E sul ricorso di Bolzano la Lega frena
Kompatscher schiera i giuristi. I 5 Stelle: «Qui troppo assistenzialismo»
La decisione di Kompatscher di ricorrere alla Corte costituzionale contro il reddito di cittadinanza ha scatenato un putiferio. La Lega prova a mediare. Bessone: «Premiare chi ha bisogn». Furibondo il pentastellato Nicolini».
BOLZANO L’annuncio che la Provincia potrebbe impugnare il provvedimento sul reddito di cittadinanza ha suscitato un vero e proprio vespaio. Ora i pentastellati attaccano e accusano la Provincia, la Lega, parecchio imbarazzata, prova a mediare ma la Stella Alpina continua a sparare contro il provvedimento.
L’uscita di Kompatscher, che ha già contattato dei costituzionalisti (tra cui il professor Giandomenico Falcon ndr) per imbastire un ricorso alla Corte costituzionale contro la legge che istituisce il reddito di cittadinanza, sta mettendo in serio imbarazzo la Lega altoatesina. Il Carroccio infatti non vuole sconfessare il presidente della giunta provinciale ma nemmeno può permettersi di andare allo scontro frontale con il governo. Tanto che il vicepresidente leghista della giunta Giuliano Vettorato si trincera dietro un gelido «no comment». Il commissario provinciale del Carroccio Massimo Bessone interviene, ma con grande cautela.
«Noi — spiega l’assessore — siamo dell’avviso che gli aiuti debbano andare a chi ha veramente bisogno e si impegna e non a tutti indiscriminatamente. Quindi crediamo che sia anche giusto rivedere alcune prestazioni di welfare: il contratto di governo che abbiamo firmato con la Volkspartei dice chiaramente che va sostenuto chi si impegna e non chi sta sul divano». Sulla stessa linea anche il capogruppo Carlo Vettori secondo cui la Lega potrebbe sostenere le iniziative che mirano a sopprimere gli aiuti «a pioggia».
I grillini però premono e accusano la Provincia di non fare l’interesse del territorio. «Il rifiuto di applicare il reddito di cittadinanza è un danno per tutti i cittadini: le risorse statali potrebbero aggiungersi a quelle provinciali. Risorse che — tuona il consigliere provinciale pentastellato, Diego Nicolini — potrebbero aiutare non solo le famiglie in difficoltà ma anche le aziende visto che non appena si trova occupazione il beneficio continua ad essere erogato al datore di lavoro».
Nicolini prende di mira anche il welfare provinciale, definito troppo assistenzialista. «Nessuno vuole più continuare con questa politica sociale assistenzialistica, una rete che aiuta non a fare, ma solo a stare sul divano. Noi — aggiunge Nicolini — proponiamo di integrare quindi i forti aiuti a disposizione della Provincia per dare una spinta ulteriore, per far crescere le nostre aziende. Si sente sempre dire che i centri per l’impiego non funzionano, questa misura punta proprio a potenziarli per far incontrare meglio la domanda e l’offerta di lavoro. E questo aiuterebbe a ridurre anche la fuga di cervelli. Ovviamente si tratta di una misura complessa ma questo — conclude Nicolini — nasce dal fatto che si vuole evitare che qualche furbetto ne approfitti».
Nonostante le pressioni pentastellate, la Volkspartei non ha alcuna intenzione di rivedere il sistema altoatesino per sperimentare un reddito di cittadinanza che è ancora una grande incognita.
«Dopo questi primi due giorni di lavoro in Commissione è evidente che i tempi di avvio del reddito di cittadinanza non sono compatibili col suo funzionamento» attacca Julia Unterberger , presidente del gruppo per le Autonomie in Senato e componente della Commissione Lavoro. «I centri per l’impiego non funzionano e l’Inps ha bisogno di tempo per dotarsi degli strumenti per verificare il patrimonio mobiliare dei richiedenti. Inoltre — nota Unterberger — l’Istat ha evidenziato come i criteri di distribuzione sono svantaggiosi per le famiglie, che invece sono quelle che più hanno bisogno di strumenti per uscire da condizioni di difficoltà».
La senatrice della Stella Alpina prende di mira anche la figura dei navigator. «Non sono chiare le modalità di assunzione, non è chiara la loro mansione nei centri per l’impiego, non si capisce chi e come dovrà formarli. La stessa incertezza — prosegue Unterbeger — riguarda alcune norme del decreto che presentano problemi di costituzionalità. Il requisito sui dieci anni di soggiorno in Italia per accedere al reddito è sproporzionato rispetto ai 5per ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo. Lo stesso vale per la pena massima di 6 anni per le false dichiarazioni, che è superiore a quella oggi prevista da un falso commesso da un pubblico ufficiale. Nonostante le difficoltà — conclude Unterberger — il governo ha scelto la strada del decreto. Ancora una volta il ruolo del Parlamento viene compresso, ed è un errore davanti a un provvedimento così delicato, che richiede tempo. Certi nodi possono essere sciolti solo dando agli uffici e il tempo per adeguarsi».
Il contratto di governo fissa la linea Dobbiamo aiutare chi mostra impegno