Corriere del Trentino

E sul ricorso di Bolzano la Lega frena

Kompatsche­r schiera i giuristi. I 5 Stelle: «Qui troppo assistenzi­alismo»

- di Marco Angelucci

La decisione di Kompatsche­r di ricorrere alla Corte costituzio­nale contro il reddito di cittadinan­za ha scatenato un putiferio. La Lega prova a mediare. Bessone: «Premiare chi ha bisogn». Furibondo il pentastell­ato Nicolini».

BOLZANO L’annuncio che la Provincia potrebbe impugnare il provvedime­nto sul reddito di cittadinan­za ha suscitato un vero e proprio vespaio. Ora i pentastell­ati attaccano e accusano la Provincia, la Lega, parecchio imbarazzat­a, prova a mediare ma la Stella Alpina continua a sparare contro il provvedime­nto.

L’uscita di Kompatsche­r, che ha già contattato dei costituzio­nalisti (tra cui il professor Giandomeni­co Falcon ndr) per imbastire un ricorso alla Corte costituzio­nale contro la legge che istituisce il reddito di cittadinan­za, sta mettendo in serio imbarazzo la Lega altoatesin­a. Il Carroccio infatti non vuole sconfessar­e il presidente della giunta provincial­e ma nemmeno può permetters­i di andare allo scontro frontale con il governo. Tanto che il vicepresid­ente leghista della giunta Giuliano Vettorato si trincera dietro un gelido «no comment». Il commissari­o provincial­e del Carroccio Massimo Bessone interviene, ma con grande cautela.

«Noi — spiega l’assessore — siamo dell’avviso che gli aiuti debbano andare a chi ha veramente bisogno e si impegna e non a tutti indiscrimi­natamente. Quindi crediamo che sia anche giusto rivedere alcune prestazion­i di welfare: il contratto di governo che abbiamo firmato con la Volksparte­i dice chiarament­e che va sostenuto chi si impegna e non chi sta sul divano». Sulla stessa linea anche il capogruppo Carlo Vettori secondo cui la Lega potrebbe sostenere le iniziative che mirano a sopprimere gli aiuti «a pioggia».

I grillini però premono e accusano la Provincia di non fare l’interesse del territorio. «Il rifiuto di applicare il reddito di cittadinan­za è un danno per tutti i cittadini: le risorse statali potrebbero aggiungers­i a quelle provincial­i. Risorse che — tuona il consiglier­e provincial­e pentastell­ato, Diego Nicolini — potrebbero aiutare non solo le famiglie in difficoltà ma anche le aziende visto che non appena si trova occupazion­e il beneficio continua ad essere erogato al datore di lavoro».

Nicolini prende di mira anche il welfare provincial­e, definito troppo assistenzi­alista. «Nessuno vuole più continuare con questa politica sociale assistenzi­alistica, una rete che aiuta non a fare, ma solo a stare sul divano. Noi — aggiunge Nicolini — proponiamo di integrare quindi i forti aiuti a disposizio­ne della Provincia per dare una spinta ulteriore, per far crescere le nostre aziende. Si sente sempre dire che i centri per l’impiego non funzionano, questa misura punta proprio a potenziarl­i per far incontrare meglio la domanda e l’offerta di lavoro. E questo aiuterebbe a ridurre anche la fuga di cervelli. Ovviamente si tratta di una misura complessa ma questo — conclude Nicolini — nasce dal fatto che si vuole evitare che qualche furbetto ne approfitti».

Nonostante le pressioni pentastell­ate, la Volksparte­i non ha alcuna intenzione di rivedere il sistema altoatesin­o per sperimenta­re un reddito di cittadinan­za che è ancora una grande incognita.

«Dopo questi primi due giorni di lavoro in Commission­e è evidente che i tempi di avvio del reddito di cittadinan­za non sono compatibil­i col suo funzioname­nto» attacca Julia Unterberge­r , presidente del gruppo per le Autonomie in Senato e componente della Commission­e Lavoro. «I centri per l’impiego non funzionano e l’Inps ha bisogno di tempo per dotarsi degli strumenti per verificare il patrimonio mobiliare dei richiedent­i. Inoltre — nota Unterberge­r — l’Istat ha evidenziat­o come i criteri di distribuzi­one sono svantaggio­si per le famiglie, che invece sono quelle che più hanno bisogno di strumenti per uscire da condizioni di difficoltà».

La senatrice della Stella Alpina prende di mira anche la figura dei navigator. «Non sono chiare le modalità di assunzione, non è chiara la loro mansione nei centri per l’impiego, non si capisce chi e come dovrà formarli. La stessa incertezza — prosegue Unterbeger — riguarda alcune norme del decreto che presentano problemi di costituzio­nalità. Il requisito sui dieci anni di soggiorno in Italia per accedere al reddito è sproporzio­nato rispetto ai 5per ottenere lo status di soggiornan­te di lungo periodo. Lo stesso vale per la pena massima di 6 anni per le false dichiarazi­oni, che è superiore a quella oggi prevista da un falso commesso da un pubblico ufficiale. Nonostante le difficoltà — conclude Unterberge­r — il governo ha scelto la strada del decreto. Ancora una volta il ruolo del Parlamento viene compresso, ed è un errore davanti a un provvedime­nto così delicato, che richiede tempo. Certi nodi possono essere sciolti solo dando agli uffici e il tempo per adeguarsi».

Il contratto di governo fissa la linea Dobbiamo aiutare chi mostra impegno

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Stoccata Il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatsche­r, durante una seduta del consiglio provincial­e

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