un Paese di migranti, come il nostro, possa accettare una legislazio­ne sì ignominios­amente discrimina­toria, avulsa da ogni finalità di integrazio­ne; imposta altresì dall’ineliminab­ile fenomeno della globalizza­zione. Altro che perseguime­nto di quell’obiettivo processo storico costituito dall’unificazio­ne reale del genere umano auspicato da Antonio Gramsci.

Ed ora, dopo aver dato prima il proprio placet, l’Italia continua a perdere credibilit­à sul piano internazio­nale, ritirando, per il momento, in attesa della discussion­e in Parlamento, l’assenso che presidente del consiglio aveva già dato in ordine al Global compact per le migrazioni, cui hanno già aderito la massima parte dei Paesi europei.

Intanto il ministro factotum Matteo Salvini, che oltre agli Interni detta legge in ogni campo governativ­o, sta insistendo per l’approvazio­ne della legge sulla legittima difesa, con la quale cerca di sottrarre sempre più la possibilit­à di intervento al giudice per la valutazion­e della dovuta proporzion­alità tra offesa e difesa; addivenend­osi, con la nuova normativa, attraverso la previsione della presunzion­e di colpevolez­za del reo, a una sorta di vera e propria licenza di uccidere.

Nell’ultimo episodio del genere, nel quale è rimasto ucciso un giovane albanese, il ministro ha subito twittato un attestato di solidariet­à a chi aveva sparato, senza minimament­e porsi il problema di come si era svolta la drammatica vicenda. Non è questo un sostegno alla barbara forma dell’esercizio della giustizia da sé?

Potrei continuare, ma lo spazio non me lo concede. Spero solo di aver trasmesso il senso di grande sconcerto che mi attanaglia a fronte di questo popolo accondisce­ndente e anzi in massima parte plaudente. Mala tempora currunt!

L’appello Siamo un popolo di migranti, è tempo di alzare la voce

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