Droga pagata in bitcoin Blitz con cinque arresti
Gli ordini attraverso la rete «darknet». Sequestrati oltre trenta chili di stupefacente
Droga acquistata sul web e pagata con i bitcoin. Gli ordini venivano effettuati attraverso la rete «darknet». Da qui è partita l’indagine della mobile di Trento che ha condotto all’arresto di cinque trentini e un giovane straniero. Per loro l’accusa è di traffico internazionale di stupefacenti.
TRENTO Droga acquistata sul web e pagata con i bitcoin. È una delle nuove frontiere del traffico internazionale di stupefacente quella svelata dall’indagine della squadra mobile di Trento «Darknet» che ha individuato uno dei tasselli della rete di rifornimento delle piazze cittadine. Giovedì scorso sono stati arrestati cinque trentini e un giovane straniero accusati di traffico internazionale di sostanze stupefacenti in forma associata. Si sono così aperte le porte del carcere per Andrea Capra, 28 anni, residente a Castelnuovo, Ivano Merci 30 anni, di Borgo Valsugana, Senad Hodzic, 25 anni, di Piacenza, mentre sono agli arresti domiciliari Luca Dissegna, 30 anni, e Andreas Franco Bombardelli, 33 anni, di Trento.
Risale al 20 settembre il fermo di un camion proveniente dalla penisola iberica con a bordo 18 chili di hashish e la somma di 3.500 euro destinata al pagamento per il lavoro svolto da uno dei consociati. In tale occasione, grazie alle intercettazioni telefoniche e in collaborazione con il personale del commissariato di polizia di Rovereto,sono scattati i primi tre arresti. Ma l’indagine, condotta dalla mobile guidata dal vicequestore Salvatore Ascione, affonda le sue radici nell’estate dello scorso anno quando all’interno dell’aeroporto di Francoforte era stata sequestrata una busta contente 20 grammi di cocaina destinata ad un cittadino italiano. Allora la Direzione centrale servizi antidroga (Dcsa) ipotizzò, in relazione al confezionamento dei plichi, che l’acquisto dello stupefacente fosse avvenuto attraverso la rete «darknet», il web oscuro a cui si accede in forma anonima. Da qui è partita la squadra mobile di Trento che, un anno dopo, nello scorso agosto, ha eseguito una perquisizione domiciliare nei confronti della persona fermata a Francoforte che aveva portato all’arresto di D.E. (le iniziali) per il possesso di 50 grammi di cocaina e 500 grammi di marijuana. Nella medesima giornata era stata perquisita anche l’abitazione di uno dei cinque trentini arrestati in cui erano stati trovati circa 50 grammi di cocaina, 8.850 grammi di marijuana e 5.940 euro in banconote false. Gli approfondimenti su Francoforte hanno poi permesso di scoprire che c’erano altre persone coinvolte nel traffico di stupefacenti. Non solo: la droga veniva acquistata attraverso un sito web per mezzo di ricariche poste pay convertite in bitcoin, una cripto valuta. La cerchia si è continuata così ad estendere fino ad arrivare agli altri quattro trentini coinvolti nel traffico e in particolare ad una serie di elementi da cui emergevano importanti trasferimenti di droga dalla Spagna.
Nei giorni successivi al fermo del camion, attraverso l’analisi dei telefoni sequestrati, era stata acclarata una diretta conoscenza tra tutti gli indagati ed il loro presunto coinvolgimento nel rapporto d’affari instaurato con i fornitori spagnoli, precedute anche da trasferte in Spagna. I risultati investigativi dell’operazione «Darknet», coordinata dai sostituti procuratori Marco Gallina e Davide Ognibene, ha fatto scattare le cinque ordinanze. Nel corso delle catture, inoltre, sono state sequestrate, ai fini della confisca, anche tre autovetture ed una moto. L’intera operazione ha comportato un sequestro di oltre 30 kg di stupefacente.