Chiude «La Siriola» Lo chef Metullio: voglio fare il papà
Chiude La Siriola. La «star» Metullio: scelta di vita. I proprietari: ora altri progetti
BOLZANO Un ragazzo nel pieno della sua carriera che sente l’esigenza di mettere al primo posto la famiglia e degli imprenditori talmente legati a lui che decidono di non sostituirlo. Al giorno d’oggi, dove il lavoro viene prima di ogni altra cosa, è una storia che forse si fa fatica a concepire, ma c’è solo questo dietro la notizia che ha scosso in queste ultime ore il panorama dell’alta cucina italiana: La Siriola dell’Hotel Ciasa Salares di San Cassiano, in Alta Badia, il ristorante due Stelle Michelin con lo chef più giovane d’Italia, chiuderà i battenti.
A darne notizia è la stessa famiglia Wieser, proprietaria della struttura, in una nota stampa in cui si legge: «Il ristorante La Siriola chiuderà definitivamente la propria attività il prossimo 31 marzo. Sono stati anni di lavoro intenso, caratterizzati soprattutto dal cercare di trasmettere il calore di una sentita e sincera ospitalità, che rappresenta e rappresenterà anche in futuro una parte fondamentale della nostra offerta».
La Siriola in trent’anni di attività ha ottenuto importanti riconoscimenti: le due Stelle Michelin, le tre forchette del Gambero Rosso, i tre cappelli dell’Espresso, i 18 punti della Gault & Millau. Il motivo della decisione di chiudere questo punto di riferimento della ristorazione gourmet nazionale è l’addio dello chef, il trentenne triestino Matteo Metullio, arrivato a San Cassiano sette anni fa dopo varie esperienze, tra cui una al tristellato St. Hubertus dello chef Norbert Niederkofler: è stato Metullio a portare entrambe le stelle a La Siriola, la prima nel 2013, la seconda nel 2017. Un lavoro duro quello dello chef, che poco si concilia con la famiglia, e di qui la decisione: «Devo fare un po’ il papà: non è facile per me e per mia moglie Elena seguire nostro figlio Nicolò, dieci mesi, senza aiuti in Val Badia mentre io lavoro sempre — spiega Metullio —. Ho bisogno di concentrarmi su di loro per un po’, quindi torniamo a Trieste, dove continuerò la consulenza per il ristorante Harry’s Piccolo e dove i miei genitori potranno darci una mano. Per il 2019 andrà così, nel 2020 vedremo. Non è stata una scelta facile, forse sarebbe stato meglio litigare con i Wieser, invece il nostro rapporto è sempre ottimo, e quando abbiamo preparato la nota di addio avevamo tutti le lacrime agli occhi».
I Wieser, dal canto loro, hanno deciso di non sostituire lo chef, anche se di candidati per prendere il suo posto certo non avrebbero fatto fatica a trovarne. «Ringrazio Metullio e tutta la sua brigata, oltre che lo staff in sala. È stato entusiasmante lavorare con Matteo — dice con affetto Stefan Wieser — e sono sicuro che il suo cammino futuro, che ora lo riporta a casa, sarà lastricato di altre belle soddisfazioni. Il suo innato talento lo porterà lontano. Ora per noi è tempo di voltare pagina e di realizzare altri e innovativi progetti, sostenuti dal nostro solito entusiasmo e dalla grande esperienza acquisita, siamo già tutti al lavoro».
Il desiderio dei Wieser di intraprendere nuovi approcci, più rilassati e informali, in verità è già in essere e vede protagonista il giovane Jan Clemens Wieser, che ormai da un paio di anni anima La Cantina, il bistrot del Ciasa Salares che trova spazio fra decine di migliaia di bottiglie di tutte le parti del mondo.
Stefan Wieser «Ringrazio Matteo e tutto il suo staff: è stata un’esperienza unica, ora si volta pagina»