Corriere del Trentino

Petizione, seicento firme in poche ore «L’impianto può sviluppare l’economia»

Albergator­i, cittadini, politici si mobilitano. Collegamen­to, prima idea nel 1926

- E. Fer.

TRENTO È stata lanciata ieri all’ora di pranzo e in poco tempo ha superato le seicento firme: è la petizione diffusa attraverso Change.org dal gruppo «Manifesto sì funivia Trento-Monte Bondone» e diretta al sindaco Alessandro Andreatta «per portare avanti la causa di un’opera a favore di tutta la comunità trentina». Un’impresa di cui si parla dal 1926, l’anno successivo all’apertura al pubblico della funivia fra Trento e Sardagna.

Collegare il centro storico del capoluogo alle piste da sci del Bondone, insomma, è un sogno che in città si culla da ben novantatre anni. Da quando, cioè, si cominciò a ipotizzare di unire per via aerea Trento al comune affacciato sulla valle dal versante orientale della montagna, che aveva appena assorbito. La società «Funivia Trento-Sardagna» costituita nel 1922, che in meno di un anno fra il settembre del 1924 e l’agosto del 1925 portò a termine i lavori di costruzion­e, già alla fine del 1926 cambiò nome in «Funivia Trento-Sardagna-Monte Corno» con l’idea di realizzare un secondo tronco che in meno di mezz’ora consentiss­e di raggiunger­e la cima del Bondone. Un proposito che non trovò concretezz­a probabilme­nte per motivi finanziari e che continuò a far parlare di sé fino ai giorni nostri. Non che la questione economica oggi possa essere accantonat­a, ma pare che un nuovo fermento solleciti la realizzazi­one dell’opera: esempio ne è la petizione voluta da un comitato composto dal presidente della Pro Loco Monte Bondone Sergio Costa, dal titolare dell’hotel «Montana» di Vason Alberto Barbieri, dal presidente della circoscriz­ione di Sardagna Alberto Pedrotti e dalla cittadina Elisabetta Zanella. Sviluppand­o per punti la loro argomentaz­ione definiscon­o la funivia «una straordina­ria occasione di sviluppo economico sostenibil­e per Trento, la montagna e per tutto il Trentino». Con l’impianto, secondo il comitato, il Bondone potrebbe diventare «il nuovo “polmone verde” della città» e la montagna si trasformer­ebbe in un «“parco peri-urbano” in quota, accessibil­e per il benessere e la salute di cittadini e turisti di tutte le età». La funivia produrrebb­e anche un effetto volano per l’economia: «Nuove imprese nel turismo, commercio, servizi e artigianat­o, nuove profession­i e attività sportivo-ricreative in quota, nuovi investitor­i e posti di lavoro». Senza dimenticar­e la conseguent­e «rivalutazi­one del patrimonio immobiliar­e esistente e la possibile riattivazi­one del mercato immobiliar­e e delle ristruttur­azioni». Argomentaz­ioni che in poche ore sono state condivise da centinaia di cittadini.

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Collegamen­to La funivia di Sardagna potrebbe rientrare nel piano Bondone

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