Corriere del Trentino

Maestranzi: la funivia si fa con i privati

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Dario Maestranzi non è d’accordo con Gino Lunelli, che sostiene che la funivia per il Bondone debba essere costruita dal pubblico. «l contrario i privati devono partecipar­e al 51%» dice il consiglier­e delegato di Palazzo Thun. Basta inserire il tracciato nel Prg, «le proposte arriverann­o».

TRENTO Per Gino Lunelli, ex presidente delle Cantine Ferrari, la funivia fra Trento e Vason «è un servizio pubblico e quindi devono farsene carico le istituzion­i». Dario Maestranzi, invece, ha sempre sostenuto che il «grande impianto» debba essere privato «al 51%»: «Il Comune di Trento deve solo lanciare un segnale chiaro, ovvero inserire il tracciato della futura funivia nella variante generale del Prg — sostiene il consiglier­e delegato al Bondone — e aspettare che i privati presentino un progetto, perché lo faranno». Nel frattempo la maggioranz­a si è riunita ieri sera per discutere dell’ipotetico tracciato, con potenziale partenza da piazzale San Severino.

Quando Lunelli, nel 1988, insieme ad altri imprendito­ri (Del Favero, Graffer, Bertoli per citarne solo alcuni), presentò un piano di sviluppo per la montagna cittadina e fondò la società per azioni «Trento Monte Bondone» portando al consiglio comunale studi e progetti, il proposito non andò a buon fine. «Ci siamo sentiti dire: “Dopo aver messo le mani sulla città le vogliono mettere sul Bondone”» ricordava sul Corriere del Trentino di ieri. I tempi, tuttavia, sembrano essere cambiati: «Adesso tutti gli interlocut­ori sono disposti a fare passi concreti — sostiene Maestranzi — la circoscriz­ione è più favorevole di un tempo, la Provincia dice di essere pronta a fare la sua parte e gli imprendito­ri pure: non sono autorizzat­o a fare nomi, ma in questi due anni e mezzo li ho incontrati e ho toccato con mano il loro interesse». Insomma, l’anello mancante di questa catena secondo il consiglier­e è proprio il Comune di Trento: «Deve dare un segnale preciso inserendo l’opera nel Piano regolatore generale».

La linea per Maestranzi è chiara ed è tracciata anche nelle premesse del masterplan: «La realizzazi­one del “grande impianto” si ritiene necessaria come “accelerato­re di eventi” e fattore fortemente “abilitante” non solo per il rilancio del Bondone ma anche per la complessiv­a capacità attrattiva di Trento» si legge fra pagina 23 e 24. Il team dell’architetto milanese Alessandro Olivieri che ha redatto l’agenda strategica analizza anche gli effetti derivanti dalla mancata realizzazi­one della funivia e Maestranzi ricorda le parole a memoria: «Il destino di Vaneze, ad esempio, più di altre località che hanno già saputo ri-connotare la loro offerta, sarebbe probabilme­nte segnato».

Il Consiglio comunale deve inserire il tracciato all’interno del Prg: «Si tratta di mettere l’opera in vetrina e aspettare che arrivi una proposta privata valida e seria, null’ altro — insiste il consiglier­e — non ho alcun tipo di dubbio che gli investitor­i arriverann­o e non sarà un solo gruppo, ma più d’uno. Il primo tratto riguarda la mobilità, ma il secondo ha carattere prettament­e turistico e sono i privati a volerci investire perché genererà utili». «Nessuno si aspetta che siano gli imprendito­ri di Trento a doversi pagare il collegamen­to a fune Dario Maestranzi è il consiglier­e delegato dal sindaco di seguire lo sviluppo del monte Bondone Crede fortemente nel progetto della funivia

con il Bondone — aggiunge — chi vorrà fare una proposta l’avanzi: il codice degli appalti prevede che gli operatori economici possano presentare

  alle amministra­zioni proposte relative alla realizzazi­one in concession­e di lavori di pubblica utilità e la funivia ritengo lo sia».

Maestranzi ha portato ieri sera le sue istanze all’incontro di maggioranz­a in cui si è discusso anche dell’ipotetico tracciato della funivia, con potenziale partenza da piazzale Sanseverin­o con il benestare dell’università, che pare vedere di buon occhio l’opera all’interno di un ragionamen­to sull’area.

Tempi cambiati Maestranzi: adesso tutti gli interlocut­ori sono disposti a fare passi concreti verso il progetto

Piano regolatore Il consiglier­e delegato si rivolge al sindaco: il tracciato va inserito nella revisione del Prg

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La risposta del Comune fu però di chiusura: «Ci dissero ricorda Lunelli -che volevamo mettere le mani anche sulla montagna cittadina»
Nel 1988 Lunelli assieme ad altri imprendito­ri locali aveva dato vita a una società ad hoc per costruire il grande impianto La risposta del Comune fu però di chiusura: «Ci dissero ricorda Lunelli -che volevamo mettere le mani anche sulla montagna cittadina»

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