Corriere del Trentino

Mercato invaso dalle mele polacche

Da ottobre inondati dalla produzione low-cost. Regione attrezzata per reagire

- Enrico Orfano

L’Europa da ottobre è stata inondata dalle mele low-cost: in un’annata che ha visto il record di produzione di 13,1 milioni di tonnellate, sono in molti i produttori che non possono conservare e devono vendere tutto in quattro mesi. Ma ora possono partire le aziende del Trentino Alto Adige, afferma il direttore di Assomela Alessandro Dalpiaz. Il problema semmai è quello di cercare nuovi mercati, dopo che il nord Africa ha chiuso: si tratta con Vietnam, Taiwan e Cina.

Si prospetta un’annata complessa per il mercato della mela, dal punto di vista dei produttori del Trentino Alto Adige, che da ieri sono a Berlino per l’edizione 2019 di Fruit Logistica, la più importante vetrina del settore. Come spiega il direttore di Assomela, Alessandro Dalpiaz, gli elementi da considerar­e sono innanzitut­to la produzione record, a consuntivo di 13,1 milioni di tonnellate in Europa; il ruolo della Polonia; i nuovi sbocchi per sostituire le 150.000 tonnellate fino a qualche anno fa assorbite dal nord Africa. «Trento e Bolzano però sono strutturar­e per affrontare la situazione» assicura l’esperto.

A consuntivo il 2014 per il territorio europeo fissava la produzione a 12,5 milioni di tonnellate; 12,3 nel 2015; 11,8 nel 2016; appena 9,25 nel 2017 (a causa del clima avverso). «Nel 2018 a consuntivo arriviamo addirittur­a a 13,1 milioni di tonnellate — fa sapere Dalpiaz — un record». Ovvio che un’offerta così abbondante crei uno squilibrio nel mercato. «Negli ultimi dieci anni in Polonia sono stati fatti tanti investimen­ti, con risorse europee. Purtroppo la modalità è stata incontroll­ata e illogica. Questa crescita disordinat­a ha portato la Polonia a produrre da sola 5 milioni di tonnellate di mele, rispetto ai 2,5-3 milioni di dieci anni fa».

La grande produzione è stata fin da subito riversata sul mercato. «Nei mesi di ottobre novembre, dicembre e gennaio il mercato è stato occupato da quei produttori che non hanno sistemi per la conservazi­one e sono costretti a vendere tutto in quattro mesi, a prezzi dunque relativame­nte bassi — spiega il direttore di Assomela —. Se si riesce a stoccare le mele, però, si può scegliere il momento in cui metterle in vendita. In questi giorni stiamo uscendo dalla prima fase e il mercato si sta liberando». Così facendo le vendite da parte del Trentino Alto Adige potranno essere attuate a prezzi più consoni. «Vale a dire a prezzi che permettano liquidazio­ni compatibil­i con la vita dei produttori. Non guadagni entusiasma­nti, sia chiaro, ma almeno in linea con i bisogni di redditivit­à delle aziende — indica il direttore di Assomela —. Comunque la fase dei primi quattro mesi si sta esaurendo, Adesso bisogna vendere». A prezzi più alti.

Una questione importante è quella degli sbocchi commercial­i. «Negli ultimi dieci anni c’è stata inerzia, non sono stati trovati nuovi mercati. Lo stop in Russia incide poco, il vero problema sono le 150.000 tonnellate che non vengono più assorbite dai Paesi del nord Africa — lamenta Dalpiaz —. Le politiche nazionali sono state inefficien­ti e non parlo solo delle mele, anche altri prodotti hanno lo stesso problema. Altri Paesi europei si sono già mossi, come Francia, Belgio e Olanda. Noi siamo un po’ in ritardo. Abbiamo aperto due dossier con Vietnam e Taiwan e puntiamo ad aprire quei mercati per la prossima stagione. Anche in Thailandia abbiamo innescato un negoziato, ma le procedure sono lente e complicate. Anche la Cina è un obiettivo: la loro produzione è grande, ma dati i numeri del Paese di spazio ce n’è. Partiranno prima le pere, poi arriverann­o le mele».

Di avvio di stagione difficile parla anche Fabio Zanesco, direttore commercial­e della Vip della Val Venosta: «Sebbene la produzione italiana non sia stata da record — conferma — sia la raccolta polacca che le cifre elevate di altri Paesi di produzione hanno le premesse per un avvio difficile». «Il livello dei prezzi non è ancora in generale soddisface­nte — aggiunge — e molti articoli, soprattutt­o nelle dimensioni non centrali, scontano una forte pressione di mercato».

Fino a venerdì gli occhi sono puntati su Berlino, per Fruit Logistica 2019. Presente anche il Trentino in uno stand unitario che mette insieme l’offerta di Melinda e La Trentina. Recente l’accordo con Apot, per gestire insieme l’assetto varietale.

Dalpiaz

«Alle 150.000 tonnellate che andavano in nord Africa servono nuovi sbocchi»

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Kermesse I produttori internazio­nali di mele da ieri a domani si danno appuntamen­to al Fruit Logistica di Berlino
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Il direttore commercial­e Fabio Zanesco
Vip Il direttore commercial­e Fabio Zanesco
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Assomela Il direttore Alessandro Dalpiaz

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