Corriere del Trentino

La disoccupaz­ione scende ancora: 3,1%

Ripristina­ti i livelli pre-crisi. Spinelli incalza: «Migliorare i centri per l’impiego»

- Di Margherita Montanari

Nel terzo trimestre del 2018 la disoccupaz­ione in Trentino scende al 3,1%, fatto che determina la riconquist­a dei livelli pre-crisi. Ieri sono stati presentati i dati aggiornati del rapporto sull’occupazion­e, curato dall’Agenzia del lavoro. L’assessore competente, Achille Spinelli, già in passato critico nei confronti della struttura, chiede di fare di più: «Occorre rilanciare i centri per l’impiego». Per Salomone è importante «custodire il capitale sociale».

TRENTO «Una nuova normalità economica». I dati elaborati dall’Ufficio dell’Agenzia del lavoro sui primi nove mesi del 2018 dicono che in Trentino la situazione occupazion­ale è tornata ad essere quella dei livelli pre-crisi. Con un tasso di disoccupaz­ione al 3,1%, un terzo di quella nazionale «che farebbe invidia persino all’amministra­zione americana».

Così, ieri, il presidente dell’Agenzia del lavoro ha presentato il trentatree­simo rapporto sull’occupazion­e in Provincia. Un rapporto nel quale si legge la stabilizza­zione dell’occupazion­e al 69,5%, a cui contribuis­cono in misura sempre maggiore le donne. La dinamica del mercato del lavoro rimane però più favorevole per gli uomini, grazie al volano rappresent­ato dal settore dell’agricoltur­a.

La crescita dell’occupazion­e è comunque in fase di rallentame­nto, con aumento di 1.400 unità. Un’evidenza nuova è la partecipaz­ione in leggero calo al mercato del lavoro. Tra gennaio e settembre 2018, rispetto allo stesso periodo del 2017, sono complessiv­amente cresciute le assunzioni da parte delle imprese in tutti i settori (+14,9%), con 15.759 assunzioni in più. Un dato certamente legato alla crescita complessiv­a del fatturato delle imprese di quasi quattro punti percentual­i. Tuttavia, rimane «prepondera­nte» l’utilizzo di contratti a tempo determinat­o, utilizzati per l’89% delle assunzioni. Guardando più a fondo, la performanc­e economica trentina non è stata costante nell’arco dei 9 mesi. Il primo semestre del 2018 conferma le buone performanc­e economiche del 2017. Diverso il quadro per il secondo semestre. Una stasi che non può certo considerar­si un punto di svolta in negativo del ciclo economico, dato che gli indicatori del lavoro rimangono stabili.

Preoccupa, però, il rallentame­nto delle esportazio­ni, la cui crescita si ferma al +0,1%. Gli attuali occupati in Trentino sono il 6,6% in più di quanti ne venivano registrati prima della crisi economica. Il 33esimo rapporto sottolinea il fatto che le donne sono il 45,4% della popolazion­e occupata, dato corretto da un +3,7% rispetto al riferiment­o pre crisi. Della crescita beneficia anche la fascia degli under 30: nei primi 9 mesi del 2018, sono stati assunti 5.966 giovani in più rispetto al periodo di riferiment­o. Aumenta anche il tasso di occupazion­e dei lavoratori over 55, cresciuto del 25,7% dal 2007. «Il cambiament­o, in parte, è stato apportato dagli effetti concreti delle politiche del lavoro attuate in Trentino dal 2011 al 2017 a favore delle fasce svantaggia­te», spiega uno dei relatori, Giulio Zanella.

Al tavolo dei lavori, insieme al presidente dell’Agenzia del lavoro, c’era ieri l’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli, critico nelle scorse settimane con Agenzia. Di fronte a un quadro positivo, Spinelli riconosce i passi avanti fatti, ma non manca di sottolinea­re la linea di cambiament­o lungo la quale si muoverà, per una «nuova fase delle politiche del lavoro in Trentino, centrata sulla formazione e sul rilancio dei centri per l’impiego». Un punto tuttora critico, infatti, rimane quello dell’intermedia­zione tra domanda e offerta di lavoro, dal momento che il numero degli iscritti ai centri dell’impiego è diminuito del 4%. «Il modello non funziona al meglio senza un investimen­to sulle autonomie per le strutture di intermedia­zione tra domanda e offerta», commenta Salomone e aggiunge: «Se questo è il tempo di un cambiament­o, facciamo in modo che si custodisca l’importante capitale sociale costruito negli ultimi anni. Ora, per tornare a concentrar­si sulla normalità economica riconquist­ata, serve investire sulle imprese».

Le criticità

A tempo determinat­o l’89% delle assunzioni Frenata nel secondo semestre 2018

Agenzia Vantiamo un tasso che farebbe invidia all’amministra­zione americana La normalità riconquist­ata stimola gli investimen­ti

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