COSTITUZIONE VIOLATA DAL DECRETO SICUREZZA
Atteggiamento passivo sbagliato
passato.
Orbene in quegli undici «principi fondamentali» viene sancito, in sintesi, nelle sue linee essenziali, che la Repubblica democratica è fondata su: il lavoro, con il diritto allo stesso e il dovere di esercitarlo; l’inviolabilità dei diritti di ogni uomo; l’uguaglianza di ogni essere umano, senza alcuna distinzione; la parità delle confessioni religiose; la promozione della cultura e della ricerca scientifica; la tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico; il rispetto dei trattati internazionali; il diritto d’asilo per lo straniero in determinate circostanze e infine il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà.
Ho ritenuto necessaria questa breve introduzione, perché francamente non riesco a darmi pace a fronte di questa sorta di assuefazione del Paese, che avverto a ogni livello, innanzi all’offesa di tali principi — frutto, voglio ancora ricordarlo, delle lotte e del sangue di quelli, che per essi si immolarono — che continuamente negli ultimi tempi dobbiamo lamentare; in attesa, e con i danni che intanto vengono prodotti, che la Corte Costituzionale intervenga e faccia la pulizia che le compete.
Infatti a me pare che la Costituzione venga palesemente violata a fronte di questa vergognosa legislazione, di stampo elettorale, varata da ultimo con decreto sicurezza che, oltre ad aumentare paradossalmente l’irregolarità della posizione di alcuni migranti, viola palesemente il diritto di difesa, sancendo la possibilità di espulsione dopo la prima sentenza di condanna.
Per me resta incomprensibile che un Paese di migranti, come il nostro, possa accettare una legislazione sì ignominiosamente discriminatoria, avulsa da ogni finalità di integrazione; imposta altresì dall’ineliminabile fenomeno della globalizzazione. Altro che perseguimento di quell’obiettivo processo storico costituito dall’unificazione reale del genere umano auspicato da Antonio Gramsci.
Ed ora, dopo aver dato prima il proprio placet, l’Italia continua a perdere credibilità sul piano internazionale, ritirando, per il momento, in attesa della discussione in Parlamento, l’assenso che presidente del consiglio aveva già dato in ordine al Global compact per le migrazioni, cui hanno già aderito la massima parte dei Paesi europei.
Intanto il ministro factotum Matteo Salvini, che oltre agli Interni detta legge in ogni campo governativo, sta insistendo per l’approvazione della legge sulla legittima difesa, con la quale cerca di sottrarre sempre più la possibilità di intervento al giudice per la valutazione della dovuta proporzionalità tra offesa e difesa; addivenendosi, con la nuova normativa, attraverso la previsione della presunzione di colpevolezza del reo, a una sorta di vera e propria licenza di uccidere.
Nell’ultimo episodio del genere, nel quale è rimasto ucciso un giovane albanese, il ministro ha subito twittato un attestato di solidarietà a chi aveva sparato, senza minimamente porsi il problema di come si era svolta la drammatica vicenda. Non è questo un sostegno alla barbara forma dell’esercizio della giustizia da sé?
Potrei continuare, ma lo spazio non me lo concede. Spero solo di aver trasmesso il senso di grande sconcerto che mi attanaglia a fronte di questo popolo accondiscendente e anzi in massima parte plaudente. Mala tempora currunt!
L’appello Siamo un popolo di migranti, è tempo di alzare la voce