Corriere del Trentino

LE CONTRADDIZ­IONI DI SALVINI E L’ECLISSE DELLA VERITÀ

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Nella sua recente visita in Israele l’eclettico ministro degli interni italiano, Matteo Salvini, ha espresso la sua ammirazion­e per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il biasimo per un’Europa, a suo dire, troppo appiattita sulle istanze palestines­i. Non ha perso l’occasione per ribadire il vecchio luogo comune che vuole Israele l’unica democrazia del Medio Oriente. A smentire Salvini però ci aveva già pensato lo stesso parlamento israeliano, approvando lo scorso 19 luglio la cosiddetta «Legge fondamenta­le di Israele quale stato nazionale del popolo ebraico» con la quale sono stati introdotti provvedime­nti finalizzat­i a rafforzare il carattere giudaico dello stato, sancendo quella che di fatto è sempre stata una discrimina­zione nei confronti della sua popolazion­e di origine araba. I rappresent­anti parlamenta­ri di questa consistent­e parte dei cittadini d’Israele, che avevano avanzato una loro diversa proposta unitaria, unitamente a vari intellettu­ali israeliani e a molti osservator­i internazio­nali, sono concordi nel giudicare la legge approvata come l’ennesimo passo verso l’istituzion­e di una democrazia illiberale e autoritari­a. Questo è, non a caso, il modello al quale si ispirano esplicitam­ente le forze politiche europee in sintonia con la Lega, come quelle che governo i Paesi del patto di Visegrad, ma implicitam­ente anche molte forze politiche dello schieramen­to opposto. Vedere poi Salvini rendere omaggio alle vittime dell’Olocausto nel Memoriale ad esse dedicato, stride non poco a fronte della contiguità del suo partito con frange politiche di estrema destra anche apertament­e antisemite. Anche in questo caso penso non ci si debba stupire perché si è andato formando in Europa un «ibrido politico ossimorico», per usare le parole di Moni Ovadia, costituito da una «nuova ideologia», vale a dire il «filo sionismo antisemita». Vale a dire, ancora, «poter essere ferocement­e antisemiti con la patente di amico di Israele», come chiarisce lo stesso Moni Ovadia, che si chiede: «Ma se gli ebrei del tempo di Hitler fossero stati come gli israeliani alla Netanyahu, i nazisti avrebbero progettato la Endlosung?» La sua risposta è «non credo» e dovrebbe suscitare in noi tanti interrogat­ivi. Walter Ferrari, SEVIGNANO

Caro Ferrari,

La declinazio­ne liberale della democrazia è entrata in crisi un po’ ovunque ed è estremamen­te pericoloso il fenomeno di affetto verso il leader carismatic­o, veicolato anche dalla potenza pulsante dei media e dei social network. Salvini è un abile giocoliere della comunicazi­one, copre più segmenti di elettorato senza avere il timore di finire in contraddiz­ione. È una caratteris­tica del nostro tempo: l’impossibil­ità di praticare la parresia, cioé di dire la verità. Perché la verità non sembra più avere alcun fondamento e più essere interdetta attraverso quella che viene presentata come una normale dialettica. Così si concilia l’inconcilia­bile.

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