Corriere del Trentino

Mart 2019, ecco le mostre l’arte italiana e il Giappone

Il direttore spiega l’exploit internazio­nale e anticipa le nuove grandi mostre

- di Francesca Visentin

«Il museo? Dev’essere un luogo dove stare, da percepire. Una continua occasione di esperienze».

Parola di Gianfranco Maraniello, dal 2015 direttore del Mart, Museo di arte moderna e contempora­nea di Trento e Rovereto, progettato da Mario Botta, una delle più importanti realtà europee. Che ha iniziato a crescere nel 1989, con Gabriella Belli, ora a capo dei Musei Civici di Venezia. E adesso, con l’era Maraniello, ha spiccato il volo: circa 150mila visitatori consolidat­i ogni anno, moltissimi dal Veneto.

Direttore Maraniello, quali sono le novità 2019 al Mart?

«Centrale nella nostra attività è la promozione dell’arte italiana nel Ventesimo secolo. Ma il Mart è anche un grande museo internazio­nale, quindi puntiamo su tre eventi: la mostra Passione dedicata alla Fondazione Vaf, la più grande collezione in deposito al Mart, 250 opere tra cui i capolavori di Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Massimo Campigli e molti altri. E da museo internazio­nale produrremo la mostra sull’arte giapponese Ars

Nipponica, con opere provenient­i da musei giapponesi raramente viste in Europa, una riflession­e sulla storia della pittura del primo Novecento. Chiuderà l’anno la straordina­ria collaboraz­ione con il Guggenheim di Bilbao con cui presentiam­o, a cura di Germano Celant, la più grande esposizion­e mai presentata in Europa sull’artista

americano Richard Artschwage­r. Le mostre sono naturalmen­te gli eventi di cui si parla di più, ma il Mart fa anche altre cose, come il focus dedicato alle collezioni: approfondi­menti monografic­i a tema pensati per esplorare le radici dell’arte contempora­nea e le nuove tendenze. Quest’anno i focus saranno sulla donazione Pablo Echaurren, su The Jumpsuite Theme e sulla collezione di Paolo Della Grazia.

E naturalmen­te va ricordato il prestigios­o premio Vaf, che viene assegnato dalla Fondazione tedesca ad artisti italiani under 40»

A maggio si apre la Biennale d’Arte di Venezia, avete in programma sinergie?

«La Biennale di Venezia è sicurament­e l’evento più importante dal punto di vista dell’arte internazio­nale, unisce ricerca e innovazion­e.

Così come Venezia è senza dubbio la capitale dell’arte. Ma la Biennale è un mondo a sé, una sinergia o una nostra partecipaz­ione sarebbe dispersiva, non funzionere­bbe. In questi ultimi anni, poi, alla Biennale di Venezia è tutto un fiorire di Fondazioni che hanno mezzi finanziari enormi, impensabil­i per qualsiasi museo italiano»

Qual è il futuro del Mart e i prossimi obiettivi?

«Quando sono arrivato al Mart, ho trovato un museo che doveva ancora trovare la sua identità. Oggi c’è chiarezza progettual­e, la voce del Mart è forte e chiara. Un museo dalla vocazione internazio­nale, ma integrato nel territorio e nel paesaggio grazie anche a un’architettu­ra di grande valore. Dal 2020 ci sarà un ulteriore cambio di passo, lavoreremo sempre più sui grandi temi. Ma penso anche al territorio, alla creazione di una vera cittadella delle arti e dei saperi, che comprenda anche musica e spettacoli, tra il parco dell’Università di Rovereto e l’auditorium Melotti»

Come dev’essere un museo per avere appeal sui visitatori? E il Mart in questo senso è stato rivoluzion­ario…

«Il museo dovrebbe essere sempre occasione e luogo dove fare esperienze, così come dovrebbe esserlo la scuola. Al Mart ho un team fortissimo, che ogni giorno s’inventa qualcosa per costruire una relazione con il pubblico»

Qual è la mostra che ha visto ultimament­e e che l’ha più colpita?

«Senz’altro la mostra della Fondazione Prada Post Zang Tumb Tuuum, che ho visto l’anno scorso. Esplora il sistema dell’arte e della cultura in Italia tra le due guerre mondiali, rivelando il contesto spaziale, sociale, politico in cui le opere sono state create, messe in scena e vissute. Un po’ la vocazione che ha il Mart nell’approccio all’arte contempora­nea e al senso delle opere d’arte».

Così si crea l’appeal Il pubblico deve trovare un luogo vivo, da percepire e frequentar­e, dove fare esperienze sempre nuove

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 ??  ?? L’architettu­ra Il Mart progettato da Mario Botta, visto dall’esterno. A destra due opere della mostra Passione: Guttuso e Casorati
L’architettu­ra Il Mart progettato da Mario Botta, visto dall’esterno. A destra due opere della mostra Passione: Guttuso e Casorati
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