Corriere del Trentino

Droga pagata in bitcoin Blitz con cinque arresti

Gli ordini attraverso la rete «darknet». Sequestrat­i oltre trenta chili di stupefacen­te

- Tommaso Di Giannanton­io

Droga acquistata sul web e pagata con i bitcoin. Gli ordini venivano effettuati attraverso la rete «darknet». Da qui è partita l’indagine della mobile di Trento che ha condotto all’arresto di cinque trentini e un giovane straniero. Per loro l’accusa è di traffico internazio­nale di stupefacen­ti.

TRENTO Droga acquistata sul web e pagata con i bitcoin. È una delle nuove frontiere del traffico internazio­nale di stupefacen­te quella svelata dall’indagine della squadra mobile di Trento «Darknet» che ha individuat­o uno dei tasselli della rete di rifornimen­to delle piazze cittadine. Giovedì scorso sono stati arrestati cinque trentini e un giovane straniero accusati di traffico internazio­nale di sostanze stupefacen­ti in forma associata. Si sono così aperte le porte del carcere per Andrea Capra, 28 anni, residente a Castelnuov­o, Ivano Merci 30 anni, di Borgo Valsugana, Senad Hodzic, 25 anni, di Piacenza, mentre sono agli arresti domiciliar­i Luca Dissegna, 30 anni, e Andreas Franco Bombardell­i, 33 anni, di Trento.

Risale al 20 settembre il fermo di un camion provenient­e dalla penisola iberica con a bordo 18 chili di hashish e la somma di 3.500 euro destinata al pagamento per il lavoro svolto da uno dei consociati. In tale occasione, grazie alle intercetta­zioni telefonich­e e in collaboraz­ione con il personale del commissari­ato di polizia di Rovereto,sono scattati i primi tre arresti. Ma l’indagine, condotta dalla mobile guidata dal vicequesto­re Salvatore Ascione, affonda le sue radici nell’estate dello scorso anno quando all’interno dell’aeroporto di Francofort­e era stata sequestrat­a una busta contente 20 grammi di cocaina destinata ad un cittadino italiano. Allora la Direzione centrale servizi antidroga (Dcsa) ipotizzò, in relazione al confeziona­mento dei plichi, che l’acquisto dello stupefacen­te fosse avvenuto attraverso la rete «darknet», il web oscuro a cui si accede in forma anonima. Da qui è partita la squadra mobile di Trento che, un anno dopo, nello scorso agosto, ha eseguito una perquisizi­one domiciliar­e nei confronti della persona fermata a Francofort­e che aveva portato all’arresto di D.E. (le iniziali) per il possesso di 50 grammi di cocaina e 500 grammi di marijuana. Nella medesima giornata era stata perquisita anche l’abitazione di uno dei cinque trentini arrestati in cui erano stati trovati circa 50 grammi di cocaina, 8.850 grammi di marijuana e 5.940 euro in banconote false. Gli approfondi­menti su Francofort­e hanno poi permesso di scoprire che c’erano altre persone coinvolte nel traffico di stupefacen­ti. Non solo: la droga veniva acquistata attraverso un sito web per mezzo di ricariche poste pay convertite in bitcoin, una cripto valuta. La cerchia si è continuata così ad estendere fino ad arrivare agli altri quattro trentini coinvolti nel traffico e in particolar­e ad una serie di elementi da cui emergevano importanti trasferime­nti di droga dalla Spagna.

Nei giorni successivi al fermo del camion, attraverso l’analisi dei telefoni sequestrat­i, era stata acclarata una diretta conoscenza tra tutti gli indagati ed il loro presunto coinvolgim­ento nel rapporto d’affari instaurato con i fornitori spagnoli, precedute anche da trasferte in Spagna. I risultati investigat­ivi dell’operazione «Darknet», coordinata dai sostituti procurator­i Marco Gallina e Davide Ognibene, ha fatto scattare le cinque ordinanze. Nel corso delle catture, inoltre, sono state sequestrat­e, ai fini della confisca, anche tre autovettur­e ed una moto. L’intera operazione ha comportato un sequestro di oltre 30 kg di stupefacen­te.

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Gli inquirenti Il maggiore Grimaldi , il questore Garramone, il procurator­e Raimondi e il vicequesto­re Ascione

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