Icef a 0,16 e obbligo di cercare lavoro Così funziona l’assegno unico Con Di Maio servono 10 anni in Italia
Cos’è l’assegno unico?
L’assegno unico è uno strumento per contrastare la povertà e consentire a tutti i nuclei familiari di raggiungere una condizione economica sufficiente a soddisfare i propri bisogni. Entrato in vigore in Provincia il 1 gennaio del 2018 si articola in tre voci (denominate quote).
In cosa consiste la misura di sostegno al reddito?
La misura di sostegno al reddito — o quota A e detta anche reddito di garanzia — è una misura di contrasto alla povertà. È la misura al centro del dibattito poiché simile, pur con differenze, al reddito di cittadinanza introdotto dal decreto Di Maio.
Chi ne ha diritto?
Ne hanno diritto i cittadini o i nuclei familiari residenti in Trentino da almeno 3 anni che abbiano un Icef fino a 0,16 che abbiano lavorato (o versato contributi in caso, ad esempio, di astensione da lavoro per maternità) almeno tre mesi nell’ultimo anno e mezzo e che non abbiano lasciato il lavoro per esclusive motivazioni personali.
Che durata ha l’assegno?
L’assegno ha una durata annuale e può essere rinnovato senza soluzione di continuità.
L’assegno presenta degli obblighi per chi lo riceve?
L’assegno obbliga chi ne fa domanda a sottoscrivere un patto di servizio o un patto sociale con le agenzie provinciali che si occupano di ricerca al lavoro e assistenza sociale: tradotto chi ha i requisiti per lavorare verrà accompagnato dall’Agenzia alla ricerca di un lavoro tramite i propri Centri per l’impiego: dopo i primi mesi di applicazione dell’assegno, a metà dello scorso anno, dei circa 9.200 beneficiari risultati idonei al lavoro 6.890 avevano avviato un percorso di ricollocazione sul mercato del lavoro, 770 avevano rifiutato di sottoscrivere il patto, perdendo così la quota, 963 i nuclei dove nessuno risultava abile al lavoro e presi dunque in carico dai servizi sociali.
Quante persone ne hanno usufruito in un anno in Trentino?
Sono 10.800 i soggetti che ne hanno beneficiato per una spesa di 25,3 milioni di euro.
A quanto ammonta la quota A mensile dell’assegno?
L’assegno mensile medio è di circa 200 euro.
Cosa prevedono le altre quote dell’assegno unico?
La quota B si divide in misure a sostegno della famiglia (b1) con un Icef fino a 0,3 e accesso ai servizi per l’infanzia (b2) con un Icef fino a 0,4. Venivano erogati dunque fondi per aiutare le famiglie con figli e veniva anche introdotto un premio alla nascita del terzo figlio e soldi alle famiglie che usufruivano di asili nido. La quota b costa alla Provincia 44 milioni di euro. Infine c’è la quota c per il sostegno ai singoli invalidi civili o alle famiglie con persone invalide.
Come si presenta la domanda?
La domanda va presentata all’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa o presso i patronati.
Cosa cambia con il reddito di cittadinanza di Maio?
Viene richiesta la residenza in Italia da 10 anni . Il che riduce, secondo le ultime stime, almeno del 40% i potenziali percettori. Il decreto di Maio introduce il sistema Isee e non Icef per stabilire la condizione economica e fissa un tetto di reddito di 6.000 euro per i singoli. Se passerà l’emendamento a Roma le due misure si armonizzeranno: i cittadini percepiranno il reddito di cittadinanza e ciò che questo esclude lo coprirà Piazza Dante. Se l’emendamento non passasse la Provincia continuerà a farsi carico dell’intero importo. Ancora in discussione se per quota A varranno 3 anni come ora o 10 come vuole la giunta.