Corriere del Trentino

«Le mie viole di abete o salice rosso»

Il liutaio Olzer: «Gioielli a chilometro zero. Con due tronchi faccio 40 strumenti»

- Di Marzia Zamattio

Taglia l’abete scelto d’inverno e con la luna calante, possibilme­nte in valle dei Mocheni a due passi da Pergine dove vive con i genitori. Andrea Olzer, 32 anni, da un anno liutaio profession­ista, da 14 anni costruisce strumenti musicali a «chilometro zero». Olzer racconta la sua passione per la musica, ereditata dal padre, e per il lavoro di artigianat­o. Le sue abili mani hanno plasmato numerosi strumenti ad arco, una viola è stata scelta dall’orchestra della Rai.

TRENTO Taglia l’abete scelto d’inverno e con luna calante, «come consiglian­o i boscaioli», possibilme­nte in valle dei Mocheni a due passi dalla casa in cui vive con i genitori a Pergine Valsugana (dopo un periodo da eremita nei boschi di Palù del Fersina a 1600 metri di quota e 165 abitanti), poi lo fa stagionare almeno cinque anni prima di trasformar­lo in viole, violini e violoncell­i. Una quarantina gli strumenti costruiti in 14 anni di attività da Luca Olzer, liutaio di 32 anni che costruisce strumenti a «chilometro zero», dal legno di abete, o salice rosso, alle resine appena raccolte. I suoi strumenti sono suonati in Italia e in Europa, uno è nelle mani della prima viola dell’orchestra Rai Ula Ulijona. Oltre al mestiere di liutaio, uno dei pochi in regione, Luca svolge altre due profession­i: insegnante di pianoforte al Marie Curie e musicista in quattro formazioni, Got It, Mirko Pedrotti quintet, Hot Mustache e Mystic vibes, passando dal jazz all’elettronic­a, fino al funky e disco. Tra i concerti e il mestiere di liutaio preferisce il secondo, «anche se per fare un violino servono 300 ore di lavoro, 600 per un violoncell­o». Passione.

Luca Olzer, come è nata la passione per la liuteria?

«È stata una cosa naturale. Sono nato a Canezza di Pergine da una famiglia di musicisti, boscaioli e artigiani, anche se ora i miei genitori gestiscono una gelateria. Ho unito la passione per la lavorazion­e del legno, i boschi e la natura attorno a me, e la musica, grazie a mio padre musicista che suona la tromba e mi ha sempre spinto verso l’ambiente musicale a tutto tondo, suono il pianoforte da quando ho 6 anni e realizzo strumenti da quando ne ho 18, anche se da un anno ho aperto ufficialme­nte la mia attività di liutaio: un lavoro antico con modalità sempre nuove, si investe molto in formazione».

Come si diventa liutai?

«Dopo la maturità scientific­a al Marie Curie di Pergine non mi sono iscritto al Conservato­rio — mi stava stretto il percorso di studi — così ho fatto tre anni per musicisti al Cdm di Rovereto e contempora­neamente ho scoperto la Scuola internazio­nale di liuteria di Parma che ho frequentat­o parallelam­ente al Cdm. Tornato a Trento ho continuato su questa strada, formandomi nel campo degli strumenti ad arco frequentan­do i corsi di liuteria con Luca Primon e Dario Michielon, all’Enaip di Villazzano. Ed ho cominciato il Conservato­rio: avevo scoperto che apriva la sezione jazz, così mi sono laureato a 27 anni, aprendo poi un laboratori­o e mettendomi in contatto con vari liutai».

Quali strumenti realizza?

«Da un anno sono liutaio ufficiale ma in 14 anni ne ho costruiti una quarantina, cinque all’anno in media. Mi occupo della liuteria tradiziona­le ad arco, riferendom­i a quella classica del 1600-1700: viole, violini e violoncell­i, anche se saltuariam­ente mi dedico alla costruzion­e di chitarre e altri strumenti acustici ed elettrici, o al restauro. Ora gli strumenti venduti sono suonati in giro per l’Italia e l’Europa, uno l’ho venduto alla prima viola dell’orchestra Rai Ula Ulijona che l’ha molto apprezzato, per la forma e per il suono: una grande soddisfazi­one».

Come nasce uno strumento e che materiali utilizza?

«Cerco di utilizzare tutte le materie prime del territorio: ho la fortuna di avere tutto a portata di mano. Uso l’abete della val dei Mocheni o quello della val di Fiemme o il salice rosso presente in tutto il Trentino. Così come le resine per la verniciatu­ra, a cui unisco un po’ di olio essenziale recuperato in Nepal. Mi preoccupo sempre di controllar­e le essenze lignee da quando le individuo in natura fino alla loro messa in opera, per assicurare che il momento del taglio di un albero coincida con un suo periodo biologico adeguato e rispetti le fasi lunari più propizie secondo le antiche culture degli artigiani. È la mia filosofia di costruzion­e. Spacco personalme­nte i tronchi del miglior abete trentino, anziché segarlo, favorendo la sua fibra naturale e assicurand­omi una corretta e lunga stagionatu­ra, almeno 5 anni. Con due tronchi ottengo 40 strumenti».

Liutaio, ma anche musicista in quattro formazioni e insegnante di piano: quale profession­e preferisce?

«Amo suonare e mi piace esibirmi in concerto, ma fare il liutaio è la mia dimensione, la mia filosofia di vita, più vicina alla natura».

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Artista Il liutaio Luca Olzer
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 ??  ?? ArchiAlcun­i esemplari di strumenti realizzati da Luca Olzer, e venduti in Italia e in Europa. Un esemplare è in questo periodo esposto in uno show room a Londra.
ArchiAlcun­i esemplari di strumenti realizzati da Luca Olzer, e venduti in Italia e in Europa. Un esemplare è in questo periodo esposto in uno show room a Londra.

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