Corriere del Trentino

Marmolada, il Tar non scioglie la riserva

Il ricorso di Canazei sul confine. Ma anche il Veneto ha un contenzios­o aperto

- Valentina Iorio

TRENTO Continua la battaglia tra Trentino- Alt0 Adige e Veneto sul confine della Marmolada. Ieri i giudici del Tar del Lazio si sono riuniti in camera di consiglio per discutere del ricorso promosso dal municipio di Canazei contro il ministero dell’Interno, procedimen­to in cui risultano controinte­ressati il Comune di Rocca Pietore e la Regione del Veneto.

Il tribunale amministra­tivo è chiamato a valutare il «silenzio-inadempime­nto» della pubblica amministra­zione sulla richiesta di completa esecuzione del decreto firmato nel 1982 dall’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che, sulla base della lettura della cartografi­a esistente, stabiliva che il confine non doveva passare in linea retta sul ghiacciaio, dividendol­o così tra Trentino e Veneto, ma doveva seguire l’andamento delle cime.

«Da quando abbiamo iniziato il ricorso è passato un anno. C’è stata una prima udienza che poi è stata rinviata — spiega l’avvocato Giorgio De Pilati, difensore del Comune di Canazei — e lo scorso 24 maggio, l’Agenzia per il Territorio ha emanato un provvedime­nto che dà attuazione al decreto Pertini».

La materia del contendere sarebbe quindi venuta meno. Il Tar si è riservato la decisione che, qualunque sia, non potrà chiudere la vicenda. I veneti infatti hanno fatto ricorso, a loro volta, contro l’Agenzia del Territorio. Lo scorso settembre la Giunta e Consiglio regionale del Veneto sono saliti fino a punta Serauta per ribadire la volontà che una parte del ghiacciaio deve essere veneta, come era stato stabilito nel 2012 dall’intesa siglata dagli allora presidenti Giancarlo Galan e Lorenzo Dellai. Il protocollo sembrava aver messo fine a una battaglia che andava avanti dal 1911. Ma era un’illusione. Lo scontro infatti è più vivo che mai. «È ora di finirla», dice il sindaco di Canazei, Silvano Parmesani, stanco di combattere per un contenzios­o che riteneva ormai risolto. «Il confine è quello fissato dal decreto Pertini. Abbiamo dalla nostra una sentenza del Consiglio di Stato. Non capisco che senso abbia riaprire la questione - continua Parmesani – Ci dipingono come dei guerrafond­ai, ma noi non chiediamo nulla di più né di meno di quanto previsto nel 1982. Rimettersi a discutere adesso è ingiusto anche nei confronti dei contribuen­ti».

Il decreto Nel 1982 è stato deciso che i confini seguono il crinale

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La Regione Veneto chiede di averne una parte nel suo territorio ll ghiacciaio

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