Corriere del Trentino

Costituzio­nalisti cauti: pochi margini per vincere

«Competenze superate se è una riforma economica sociale»

- di Valentina Iorio

Francesco Palermo e Mario Bertolissi, entrambi costituzio­nalisti, non lasciano molti margini al ricorso voluto da Arno Kompatsche­r per bloccare il reddito di cittadinan­za. «La competenza primaria sarebbe superata se fosse una riforma economica e sociale» dicono. «Un’iniziativa comprensib­ile» aggiungono, «ma dall’esito incerto».

«Per stabilire se ci sono i margini giuridici per un’impugnazio­ne del decreto è necessario inquadrare il provvedime­nto nell’ambito di una competenza che si presume violata», spiega Francesco Palermo, professore di Diritto costituzio­nale comparato all’Università di Verona e direttore dell’Istituto per lo studio del federalism­o e del regionalis­mo dell’Eurac di Bolzano, nonché ex senatore indipenden­te, eletto con il sostegno di diverse forze politiche tra cui il Pd. Secondo Palermo, tenendo conto della giurisprud­enza precedente in materia, è molto improbabil­e che la Corte costituzio­nale possa accogliere un eventuale ricorso della Provincia di Bolzano contro il decreto del governo che introduce il reddito di cittadinan­za.

Secondo il governator­e altoatesin­o Arno Kompatsche­r la norma nazionale interviene in un ambito di esclusiva competenza della Provincia. Che sia veramente così è tutto da dimostrare, lascia intendere Palermo. «Poiché esistono sempre delle sovrapposi­zioni — dice il costituzio­nalista — la titolarità della competenza l si potrà determinar­e solo in base a quello che la Consulta riterrà essere il livello prevalente».

Ad esempio, qualora il decreto venisse qualificat­o dalla Corte come «grande riforma economico-sociale» le Province autonome non potrebbero chiedere deroghe. La giurisprud­enza costituzio­nale ha, infatti, stabilito che i limiti speciali alla potestà legislativ­a esclusiva delle Regioni ad autonomia differenzi­ata in questo ambito non vengono meno. «L’iniziativa bolzanina è comprensib­ile, ma dall’esito incerto». Anche per Mario Bertolissi, professore ordinario di Diritto costituzio­nale all’Università di Padova e referente della Regione Veneto nella trattativa con il governo sull’autonomia, il risultato della partita bolzanina non è scontato.

«Penso che la Provincia abbia sicurament­e diversi argomenti da far valere a suo favore, ma è pur sempre una questione spinosa. La Consulta potrebbe sollevare diverse obiezioni, tra cui il fatto che il reddito di cittadinan­za si aggancia ai principi costituzio­nali di eguaglianz­a e solidariet­à». A questo proposito Bertolissi ricorda che alcuni costituzio­nalisti ritengono che la misura in questione, per quanto discutibil­e, troverebbe un fondamento giuridico negli artic0li 37 e 38 della Costituzio­ne e nell’obbligo alla solidariet­à.

«Inoltre — aggiunge Bertolissi — non si può non tenere conto del fatto che la Consulta valuta anche le possibili implicazio­ni del suo pronunciam­ento e i suoi effetti in riferiment­o al momento e al contesto in cui viene presa la decisione».

Per questo secondo i due costituzio­nalisti, prima di sbilanciar­si in qualsiasi valutazion­e, è opportuno studiare a fondo la legge, per capire quali possono essere i margini di autonomia dei governi locali. Margini che sono quasi nulli per le Regioni ordinarie e rischiano di essere molto stretti anche per quelle ad autonomia differenzi­ata, come le Province di Trento e Bolzano. «Tuttavia — conclude Palermo — un’impugnativ­a potrebbe aiutare a chiarire i confini delle competenze che, per quanto fissati dalla Costituzio­ne e dagli Statuti dell’autonomia, in queste materie continuano ad essere labili».

Se la via del ricorso rimane la più impervia, una strada risolutiva potrebbe essere quella scelta dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che ha proposto di presentare un emendament­o al decreto. Anche in questo caso, però, perché la cosa vada a buon fine serve un accordo tra le parti. Non è scontato che il governo, soprattutt­o per quel che riguarda la componente 5 Stelle, promotrice del decreto, accolga la proposta della giunta trentina. In sostanza: tutti i tentativi di rivendicar­e le prerogativ­e locali sono legittimi, ma potrebbero rimanere inascoltat­i.

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La Consulta La Corte costituzio­nale riunita durante una udienza pubblica nella «Sala gialla». Se la Provincia di Bolzano andrà avanti con il ricorso i giudici della Consulta saranno chiamati ad esprimersi sulla possibilit­à per l’Alto Adige di non applicare il decreto del governo Conte che introduce il reddito di cittadinan­za
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Francesco Palermo
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Mario Bertolissi

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