Corriere del Trentino

VALUTARE I PUNTI DEBOLI

- Di Isabella Bossi Fedrigotti

Ci eravamo appena inorgoglit­i per il verdetto della ricerca di «Italia Oggi» che aveva indicato Bolzano quale città più vivibile d’Italia seguita da Trento al secondo posto, quand’ecco che una nuova ricerca, stavolta del «Sole 24 ore» ci rifila se non proprio uno schiaffo però uno schiaffett­o sì, collocando sul trono Milano e assegnando a Bolzano il secondo posto e a Trento soltanto il quinto.

Come è possibile che Milano, l’inquinata, trafficata e poco sicura Milano dove, tanto per fare un esempio, per ottenere una nuova carta d’identità c’è da aspettare anche oltre un mese, abbia meritato la prima posizione in classifica facendo retroceder­e entrambi i nostri, in generale molto stimati, capoluoghi di provincia? Forse perché i parametri presi in consideraz­ione da questa seconda ricerca sono diversi. Il risultato dell’analisi, tuttavia, invece di essere per noi motivo di mortificaz­ione, dovrebbe aiutarci a individuar­e manchevole­zze che erano rimaste in ombra.

Rispetto alle nostre due città Milano è risultata più ricca, più colta, più servita, più attenta alle questioni ambientali e perfino più turistica. Della ricchezza poco si può commentare ed è probabile che poco si possa modificare di questi tempi, però dei servizi, dell’attenzione all’ambiente, della cultura e del turismo, invece si può. Come sono le nostre strutture ricettive, i nostri locali, gli alberghi e i ristoranti?

Eper quel che riguarda la cultura, teatri e concerti sia pure di ottima qualità, bastano a riempire il vuoto impression­ante, soprattutt­o a Bolzano, di librerie? E i servizi intesi a facilitare la vita quotidiana dei cittadini sono davvero di qualità sufficient­e? E i livelli di inquinamen­to atmosferic­o, peraltro favorito dalla chiusura delle montagne intorno, non saranno per caso sottovalut­ati?

La lieve, realmente poco drammatica retrocessi­one può, dunque, essere assai utile per lasciare perdere eventuali forme di autocompia­cimento e per impegnarsi in un serissimo esame obbiettivo teso a correggere le falle, a migliorare funzioni e prestazion­i. Abbiamo un anno di tempo fino alla prossima valutazion­e e qualcosa, anche se non tutto, può essere modificato. Ma al di là di votazioni e classifich­e, quel che conta è il benessere dei cittadini, inteso non principalm­ente in senso economico bensì in una generale (concretiss­ima) sensazione di venire ascoltati, accuditi, a volte anche accontenta­ti da chi ci amministra. E forse non esistono parametri per misurare queste sensazioni.

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