Sait, Kaswalder si propone come mediatore
Ieri l’incontro in consiglio provinciale. I sindacati si aspettavano più calore da Tonina
TRENTO La partita del Sait è arrivata ieri in consiglio provinciale. Il presidente, Walter Kaswalder, «si è detto disponibile a fare da mediatore» riposta Vassilios Bassios della Uiltucs. Più freddo è apparso invece l’assessore alla cooperazione, Mario Tonina.
Domani i sindacati torneranno a trattare con l’azienda, dopo 4 giorni di sciopero contro la disdetta unilaterale dell’integrativo. Se non si arriverà a un accordo, la prima busta paga del 2019 sarà più magra: la perdita è di circa 3000 euro lordi all’anno.
«Nella vicenda Sait la politica deve dare un segnale chiaro, scegliendo da che parte stare o con i lavoratori o con i vertici del Consorzio che hanno prodotto i problemi di gestione e poi hanno tentato di risolverli prima con i licenziamenti e poi con le disdette contrattuali» dicono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. I sindacati lamentano come Tonina abbia risposto «in modo alquanto timido prendendo tempo e assicurando che le problematiche dei lavoratori Sait saranno portate all’attenzione della giunta già alla prossima riunione».
I sindacati e i lavoratori, da parte loro, si sarebbero aspettati qualcosa in più. «Sait ha deciso di far pagare le proprie inefficienze di gestione ai lavoratori — hanno sottolineato i tre segretari Roland Caramelle, Lamberto Avanzo e Walter Largher — In questa vicenda quel che è sempre più evidente è che Sait non agisce in coerenza ai valori cooperativi e che mettono al centro il valore del lavoro. Con i propri dipendenti si sta comportando anche peggio di una normale azienda privata. Il tutto mentre la Federazione sceglie di non prendere posizione. Di fronte a ciò le forze politiche non possono restare indifferenti, anche dopo le prese di posizione che alcune di loro hanno assunto a fianco dei lavoratori nei mesi scorsi».